Una delle caratteristiche tipiche del cinema transalpino è quella di fare spesso riferimento in modo esplicito a pellicole divenute cult della propria tradizione all'interno di altri titoli. In parole semplici: spesso nei film francesi si citano altri film francesi, usandoli come elemento determinante o ricorrente gli eventi narrati durante lo scioglimento della trama.
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Succede una cosa simile anche in Amiche delle Cicladi, la nuova fatica di Marc Fitoussi, uno dei cineasti che ha provato sempre, attraverso storie più o meno leggere, a parlare di relazioni, spingendosi di tanto in tanto ad abbozzare addirittura qualche affresco sociale o antropologico. Succede, nello specifico, con Le grand bleu di Luc Besson e la sua colonna sonora, che evoca le isole dove si svolge il cuore della pellicola.
Una pellicola in verità piuttosto tradizionale, per non dire già vista, che prova con le armi della commedia a proporre una storia di specchi e di opposti, in cui due amiche si ritrovano dopo un litigio che l'ha tenute lontane per diversi anni per riscoprirsi, facendo così i conti con le ferite che la vita ha lasciato su di loro.
Amiche alle Cicladi o nemiche alle Cicladi
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Blandine e Magalie, da ragazze, passavano gran parte del tempo insieme, nonostante le differenze, e si ritrovavano spesso a sognare ad occhi aperti di fuggire da Marsiglia per un'avventura fuori porta e magari, cullate dalle note delle canzoni composte da Éric Serra, farsi un giretto per le isole Cicladi, in Grecia. Una cosa che non si avvererà proprio per quelle differenze che finiranno con l'allontanarle nel corso del tempo.
Blandine (Olivia Côte) e Magale (Laure Calamy), da adulte, conducono due vite agli antipodi. La prima si sta riprendendo da un periodo di forte depressione causato dalla fine del suo matrimonio con uomo che ora frequenta una ragazza della stessa età del loro figlio adolescente, il quale cerca in ogni modo di tirare su il morale a sua madre così da poter lasciare il nido senza abbandonarla a se stessa. La seconda è invece la classica bohemien in fuga dal dolore, che non vuole accettare di divenire adulta.
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Il loro rendez vous di riconciliazione organizzato a tradimento non va proprio a gonfie vele (almeno per una delle due, indovinate quale), ma un misunderstanding le porterà a condividere quel viaggio su cui solevano fantasticare da ragazze, in Grecia. Le differenze che le allontanarono presto riemergeranno, ma le cose stavolta potrebbero andare diversamente, soprattutto grazie all'intervento di una terza donna, la meravigliosa Bijou (Kristin Scott Thomas).
Una commedia degli opposti piuttosto prevedibile
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La ricetta è quella che già avrete potuto intuire: mettiamo due opposti insieme e vediamo come si relazionano, possibilmente cercando di ridere delle situazioni generate dagli inevitabili scontri. Una formula che funziona, ma solo nelle prime battute, a causa di una ripetitività amica della prevedibilità. Probabilmente lo sa anche il regista, che infatti in sceneggiatura prevede l'inserimento di un altro elemento, risolutore per una trama che rischia di appiattirsi se lasciata nella mani della soluzione di cui sopra.
A farne le spese sono soprattutto i personaggi, i quali, nonostante la presenza di due ottime interpreti come Olivia Côte e Laure Calamy, cominciano a girare a vuoto molto presto, divenendo dopo il primo atto delle macchiette con cui è difficile entrare in connessione fino in fondo. Un fallimento di scrittura, visto che lo scopo del film è proprio quello di riuscire a parlare ad un certo tipo di pubblico per farlo riflettere sulle proprio fragilità attraverso i suoi personaggi, che dovrebbero, paradossalmente, rinforzarsi a vicenda in questo compito.
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Di fatto Amiche alle Cicladi rimane abbastanza monotono e inconcludente fino all'ingresso in scena del personaggio di Kristin Scott Thomas, che fa girare tutto, proponendo (in modo forse anche troppo forte) il tema della crescita e della necessità di fare i conti con se stessi per accettare le scelte che si sono fatte e quello che ci è capitato. Di fatto questo è l'unico modo per acquisire una serenità quanto meno sufficiente ad andare avanti e farsi del bene. Non è una gran novità neanche questa, ma, d'altro canto, il film non ha l'ambizione di sconvolgere, quanto di affrontare temi "scomodi" con leggerezza.
Conclusioni
La nuova fatica di Marc Fitoussi è Amiche alle Cicladi, una commedia degli opposti schematica e prevedibile che vuole parlare con leggerezza ed efficacia di tematiche legate all’accettazione del proprio passato e la necessità di andare avanti. Nonostante il trio coinvolto sia di prim’ordine, questo viaggio nell’universo femminile del regista non è particolarmente efficace, almeno fino ad un finale invece piuttosto centrato.
Perché ci piace
- Il film ha una struttura prevedibile e didascalica.
- Le due protagoniste pagano dei personaggi piuttosto piatti.
- Soluzioni di commedia banali.
Cosa non va
- Il personaggio di Kristin Scott Thomas.
- Il finale è efficace.