Nell'ottobre 2011, quando debuttò sulla rete satellitare FX, spiazzò da subito il pubblico, imponendosi in brevissimo tempo come una delle serie più innovative e intriganti del panorama televisivo - e recuperando fra l'altro un formato antologico che la stessa FX avrebbe applicato in seguito anche ad altri titoli fortunatissimi della sua scuderia, Fargo e il recente American Crime Story. Cinque anni dopo, purtroppo, il suo consenso è calato ai minimi storici, con una quinta stagione, Hotel, che ha chiuso con una media di poco superiore ai due milioni di spettatori, ma soprattutto che sembra aver scontentato sia la critica che i fan.
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Ciò nonostante, American Horror Story rimane uno dei titoli in grado di attirare il maggior interesse del pubblico televisivo, nonché di stupirlo con scelte quantomeno audaci (a prescindere dalla loro riuscita) e con la sua abilità nel rinnovarsi e cambiare pelle di anno in anno. Ora, forte di un successo altalenante ma comunque pur sempre ampio e di un totale di quindici Emmy Award collezionati nell'arco di cinque anni, la serie ideata da Ryan Murphy insieme al fido collaboratore Brad Falchuk ha fatto da poco ritorno in TV con una sesta stagione intitolata Roanoke e costruita come un fittizio docu-film legato al mistero della Colonia di Roanoke (una leggenda del folklore americano).
Dunque, in attesa del debutto di questo sesto capitolo di American Horror Story, in onda da stasera su Fox, ripercorriamo la storia della serie da brivido di Ryan Murphy e dei suoi volti indimenticabili. Quella che segue è infatti una classifica di dieci personaggi che hanno lasciato un'impronta profonda nel corso delle prime cinque stagioni: sia grazie al lavoro del team di autori, sia per l'importanza del loro arco narrativo nell'economia della trama (ragion per cui abbiamo preferito non inserire personaggi secondari), sia grazie a un cast che, tra 'fedelissimi' della serie e new entry di lusso, ci ha più volte strappato l'applauso. Una classifica prevalentemente al femminile, data la predilezione di Murphy per le sue torbide protagoniste, e nella quale, per semplici motivi di spazio, purtroppo non hanno trovato posto i ruoli affidati ad attori di talento come James Cromwell, Frances Conroy, Angela Bassett e Denis O'Hare. Buona lettura e, se ancora vi mancasse qualche stagione, occhio agli spoiler!
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10. Elizabeth Johnson alias la Contessa (Lady Gaga)
Partiamo dalla quinta stagione, Hotel, che a dispetto delle buone premesse dei primi episodi si è rivelata una sostanziale delusione. Il personaggio più suggestivo fra quelli che popolano il lugubre Hotel Cortez è la Contessa, vampiro ultracentenario nato nel 1904 con il nome di Elizabeth Johnson. Starlette nella Hollywood degli anni Venti e amante del mitico Rodolfo Valentino (il suo passato viene narrato nel corso di un lungo episodio in flashback), la Contessa è la signora incontrastata del Cortez Hotel: lasciva, insaziabile ma soprattutto vendicativa, questa altera vampiressa trascorre buona parte della serie dividendosi fra il suo aitante partner Donovan, la sua nuova fiamma, il giovane modello tossicomane Tristan Duffy, e un numero imprecisato di amanti occasionali coinvolti in sfrenate orge e quindi opportunamente dissanguati, fino a quando non rimarrà coinvolta in un violento regolamento di conti fra gli occupanti dell'hotel. Il ruolo della Contessa è valso alla semiesordiente Lady Gaga un fin troppo generoso Golden Globe come miglior attrice; ma benché non si tratti certo di una performance da antologia, la parte di questa fascinosa donna-vampiro è ritagliata sulla famosa popstar in maniera molto convincente.
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9. Oliver Thredson alias Bloody Face (Zachary Quinto)
Il dottor Oliver Thredson, brillante psichiatra nell'America degli anni Sessanta, è una delle figure più inquietanti della stagione capolavoro di American Horror Story, Asylum, vertice assoluto e insuperato nella storia della serie. Approdato nel manicomio di Briarcliff per occuparsi del caso di Kit Walker, Thredson conquista la fiducia dei personaggi e degli spettatori grazie al suo atteggiamento rassicurante e al suo animo apparentemente generoso: una maschera intessuta ad arte per celare la sua reale natura, ovvero quella del serial killer Bloody Face, i cui disturbi mentali lo spingono a uccidere giovani donne. Una doppiezza, quella di Oliver Thredson, sapientemente incarnata da un bravissimo Zachary Quinto, capace di rappresentare gli aspetti opposti speculari di questo elettrizzante villain, fino a renderlo una delle figure più sinistre dell'universo da incubo dipinto in Asylum.
8. Elsa Mars (Jessica Lange)
È stata per quattro stagioni il volto simbolo di American Horror Story, illuminando la serie con la sua straordinaria presenza scenica: stiamo parlando di Jessica Lange, veterana di Hollywood la cui carriera ha intrapreso una clamorosa impennata proprio grazie allo statuto di nuova regina dell'horror televisivo. L'ultima stagione ad aver visto la Lange nel cast prima del suo abbandono (ma la ritroveremo a breve nel nuovo progetto di Ryan Murphy, Feud, nei panni di Joan Crawford) è Freak Show, in cui la Lange dominava la scena nella parte di Elsa Mars, direttrice e star di punta di un "gabinetto di curiosità" nella Florida dei primi anni Cinquanta. Donna dall'atteggiamento autoritario e dalla personalità a dir poco sopra le righe, Elsa è emigrata dalla Germania dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, tentando di dimenticare un passato di prostituzione e di violenza e coltivando l'ambizione di diventare una diva del cinema, come la sua odiata connazionale Marlene Dietrich. Un'ambizione divorante, espressa dalla Lange in un personaggio capace di unire la generosità e la compassione ad un egocentrismo talvolta senza scrupoli. Un punto di bonus per le esibizioni canore della Lange, fra cui quella sulle note di Life on Mars? di David Bowie.
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7. Marie Delphine LaLaurie (Kathy Bates)
Quello di Marie Delphine LaLaurie è un personaggio veramente esistito: si tratta infatti di una ricca socialite della New Orleans del diciannovesimo secolo, la quale assunse una reputazione famigerata per i crimini commessi contro i propri schiavi afroamericani, torturati e uccisi. In Coven, la terza stagione della serie, Delphine si materializza nel presente del racconto, riesumata - letteralmente! - dopo la maledizione che l'aveva colpita quasi due secoli prima, quando la strega Marie Laveau l'aveva condannata a una sciagurata immortalità. Nella performance di una raggelante Kathy Bates, che per questo ruolo ha vinto l'Emmy Award come miglior attrice supporter, Marie Delphine LaLaurie mostra due diversi aspetti: quello di una donna piombata in un'epoca che non le appartiene, frastornata dai cambiamenti e costretta ad accettare la sua funzione di cameriera, e quello di una spietata aguzzina. Ed è proprio la natura 'mostruosa' di Delphine a stamparsi nella memoria del pubblico, nei flashback degli agghiaccianti supplizi inflitti alle sue malcapitate vittime, con un'inventiva e un sadismo davvero sconvolgenti.
6. Mary Eunice McKee (Lily Rabe)
Da una villainess all'altra: se Marie Delphine LaLaurie è una donna dall'anima nera come la pece, Mary Eunice McKee è infatti un demonio nel puro senso del termine. In realtà il nostro primo incontro con suor Mary Eunice, in Asylum, ci porta al cospetto di una giovane suora docile e quasi ingenua; è solo in seguito che il corpo di Mary Eunice verrà posseduto da uno spirito maligno, il quale farà soccombere l'innocenza della ragazza, trasformandola in una creatura astuta ed inesorabilmente malvagia, pronta a manipolare a proprio vantaggio sia il pavido Monsignor Timothy Howard, sia il losco psichiatra Arthur Arden. E la sua interprete, Lily Rabe, rende a meraviglia il passaggio di Mary Eunice dal candore iniziale all'abisso di perfidia del suo alter ego demoniaco, connotato da uno smaccato sarcasmo. Impagabile la scena in cui suor Mary Eunice assiste alla proiezione del kolossal su Nerone Il segno della croce insieme ai pazienti del manicomio, commentando: "Un film pieno di fuoco, sesso e cristiani uccisi... che divertimento!".
5. Tate Langdon (Evan Peters)
Ed eccoci finalmente alla prima stagione di American Horror Story, Murder House, nel corso della quale abbiamo conosciuto uno dei personaggi più tenebrosi e complessi dell'universo della serie: Tate Langdon, interpretato con sensibilità sorprendente dalla giovane rivelazione Evan Peters, che ritroveremo poi in tutte le stagioni successive. Ma è il suo primo ruolo a detenere un posto speciale negli annali della serie: Tate è infatti uno degli 'spettrali' ospiti della nuova casa della famiglia Harmon, e qui instaurerà un intimo rapporto con l'inquieta adolescente Violet, oltre a diventare uno dei pazienti di suo padre, lo psicologo Ben. Nel corso della stagione sarà raccontata la terrificante verità sul passato di Tate: il ragazzo aveva commesso un massacro nella propria scuola, uccidendo quindici studenti, e ora il suo spirito continua ad aleggiare nella murder house, impossibilitato ad allontanarsene. Diviso fra la sua indole da tipico teenager ribelle, un'insospettata vena di dolcezza nei confronti di Violet e la tendenza a consumare crimini atroci (il suo fantasma indossa una tuta di latex nero per commettere brutalità e omicidi fra le pareti di questa abitazione maledetta), Tate risulta essere un personaggio ambivalente quanto, a suo modo, affascinante.
4. Constance Langdon (Jessica Lange)
Se Tate si è dimostrato uno psicotico serial killer, in vita come in morte, una percentuale di responsabilità in tal senso potrebbe essere attribuita a sua madre, Constance Langdon, l'invasiva vicina dei coniugi Harmon, i quali si sono appena trasferiti in un'antica casa di Los Angeles. Constance, lei stessa in precedenza un'inquilina della murder house del titolo, è una donna che nasconde un passato sanguinario: nel 1983 aveva ucciso infatti il marito Hugo e la sua amante, la cameriera Moira. Tormentata dall'idea di costruirsi una progenie dopo la morte di tre dei suoi quattro figli, Constance diventerà una presenza ingombrante e oppressiva nell'esistenza già piuttosto complicata della famiglia Harmon, rivelando all'occasione un'impressionante spregiudicatezza. Ma se questo personaggio ha catturato da subito la nostra attenzione è soprattutto per merito di una Jessica Lange magnificamente ambigua, autrice di una performance ricca di sfumature che le è valsa il Golden Globe e l'Emmy Award come miglior attrice supporter.
3. Lana Winters (Sarah Paulson)
Se il talento di Jessica Lange era già ampiamente comprovato quarant'anni prima del debutto di American Horror Story, la serie di Ryan Murphy ha contribuito invece a far conoscere al grande pubblico un'attrice già apprezzata, ma le cui potenzialità sono esplose di stagione in stagione, mostrandoci un'autentica fuoriclasse: Sarah Paulson. Già presente in Murder House in un ruolo minore, nella seconda stagione, Asylum, la Paulson è stata 'promossa' a co-protagonista grazie alla parte di Lana Winters, una grintosa giornalista intenzionata a realizzare uno scoop sul caso del killer Bloody Face... a costo di introdursi negli insidiosi corridoi di Briarcliff, a suo rischio e pericolo. Lana Winters - o Lana Banana, come viene ironicamente soprannominata dalla direttrice del manicomio, suor Jude - appare ai nostri occhi come una coraggiosa eroina impegnata in una strenua lotta per la sopravvivenza dal momento in cui si trova faccia a faccia con gli orrori di Briarcliff; eppure il suo personaggio è ben più sfaccettato, in un delicato equilibrio fra senso di giustizia e ambizione personale. Quella di Lana Winters può essere considerata senza dubbio la miglior storyline di sempre della serie, mentre l'intensissima prova di Sarah Paulson è da manuale della recitazione.
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2. Fiona Goode (Jessica Lange)
È il concetto di "primadonna" fatto carne e sangue, il connubio perfetto fra magia nera e umanissima vanità. In Coven, la terza stagione della serie, il cuore pulsante della trama è lei: Fiona Goode, la Strega Suprema, la star dell'accademia di streghe di New Orleans presso cui approda la giovanissima Zoe Benson. Orgogliosa discendente della stirpe di Salem, Fiona è una diva in ogni senso possibile della parola: maestra delle "sette meraviglie" della magia e severa madre di Cordelia, la donna è pronta a scendere a qualunque compromesso pur di conquistare la vita eterna e di preservare il proprio potere e la propria bellezza... perfino se ciò significa sopprimere qualunque presunta erede che possa insidiare la sua carica di Suprema. Furba, doppiogiochista, terrorizzata dalla coscienza delle proprie debolezze, Fiona è una creatura vampiresca (in senso metaforico) che sprigiona in ogni sequenza un magnetismo ineguagliato: merito, manco a dirlo, di una Jessica Lange in stato di grazia, al contempo ironica e implacabile, ricompensata con un meritatissimo Emmy Award come miglior attrice.
1. Jude Martin (Jessica Lange)
Ci perdonerete se Jessica Lange, per restare in tema, occupa il quaranta percento della nostra classifica, ma non era possibile fare altrimenti: su di lei gli autori hanno costruito alcuni fra i personaggi più suggestivi e intriganti di American Horror Story, e nelle sue mani queste donne eccentriche e sopra le righe (per usare un eufemismo) hanno preso vita e hanno catturato la nostra attenzione ogni volta che sono comparse in scena. E se la Fiona Goode di Coven è già una protagonista da standing ovation, una dimensione ancora più complessa, più profonda e più tragica è quella attribuita un anno prima, in Asylum, a suor Jude Martin, l'inflessibile direttrice del manicomio di Briarcliff. Anche suor Jude è gravata da un passato oscuro e da un feroce senso di colpa, che la suora tuttavia riversa sugli sventurati inquilini di Briarcliff, tenuti sotto controllo con il pugno di ferro.
Maliziosa e moralista, sempre pronta a individuare il peccato in ogni manifestazione del comportamento umano, suor Jude in realtà conosce bene il gusto delle tentazioni: nel segreto della propria mente nutre inconfessabili desideri erotici e di potere. Nemesi di Lana Winters, vista come una minaccia, e acerrima rivale del dottor Arthur Arden, suor Jude dovrà però fare i conti con i propri demoni interiori, così come con il demone 'esteriore' incarnatosi in suor Mary Eunice, vivendo un'evoluzione narrativa imprevedibile e, a suo modo, addirittura commovente; nel corso della quale, fra l'altro, ci ha regalato un'irresistibile performance della canzone The Name Game. In una carriera ormai quarantennale, il ritratto di suor Jude si attesta fra le migliori interpretazioni di sempre di una Jessica Lange quanto mai superba.