Il patron di Taodue, Pietro Valsecchi, ha fiuto e fortuna quando si tratta di scovare nuovi talenti comici da lanciare sul mercato cinematografico; basterebbe nominare Checco Zalone per suffragare questa teoria. Oggi ci riprova sostenendo il film di debutto di Pio e Amedeo, Amici come noi, in uscita il prossimo 20 marzo in oltre 400 copie con Medusa. Pio D'Antini e Amedeo Grieco si sono fatti conoscere dal pubblico grazie al programma di Italia1, Le iene, sono gli ultras dei VIP, e ora sfidano la sorte interpretando una commedia ad alto tasso di 'pugliesità', diretta da Enrico Lando (I soliti idioti, I 2 soliti idioti).
I protagonisti vivono a Foggia e sono i proprietari di un agenzia di pompe funebri. Quando alla vigilia delle nozze con Rosa, la dolce maestra interpretata da Alessandra Mastronardi, Pio scopre sul web un compromettente video erotico che coinvolgerebbe la sua fidanzata, i due decidono di fuggire dal borgo natìo per un viaggio che li porterà prima a Roma, per incontrare il danaroso zio di Amedeo, un simpatico Massimo Popolizio, e poi a Milano. Impianto narrativo elementare, dunque, per un'opera che vede nel cast anche Francesco Silvestre dei Modà, autori di uno dei pezzi della colonna sonora e protagonista assoluto del rutilante epilogo e amico della coppia comica dai tempi di Tele Norba, quando in uno sketch vendeva porta a porta i suoi CD.
Dalla TV al cinema
Spetta a Pietro Valsecchi il compito di introdurre l'opera, nata, dice scherzando "per disperazione". "Non ci sono mezze misure coi comici - racconta -, o fanno ridere o no. E loro hanno fatto un film fresco. Quando ci siamo incontrati la prima volta abbiamo chiacchierato e ho visto le cazzate che hanno fatto in TV. Sono due tamarroidi e oggi i tamarroidi vanno bene perché un pubblico tamarro c'è". Dichiarazione ulteriormente avvalorata dalle parole del regista, Enrico Lando, al terzo lungometraggio dopo la collaborazione con Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio. "Loro sono cafonissimi - dice -, mi aspettavo di trovare persone diverse da quelle che si vedono alle Iene, invece sul set sono esattamente così; e non è facile lavorare in questa situazione. All'inizio c'è stato un po' di rodaggio, perché era la prima volta che lavoravano al cinema. La cosa importante è stata farli provare, perché loro si divertivano ad inventare scene a ripetizione e tutti gli altri attori dovevano essere d'accordo. Abbiamo riso tanto, male che vada, almeno mi sono divertito".
Tutte le sfide del film
Parte fondamentale del rodaggio è stata, almeno per i due protagonisti, farsi capire da un regista veneto. "Ci abbiamo messo un bel po' - sogghigna Pio - e sono convinto che non ci capiamo ancora". Entusiasta dell'esperienza con due burloni DOC, Alessandra Mastronardi parla di "Sfida da accettare a tutti i costi". "Non avrei mai potuto rifiutare - spiega -, sono stata colpita dalla loro professionalità, sanno quello che vogliono e quando cercavo di dare la mia interpretazione, mi fermavano, rassicurandomi e spiegandomi che dovevo scegliere la loro versione. Insomma, erano molto preparati. Volevo giocare con loro, è stata una bella sfida con un'atmosfera goliardica, non ti rendevi conto di lavorare".
Il fantasma Zalone
Per due comici pugliesi che si sono affermati in televisione il debutto al cinema porta sempre ad un confronto con uno dei 'big' del divertimento formato famiglia, quel Checco Zalone capace di sbaragliare i concorrenti al botteghino. "In realtà abbiamo fatto il film con i soldi avanzati dal catering di Zalone e non volevamo buttarli", rivela ridendo Amedeo. "Checco ci ha implorati di dargli visibilità - gli fa eco Pio -, e noi siamo convinti che tra pugliesi bisogna darsi una una mano. A parte gli scherzi, quando noi abbiamo iniziato a scrivere il film, Cado dalle nubi aveva già incassato non so quanti milioni di euro; ecco perché Valsecchi ci chiamava la domenica mattina alle 7.00! Niente da dire, è uno che scommette, Pietro". "E' meticoloso, fa promesse improponibili, ci mette tutta l'energia - chiude Amedeo -, ma dico io, con tutte le cose che hai da fare, perché mi devi pensare la domenica mattina?".