"C'è un errore. Non sono trent'anni, sono tre anni di carriera" scherza Andrea Bocelli appena salito sul palco della Sala Sinopoli dell'Auditorium nell'incontro con la stampa che precede quello con il pubblico, organizzato da Alice nella Città. Con l'occasione, ecco anche Andrea Bocelli 30: The Celebration, film-concerto diretto da Sam Wrench, presentato in anteprima mondiale. "Il film? Io ho subito questa scelta" commenta il tenore sempre scherzando. "Non ci avevo pensato. Sono negato per le date e queste sono spesso discutibili, ma è stata un'idea che ha funzionato bene. Ho avuto la soddisfazione di accogliere nella mia terra tanti artisti e di vederli felici. Alla fine di ogni concerto c'è stata una festa nel backstage, che poi è continuata a casa. C'è stato un clima di grande amicizia".
L'anteprima all'Auditorium della Conciliazione è stata l'unica occasione per vedere Andrea Bocelli 30: The Celebration sul grande schermo. In Italia lo vedremo presto, in due prime serate su Canale 5, il 20 e il 27 novembre, con alcune canzoni che non ci sono nella versione internazionale, e con la conduzione di Michelle Hunzinker. In America il film invece arriverà nei cinema a novembre. E il 25 novembre esce in tutto il mondo il nuovo album, Duets, con duetti già editi e altri nuovi. "Sto vivendo un anno molto impegnato" commenta Bocelli. "A volte imploro di avere un'estate libera. Mi dicono: tranquillo. Poi mi trovo il trentennale. Sono impegnato, e va bene così".
Cinema senza musica?
Può esistere il cinema senza la musica? Questa è una delle domande poste al tenore. "Posso dirti cos'è il cinema con la sola musica" risponde scherzando. "Anni fa ero in montagna con la mia famiglia. Dopo cena qualcuno ebbe l'idea di andare al cinema: arrivammo e cominciò il film e sentivo questa bella musica. Ma non parlava nessuno: era un film muto, che subii per tutto il tempo. Era comico, e la gente rideva. In base alla musica ho imparato i punti dove dovevo ridere, e ridevo anche io. Il cinema senza la musica? Mancherebbe un elemento fondamentale. Riesce ad amplificare le emozioni".
Andrea Bocelli 30: The Celebration, la realizzazione del film
Ma come è stato realizzare un film di questo tipo? "Ci sono cose che si creano perché succedono, altre perché le vuoi veramente" risponde la moglie - e manager - Veronica Bocelli. "Coinvolgere grandi artisti che hanno calendari come quelli di Andrea non è facile. Devono essere innamorati della musica. Alla fine abbiamo avuto tante richieste e non abbiamo potuto dire di sì a tutti". Alla regia è stato scelto Sam Wrench (Taylor Swift: The Eras Tour, Billie Eilish Live At The O2). "Quando abbiamo messo insieme questa fantastica idea volevamo lavorare con il meglio del meglio" spiega Francesco Pasquero, il produttore del film. "Abbiamo lavorato con la Universal e la Mercury, che ha voluto coinvolgere il migliore regista in circolazione, Sam Wrench. È entrato in connessione con Andrea dal punto di vista personale e professionale". "Io sono negato per le pubbliche relazioni. Sono il contrario di Pavarotti" aggiunge Bocelli.
Andrea Bocelli 30: The Celebration: ci sono anche Johnny Depp e Russell Crowe
Nel film non ci sono solo ospiti musicali, ma anche quelli del mondo del cinema, come Johnny Depp e Russell Crowe. "Johnny era venuto a casa nostra, in campagna" ricorda Veronica Bocelli. "Suona la chitarra, appartiene a un mondo rock, mentre Andrea viene da un mondo diverso, è stato bello vederli insieme. Russell Crowe ama la musica, è un musicista, ha un repertorio specifico e abbiamo dovuto trovare l'accordo. Sia Russell Crowe che Andrea hanno passione per l'agricoltura ed è stato difficile farli tornare sull'argomento della call, la musica". "La mia è una famiglia di origini contadine, i miei avi lavoravano presso il principe Corsini" interviene Andrea Bocelli. "Queste abitudini non si cambiano. Amo molto la mia terra, la mia lingua. Quando parto per lunghi viaggio faccio il conto alla rovescia per quanto manca al ritorno".
Una carriera iniziata tardi
La carriera di Bocelli - iniziata tardi, all'età di 35 anni - ha diverse tappe fondamentali. Miserere, cantata con Zucchero (si esibiva dal vivo nella parte che su disco è di Pavarotti), la vittoria a Sanremo nelle nuove proposte con Il mare calmo della sera, e poi il ritorno a Sanremo per Con te partirò. "Credo che la mia carriera sia iniziata tardi, in modo molto particolare" riflette il tenore. "Ho capito da subito che la musica era il mio destino, già da bambino in collegio tutti mi chiedevano solo di cantare. Mia madre mi diceva: non farai mai niente perché non ti proponi. Quando portava i provini i discografici dicevano: 'bravo, ma..'. C'era sempre un ma. Semplicemente non era il momento".
Sanremo del 1994
Il Sanremo del 1994, con Il mare calmo della sera, è stata la vera svolta. "Di quel Sanremo ricordo soprattutto il mio ritorno a casa" ci racconta Bocelli. "Sono partito per Sanremo come poco più che un pianista di piano bar conosciuto in un raggio di 20-30 km. Sono partito senza aspettative. Sono tornato che avevo vinto Sanremo e avevo trovato tutto il paese fuori ad aspettarmi. Sul ponte avevano scritto un cartello: Grazie Andrea per aver messo in piedi Sanremo. Ci è voluto un po' perché la situazione si normalizzasse".
Virginia Bocelli, nel nome del padre
Nella serata di ieri all'Auditorium Conciliazione erano presenti Sofia Carson ed Elisa. E anche i figli di Bocelli, Amos, Matteo e Virginia. Virginia Bocelli ha cantato e recitato nel film Francesca Cabrini e appare nel film dedicato al padre. "Virginia ha due duetti" ci racconta Bocelli. "La celebre Hallelujah e una canzone che un mio amico scrisse per sua figlia. La proposi alla casa discografica ma non se ne fece nulla. Ogni cosa ha il momento giusto, come dicevamo. Ho pensato di tirarla fuori, aggiungendo una parte per Virginia. Essendo in italiano non sarà facile per il pubblico internazionale, ma spero che andrà a leggere la traduzione".
Da Celine Dion a Ed Sheeran
La galleria delle grandi voci con cui ha duettato Bocelli è lunga e il tenore tiene a tutte nello stesso modo. "Sono felice di aver duettato con le grandi voci del nostro tempo, da Celine Dion fino a Ed Sheeran" commenta. "Con alcune, come Celine, si è instaurato un rapporto di amicizia. The Prayer, che ho cantato con lei, è stata una bella sfida: c'è stata una sana, bellissima competizione che si è trasformata in un grande rapporto di amicizia". A proposito di Ed Sheeran, Bocelli ha cantato la canzone del duetto con lui con uno stile pop, come pensava andasse fatta. Ma l'artista irlandese voleva la voce da tenore, e ha preso un aereo per venire in Italia a discuterne. "Aveva ragione lui" dice Bocelli.
L'amicizia con Luciano Pavarotti
Quello di cui si sa poco è l'amicizia con Luciano Pavarotti, tenore che ha segnato un'epoca e di fatto ha lasciato a lui il testimone. "Il primo duetto fu fatto dal vivo nel 1993, e dalla paura mi venne la febbre" ricorda Bocelli. "Io venivo dal pianobar, in Toscana: da lì al palco con Pavarotti non è facile. Cantai quel duetto con la febbre a 38. Quando lo riascolto penso che avrei potuto fare meglio certe cose". Tra i due c'è sempre stato un rapporto di grande amicizia. "Mi ha aiutato tantissimo, ho imparato molto dal punto di vista tecnico" racconta il tenore, aggiungendo un aneddoto. "Una volta mi ha invitato a pranzo a Modena e mi ha offerto un bicchiere di lambrusco. Io, che sono toscano, gli dissi: è un ottimo vino per due cose, per farci un aceto balsamico e lavare le ruote alle macchine. Poi sono andato al piano e mi sono fatto perdonare".
I sacrifici vanno fatti
Arrivare dove è arrivato Andrea Bocelli non è possibile senza sacrifici. "Si devono fare" commenta il cantante. "Pitagora diceva: prendete buone abitudini, il tempo ve le renderà piacevoli. Il cantante è un atleta, le corde vocali sono muscoli e vanno allenati, l'alcol e il fumo non vanno bene. E lo studio è basilare. Ma tutte queste cose se le fai con passione tutti i giorni diventano un'abitudine e diventa piacevole. Il camerino all'inizio per me era una prigione. Ora è un posto che mi piace, quando non ci sono mi manca. Non si tratta di fare quello che si ama, ma di amare quello che si fa. È questo il segreto della vita".
Quando Bocelli ha cantato per Muhammad Alì
Se dovesse dare un consiglio a un giovane, è meglio studiare o sporcarsi subito le mani? "Lo sporcarsi le mani è l'obiettivo finale, ma per farlo bene bisogna aver ben studiato" risponde Bocelli. "Della musica bisogna fare uso e non abuso, può essere terapeutica, ma accade se si ascolta in modo giusto: se la si ascolta dappertutto la musica non funziona più. E poi quale musica? Bisogno avere il coraggio nel dire che c'è buona musica e cattiva musica. La musica deve dare dei buoni frutti. Perché questo accada bisogna che chi la faccia abbia molto studiato". Chiudiamo con la scena più bella, quando Bocelli si è commosso di fronte a Muhammad Ali. "Ho scoperto che era un mio fan e ascoltava i miei dischi" rievoca il cantante. "Si avvicinò e mi disse: sing for me. Mi sono messo in ginocchio e ho cantato una cosa per lui. E tutta la famiglia si è commossa, perché da tempo non riusciva a parlare".