Il giorno della memoria è appena passato, ma il catalogo Netflix continua ad arricchirsi di prodotti pensati per raccontare uno dei periodi più oscuri della nostra Storia: l'Olocausto ebraico. Tra i personaggi più conosciuti, anche tra i più piccini, e che spesso sono i protagonisti di opere per il grande ed il piccolo schermo, c'è senza dubbio Anne Frank, il cui diario è rimasto intatto allo scorrere del tempo e alla morte della sua proprietaria, rendendola un simbolo di quei milioni di vite spezzate, di quella generazione di giovani falciati via da un'orrore di cui ancora è così difficile è parlare. Non sempre i prodotti che raccontano questo periodo possono essere fruiti da tutta la famiglia ma, a differenza di capolavori come ad esempio Schindler's List e Il pianista, quelli che hanno tra i loro protagonisti la piccola Anne sono tendenzialmente pensati per avvicinare anche i più giovani a vicende terribili come quelle dello sterminio avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale. L'importante è non dimenticare, e con la giusta chiave narrativa il cinema può essere uno strumento importante non solo per gli adulti: come vedremo nella recensione di Anne Frank - La mia migliore amica, il film Ben Sombogaart disponibile su Netflix, si approccia infatti a quanto avvenuto non soffermandosi sulla violenza estrema che era all'ordine del giorno ma raccontando con delicatezza l'importanza dei legami d'amicizia anche nei momenti peggiori. E per farlo ci fa conoscere Hannah Elizabeth Goslar, detta Hanneli, una delle più care amiche di Anne Frank: una storia vera che ci presenta uno dei personaggi più famosi di sempre attraverso gli occhi di una sua coetanea, spostando il focus dall'interiorità di Anne, che ci è stata trasmessa dal famoso diario, a quella di qualcuno che l'ha conosciuta - e amata - prima degli anni in clandestinità e della deportazione.
Hanneli e Anne
La storia si svolge su due piani temporali diversi, il "prima" e il "dopo", ad Amsterdam con le proprie famiglie e nel campo di concentramento di Bergen - Belsen, dove sia Hannah (Josephine Arendsen) che Anne (Aiko Mila Beemsterboe) verranno deportate (ma trovandosi in un due sezioni diverse si incontreranno in una sola occasione). Prima dell'incubo della deportazione Hanneli e Anne vivono la propria adolescenza con spensieratezza, seppur assistendo con terrore al sempre maggior potere conquistato da Hitler e dal partito nazista. Sono le prime cotte e i primi baci, ma anche i normali litigi tra coetanei, ad occupare la mente delle due amiche. "Dopo", quando verranno separate e portate nel campo di Bergen - Belsen, la vita quotidiana sarà fatta invece di tutt'altre necessità: mangiare, proteggere i propri cari, sopravvivere.
Insieme ad Hannah veniamo guidati prima in uno spaccato di vita dell'epoca, in cui l'essere ebrei diventa sempre di più un'onta, una caratteristica invalidante: il disprezzo di chi prima ci era amico, l'impossibilità di frequentare luoghi che prima accoglievano ed ora respingono, e il bisogno di nascondersi. Hannali ci fa conoscere una Anne a volte frivola altre seria e profonda, una ragazzina in cui convivono contrasti (esattamente come in tutte le sue coetanee!) e che sogna di diventare un'attrice, ma soprattutto di viaggiare e di vedere il mondo. Il sogno di Hanneli, come il suo idolo Florence Nightingale, è invece quello di aiutare gli altri diventando infermiera: un sogno che riuscirà a realizzare, sopravvivendo, a differenza di Anne, alla guerra e al campo di concentramento.
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L'importanza di un'amicizia
Come vi anticipavamo, Anne Frank - La mia migliore amica è un prodotto destinato a tutta la famiglia, adatto a far capire quanto accaduto attraverso una storia in cui la violenza resta sempre molto marginale ma che non mette mai da parte il realismo. La scrittura è a tratti un po' troppo televisiva e forse il tempo passato insieme ad Hanneli e Anne prima della deportazione risulta piuttosto sbilanciato rispetto al dopo, anche se è comprensibile visto che l'obiettivo è quello di raccontare l'amicizia tra le due, che una volta portate a Bergen - Belsen si vedranno in una sola occasione.
Una storia quella di Hannah Elizabeth Goslar che, tanto come quella di Anne Frank, merita di essere riscoperta e mantenuta viva, affinché anche le nuove generazioni imparino dagli errori di quelle che ci hanno preceduto e costruiscano un futuro in cui orrori come la Shoah non possano mai più realizzarsi. L'amicizia di Anne e Hanneli, sopravvissuta nel cuore di quest'ultima all'Olocausto, può insegnarci che basta una piccola scintilla - il ricordo di un legame così forte ed importante - a rischiarare anche i momenti più oscuri.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di Anne Frank - La mia migliore amica sottolineando come si tratti di un film adatto a tutta la famiglia che racconta l'importanza dell'amicizia in un periodo oscuro come quello della Shoah.
Perché ci piace
- La delicatezza con cui vengono trattati certi temi.
- Le due giovani protagoniste.
Cosa non va
- Il film risulta un po' sbilanciato tra il "prima" e il "dopo" la deportazione.