Quando ci si trova a fare i conti con le ricorrenze è sempre un momento difficile, specie se si tratta dell'anniversario dell'uscita italiana di Anastasia, il film targato Fox Animation Studios che compie i suoi primi venticinque anni. Eppure, nonostante tutto questo tempo, questo titolo non sembra essere invecchiato di un giorno, con un fascino e una cifra stilistica e narrativa del tutto sua.
Anastasia, la rivalsa di una granduchessa
Quando si parla di Anastasia bisogna partire dal presupposto che questo film si basa sulla storia vera della granduchessa Anastasija Nikolaevna Romanova, quarta figlia dell'ultimo imperatore di Russia Nicola II e dell'imperatrice Alessandra. Sebbene il film parta da queste basi e dalle leggende che ruotano attorno alla famiglia Romanov, ne è stata fatta comunque una rivisitazione storica, creando una trama che si può quasi dire immaginaria rispetto a come sarebbe potuta proseguire la vita reale della nostra protagonista e, quindi, della famiglia reale russa che si sarebbe dispersa ed estinta durante la rivoluzione.
Dopo un breve prologo in cui si vede la dinastia dei Romanov essere rovesciata dal malcontento popolare - con un'onda cavalcata dallo stregone Rasputin - l'attenzione è posta su Anastasia e l'Imperatrice Maria (sua nonna) intente alla fuga, aiutate dal giovane sguattero Dimitri. Ma dopo dieci anni, mentre la Russia si trova sotto il regime comunista e l'imperatrice Maria si trova in esilio a Parigi alla ricerca della nipote perduta, una giovane ragazza orfana di nome Anya si trova ad avere a che fare con il mondo esterno. Somigliante in modo impressionante alla zarina perduta, dopo aver passato tutta la sua infanzia e prima giovinezza in un orfanotrofio russo e con un solo ciondolo con la scritta "Insieme a Parigi", decide che l'unica strada è arrivare nella capitale francese. Con l'aiuto di Vladimir e di un cresciuto Dimitri - diventati dei truffatori alla ricerca di una plausibile Anastasia - e ostacolata da un inesauribile Rasputin, la ragazza comincia a raccogliere i ricordi considerati perduti, arrivando a ricongiungersi con la nonna a lei tanto cara.
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Un successo oltre confine
Uscito nel novembre 1997 in America (e arrivato nel nostro paese il 24 marzo dell'anno dopo), il film di Don Bluth e Gary Goldman vide la luce in un periodo in cui l'animazione cominciava a vivere le prime rivoluzioni dettate dal digitale e i pilastri del rinascimento Disney cominciavano a scricchiolare, così come l'epoca delle principesse. Uscito in questo contesto, Anastasia porta con sé tutta una serie di innovazioni di diverso tipo, da un character design unico a una sceneggiatura solida e mai banale, da una regia che combina il disegno a mano con i primi movimenti del digitale a musiche significative che rendono il film musicale senza essere un vero e proprio musical. E inutile dire come il meritato successo non rimase solo entro i confini americani, ma si diffuse oltreoceano, arrivando da noi, sedimentando radici che forse nemmeno si sospettavano, facendo germogliare un senso di affetto destinato ad essere a lungo termine.
Un cast vocale d'eccezione
Quando si parla di un film come Anastasia è impossibile non citare il cast che ha dato voce al film e che ha contribuito al successo internazionale. Non a caso, infatti, nel cast vocale originale si trovano nomi di un certo spessore e, forse, anche inaspettati, come Meg Ryan, John Cusack, Christopher Lloyd e Angela Lansbury (che aveva già dato un'ottima prova di doppiaggio per La bella e la bestia sei anni prima). Tuttavia, bisogna anche tessere le lodi all'ottimo doppiaggio italiano, che vede la presenza di Tosca, Fiorello e nomi d'eccellenza come Mauro Bosco e Alina Moradei. Insomma, interpretazioni combinate alla magnificenza narrativa e di visual in grado di regalare al pubblico un racconto che è rimasto per tutti questi anni nelle nostre menti ma anche, e forse soprattutto, nei nostri cuori.