Anatomia di uno scandalo, la recensione: sviscerare chirurgicamente uno scandalo

La recensione di Anatomia di uno scandalo, il legal drama antologico di David E. Kelley per Netflix con Michelle Dockery, Sienna Miller e Rupert Friend che affronta il tema dello stupro sviscerandolo.

Viviamo in un Paese in cui stuprare la moglie non era considerato legalmente stupro fino al 1991.

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Anatomia di uno scandalo: una scena della serie

Negazione. Rabbia. Contrattazione. Depressione. Accettazione. Queste sono le fasi del lutto ma potrebbero anche essere quello di uno scandalo che coinvolge una famiglia. È quello che succede - come spiegheremo nella nostra recensione di Anatomia di uno scandalo, la nuova serie antologica Netflix disponibile dal 15 aprile - alla famiglia Whitehouse, prominente nucleo dell'upper class britannica nonché volto della politica del Regno Unito

Il legal torbido di David E. Kelley

Dopo i mezzi buchi nell'acqua di The Undoing e Big Sky, David E. Kelley torna con un legal drama antologico dalle tinte fosche e thriller come piacciono a lui. Creato insieme a Melissa James Gibson ispirandosi al romanzo omonimo di Sarah Vaughan, l'intento del serial è quello di raccontare in ogni stagione uno scandalo che coinvolga la classe benestante e elitaria del Regno Unito, e si inizia dalla classe politica, dal cuore del governo inglese.

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Anatomia di uno scandalo: una foto di scena della serie

James Whitehouse (Rupert Friend, che ritroviamo molto meno cupo e molto più sicuro di sé che in Homeland) confessa alla moglie Sophie (una sempre meravigliosa Sienna Miller) di aver avuto una relazione con la propria assistente Olivia Lytton (Naomi Scott, la Jasmine del live action di Aladdin), prima che lo venga a sapere la stampa. La Lytton però poi lo accusa di stupro ed è qui che lo scandalo si infittisce e il caso viene preso da un'avvocatessa parecchio in gamba ma dalla vita sentimentale complicata, Kate Woodcroft (una ritrovata e convincente Michelle Dockery post-Downton Abbey, dopo In difesa di Jacob e dopo l'esperienza americana di Good Behavior). La scrittura di Kelley torna ad essere convincente e soprattutto ad andare a braccetto con la messa in scena, per un risultato che mescola i toni del racconto per una verità che verrà svelata solo alla fine della storia.

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Come si analizza uno scandalo

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Anatomia di uno scandalo: una foto di scena

Sei episodi per mostrarci quasi chirurgicamente tutte le fasi di uno scandalo, la sua anatomia appunto, mettendo al centro del racconto il tema attualissimo dello stupro e soprattutto quello del consenso, della differenza di percezione tra oggi e vent'anni fa e delle dinamiche di potere all'interno di un luogo di lavoro, a maggior ragione uno politico. La scrittura puntuale di Kelley e Gibson vuole mostrare non solo la differenza di genere ma anche quella di classe che ancor oggi imperversa nel Regno Unito così come in altri Paesi del mondo. È attraverso i dialoghi mai banali dei protagonisti che scopriamo di più sui loro rapporti e sui loro pensieri riguardo a ciò che sta accadendo. La regia gioca moltissimo con gli specchi e con i riflessi, corrispettivo dell'anima dei personaggi e della loro vera natura, e con sguardi rubati spesso da lontano, per cercare di cogliere la verità. Le fantasie si mescolano ai ricordi, in modo volutamente confuso, anche a livello di fotografia e montaggio, per tentare di ricostruire l'accaduto nella mente dei personaggi e, di conseguenza, sul palco allestito dagli sceneggiatori, per gli spettatori.

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Anatomia di uno scandalo: un'immagine della serie

Da un lato Anatomia di uno scandalo sviscera anatomicamente lo stupro nella parte legal del racconto, attraverso le domande scomode fatte ai testimoni e ai diretti interessati, dall'altro mostra le conseguenze che uno scandalo può avere sull'equilibrio apparentemente idilliaco di un nucleo familiare. Friend interpreta un deputato sicuro di sé e che non ha nulla da nascondere all'apparenza, Miller una moglie devota che, in stile The Good Wife, sceglie di rimanere a fianco del marito ma allo stesso tempo comincia a chiedersi se ci sia un fondo di verità in quanto denunciato. Dockery è un'avvocatessa determinata che mette in discussione le proprie scelte personali, e trova una perfetta avversaria in aula in Josette Simon, e nulla nei loro dialoghi è mai lasciato al caso, anche fuori dall'aula di tribunale, e nei plot twist della trama. La serie fa inoltre riflettere su come si tenda a demonizzare più facilmente la presunta vittima piuttosto che il presunto colpevole nella società e nell'opinione pubblica.

Conclusioni

Negazione. Rabbia. Contrattazione. Depressione. Accettazione. Chiudiamo la nostra recensione di Anatomia di uno scandalo con le stesse parole-fasi con lui l’avevamo iniziata, per confermare il viaggio thriller, legal e intimo in cui David E. Kelley, Melissa James Gibson e S. J. Clarkson accompagnano gli spettatori, trovando un escamotage per sorprendere il pubblico alla ricerca della verità, e soprattutto con lo stimolo-monito di guardarci allo specchio e mettere in discussione noi stessi.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Michelle Dockery, Sienna Miller e Rupert Friend sono tre ottimi attori in tre interpretazioni altrettanto convincenti.
  • Nulla è lasciato al caso a livello di dialoghi e colpi di scena.
  • La messa in scena gioca con la confusione derivata dai ricordi misti a fantasie, accrescendo la tensione narrativa…

Cosa non va

  • …che però potrebbe disorientare qualche spettatore che cerca un legal drama più classico.