Sono passati già due anni dal completamento di Sfiorarsi, film diretto da Angelo Orlando e da lui interpretato e sceneggiato insieme a Valentina Carnelutti. Eppure solo oggi questa delicata storia di un uomo e una donna che si sfiorano, si incontrano e poi si perdono, è riuscita a trovare la via della sala, in un numero di copie che forse raggiungerà le cinque, ma che per ora deve accontentarsi del solo Filmstudio in zona Trastevere a Roma. Difficoltà di finanziamento e di distribuzione che non hanno però fermato il lungo vagabondare per festival internazionali del film, prima di approdare al cineclub della capitale, grazie a un'innovativa campagna di distribuzione. Legate a Sfiorarsi, infatti, alcune iniziative collaterali ideate per promuovere il film: un concorso per aspiranti filmaker che ha premiato un corto d'animazione diretto da Tiziana Cerri che accompagnerà Sfiorarsi nelle sale, e la prevendita dei biglietti del film su internet, messi all'asta su Ebay partendo da una base di un euro. A presentare il film alla stampa, proprio al Filmstudio di Roma dove sarà proiettato da venerdì 9 maggio, ci sono Angelo Orlando e Valentina Carnelutti.
Angelo Orlando, finalmente dopo anni di tribolazione Sfiorarsi approda in sala.
Angelo Orlando: Il mio è un piccolo film e come tutte le piccole cose ha bisogno di tempo per arrivare alla maggioranza. Il destino di Sfiorarsi è tutto nella fiducia che gli è stata data dal Filmstudio di Roma, dove il film potrà essere visto dall'8 maggio, nella possibilità perciò di stare in un posto e sappiamo tutti bene che stare vuol dire esistere.
Il film ha fatto il giro di numerosi festival in tutto il mondo. Cos'ha imparato in tutto questo tempo?
Angelo Orlando: Grazie a questo film ho avuto la possibilità di vedere un cinema italiano che non pensavo potesse esistere, come Cover boy - l'ultima rivoluzione di Carmine Amoroso e Come l'ombra di Marina Spada, film che hanno sfiorato l'invisibilità, ma sono stati visti in festival internazionali. Condivido con Valentina la grande soddisfazione di uscire al Filmstudio, ma abbiamo già richieste in città di provincia, come Mantova e Bari. A noi interessa far vedere il film in tutta la penisola, non soltanto all'estero.
In Sfiorarsi lei interpreta il ruolo di un fotografo. Quali sono i suoi rapporti con la fotografia?
Angelo Orlando: Ho preso in mano per la prima volta la macchina fotografica per il film. Sono andato a scuola da Massimo Campa e sono stato un pessimo studente, ma se adesso capisco qualcosa di fotografia lo devo a Sfiorarsi. Avevo bisogno per il film di un personaggio che fermasse gli attimi e che vivesse di questi attimi. Io penso che cinema e fotografia siano due mondi molto distanti, anche se tutto si basa sull'occhio e sull'illusione del movimento. In una scena del film un fotografo e un regista si sfiorano, la mia intenzione era proprio far sfiorare questi due mondi opposti.
Al film è legato un concorso di cortometraggi. Com'è nata questa idea?
Angelo Orlando: L'idea è nata dalla necessità di far parlare del film, ma nello stesso tempo volevamo dare ai giovani filmaker la possibilità di apparire. Noi siamo veramente poveri, lontani dai pacchetti pubblicitari, e quindi la cosa vincente era far parlare del film sul web. Sono arrivati tanti corti, li abbiamo selezionati e alla fine ne abbiamo scelto uno, un'animazione realizzata da Tiziana Cerri, che sarà proiettato in sala prima del film.
Valentina Carnelutti, lei è co-sceneggiatrice del film insieme a Orlando. Come avete lavorato alla sceneggiatura?
Valentina Carnelutti: Volevo scrivere un film già da tempo, ma mi mancava il coraggio di mettere a nudo i miei sentimenti. Soggetto del film sono due persone che continuano a sfiorarsi prima di incontrarsi. Volevamo uno sguardo sulle cose che non fosse quello del pregiudizio, ma quello della realtà. Punto di partenza era la domanda "cosa può nascere da un incontro?" Ognuno di noi ha dato un imprinting al personaggio che interpretava, ma c'era sempre un confronto, ci raccontavamo le scene, si preparava una scaletta e poi si discuteva su cosa non andava. Al momento dell'ultima revisione della sceneggiatura mi sono sottratta, perché volevo affidarmi totalmente nelle mani di Angelo, senza più interessarmi del copione.
Com'è andata con i finanziamenti per il film?
Valentina Carnelutti: Quando sembrava avessimo avuto i finanziamenti del Ministero dei Beni e le Attività Culturali tutto è stato improvvisamente congelato. Era subentrata la possibilità di una produzione francese e quindi ci eravamo già messi all'opera per spostare la vicenda a Parigi, con l'epilogo in Italia, ma i produttori francesi volevano come protagonista Monica Bellucci al mio posto. Angelo e il produttore Alessandro Verdicchi hanno rifiutato e siamo tornati in Italia.
Com'è Angelo Orlando come regista?
Valentina Carnelutti: Angelo ha una grande leggerezza, una coscienza per cui va tutto bene e riesce a essere contagioso, creando un clima di serenità, ma sul set non sono mancate le liti tra di noi.
Com'è nato il personaggio del regista francese interpretato nel film da suo padre, Francesco Carnelutti?
Valentina Carnelutti: Non avevo mai scritto un film prima e non avevo mai fatto un film con mio padre, così mi sembrava l'occasione giusta per far combaciare le due cose. Sentivo poi la mancanza nella storia di una figura maschile adulta e matura, un uomo che è già oltre tutte le questioni in ballo. Ho fatto il mio primo spettacolo a teatro con lui, ma questa è stata la prima volta in cui mi sono sentita veramente a mio agio, anche perché non era lui il regista e non poteva comandare. Avere il suo sguardo su di me durante le nostre scene insieme ha cambiato il mio di sguardo.