Grace Patterson è rimasta coinvolta in un drammatico incidente automobilistico e per tre mesi è rimasta sospesa tra la vita e la morte in uno stato di coma: al suo risveglio non ricorda quando accaduto nel corso degli ultimi cinque anni. Un'amnesia selettiva che però non le impedisce di sentire il profondo affetto del marito che l'ha aspettata per tutto quel tempo e della figlia, ora diciassettenne. Durante la lunga assenza sua sorella Lisa si è occupata delle faccende di casa e degli affari di famiglia.
Famiglia alla quale ora Grace sta per tornare a pieno regime. Ma la protagonista di Amnesia Fatale non avrà un impatto facile con quel nuovo inizio. Comincia infatti a ricevere i messaggi di un certo Kyle, il quale sostiene di essere stato il suo amante prima dell'incidente, pronto a giurare che il suo matrimonio non era per niente felice e che loro si amavano follemente, pensando di abbandonare i rispettivi coniugi. Grace dovrà capire se quest'uomo affascinante stia o meno dicendo la verità, cercando di far luce tra i suoi ricordi svaniti...
Un'amnesia fatale e pericolosa
Rispetto ad altre omologhe produzioni Lifetime, nella sua anima puramente derivativa Amnesia fatale cerca di imprimere quel pizzico di verve tensiva tale da giustificare l'attesa dell'effettivo colpo di scena, con la rivelazione sull'identità dei veri villain che si fa strada nel caotico finale, riuscendo quanto meno a sparigliare le carte e a risultare meno prevedibile del previsto. In quest'ennesimo thriller fatto con lo stampino per il mercato televisivo d'Oltreoceano la sceneggiatura cerca così di mischiare la carte anche grazie al discreto numero di personaggi che ruotano intorno alla protagonista e che permettono di innescare un minimo di background ideale per inscenare la giusta ridda di equivoci e sospetti.
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Sull'orlo del mistero
Così inaspettatamente nel corso dell'ora e mezzo di visione fa capolino un minimo di tensione, anche se rimane comunque soggiogata dalla staticità di una messa in scena che non si discosta dai titoli a tema: la regia di Gigi Gaston - che ricordiamo per Nine Bullets: Fuga per la libertà (2022) con protagonisti Lena Headey e Sam Worthington - è infatti fiacca e priva di stile, penalizzando sul nascere anche i passaggi potenzialmente più accattivanti. La mancanza di carisma d'altronde caratterizza anche il cast, con la sola parziale eccezione della protagonista Kate Watson, la quale tenta di infondere un minimo di tormento e senso di paranoia a un personaggio che non sa di chi potersi fidare, ostacolata da quella perdita di memoria così destabilizzante per la sua vita e le sue certezze.
Ricordi e reminiscenze
Pedinamenti in macchina, fotografie scattate da chissà chi, soggettive del presunto stalker con tanto di brevi dinamiche da home invasion: Amnesia fatale cerca di variare come può delle linee guida prefissate, ma come detto l'anonima messa in scena impedisce al racconto di acquistare l'intensità necessaria per risultare interessante, trascinandosi poi verso quella resa dei conti finale dove l'improbabile si affida a soluzioni rocambolesche per aprire le porte a un epilogo più o meno lieto. A tratti il racconto sembra ricordare vagamente le atmosfere di Before I go to sleep (2014), film dello scorso decennio che vedeva Nicole Kidman nei panni di una donna che soffriva di amnesia anterograda, salvo poi consolidarsi suo malgrado su un approccio più sterile e canonico, figlio dei limiti produttivi e concettuali alla base.
Conclusioni
Una donna rimasta in coma per tre mesi si risveglia affetta da una profonda amnesia, che le impedisce di ricordare quanto accaduto negli ultimi cinque anni. Quando riceve i messaggi minatori di un uomo che sostiene di essere il suo amante, si ritroverà a lottare per se stessa e per la propria famiglia. Amnesia fatale è un classico thriller per il piccolo schermo, con tutti i contro del caso, anche se la sceneggiatura e l'interpretazione della protagonista cercano di uscire parzialmente dal seminato, garantendo qua e là un pizzico di suspense a tema. Un tentativo non supportato adeguatamente dal resto del cast e da una regia altrimenti anonima per il restante minutaggio.
Perché ci piace
- Sprazzi di tensione qua e là.
- Kate Watson è una protagonista più convincente della (bassa) media.
Cosa non va
- Una storia che si perde in colpi di scena prevedibili.
- Cast di contorno poco convincente.
- Regia tipica delle produzioni televisive a tema.