Attenzione, l'articolo contiene spoiler su Hotel!
E vissero tutti morti e contenti... Sembra questo, infatti, il quadro che se evince dal finale di American Horror Story: Hotel, quinta stagione della serie antologica ideata nel 2011 da Ryan Murphy e Brad Falchuk per FX. Dopo la morte, in Battle Royale, di quella che a tutti gli effetti è stata la protagonista di quest'ultimo capitolo, Lady Gaga/La Contessa - sebbene in un contesto fortemente corale - con Be Our Guest troviamo al centro dell'episodio Iris (Kathy Bates) e Liz Taylor (Denis O'Hare), rispettivamente receptionist e barista transgender del Cortez, aver preso il pieno controllo organizzativo dell'hotel losangelino, accantonando l'idea del doppio suicidio, per trasformarlo in una struttura da cinque stelle su Tripadvisor.
Peccato che i loro sogni manageriali vengano costantemente infranti dai sanguinosi interventi di Hypodermic Sally (Sarah Paulson) e Will Drake (Cheyenne Jackson), rabbiosi e annoiati fantasmi che uccidono chiunque faccia il check in. Così Liz e Iris decidono di porre rimedio alla sequela infinita di omicidi che rischiano di allontanare i clienti, facendo crollare a picco le finanze dell'albergo, radunando tutte le anime che infestano il Cortez per convincerli a mettere al chiodo siringhe, coltelli e quant'altro.
Già qui pare evidente la schizofrenia narrativa che ha caratterizzato questo quinto capitolo. Chi muore al Cortez rimane al Cortez, giusto? E allora ci si domanda perché solo una piccola parte dei morti seminati nel corso delle puntate sia presente alla riunione indetta dalle due donne. Una discrepanza che si era già palesata nel corso degli episodi precedenti ma che in questo finale si è mostrata con maggiore frequenza ed evidenza. Unica possibile attenuante che possiamo dare agli sceneggiatori è che solo chi, morendo tra le stanze e i corridoi dell'hotel, avesse ancora dei conti in sospeso non risolti si ritrovi imprigionato per l'eternità tra le sue decorazioni Art Deco. Uno stratagemma narrativo a nostro avviso un po' troppo forzato.
Ma Be Our Guest non si esaurisce qui. Puntata conclusiva, l'episodio cerca di chiudere tutte le numerose, e spesso lungamente dimenticate, sottotrame che hanno letteralmente affollato American Horror Story: Hotel. L'infelice Sally trova pace grazie ad una connessione wi-fi e uno smartphone regalatole da Iris con tanto di account Twitter, Facebook e Instagram già installati con il nickname Sully That Gurl. Un ponte virtuale che le permette di mettere piede nel mondo grazie a post, video e foto caricati sui vari social. Una droga, la così 90ies eroina, sostituita da una nuova dipendenza 2.0 che le permette di essere sempre connessa e mai, artificialmente, abbandonata alla solitudine (il passaggio più riuscito e sottile della puntata). Dall'uccisone della Contessa per mano di John Lowe (Wes Bentley), il killer dei 10 comandamenti, è ormai passato un anno e quello che risulta palese, già dalla prima ingannevole inquadratura, è come la vera protagonista di questo season finale sia Liz. La risoluta, saggia e materna Liz che ha aiutato, calata nei suoi abiti da diva del cinema, le anime dei fantasmi rimaste vittime della maledizione del Cortez. E proprio su di lei è incentrata buona parte del racconto, dal suo amore mai dimenticato per Tristan (Finn Wittrock) passando per il suo rapporto ristabilito con il figlio fino alla malattia terminale usata a pretesto per mettere in atto la sua transizione che la farà diventare "ospite fissa" del Cortez. Ma AHS:Hotel ha preso il via grazie ai brutali omicidi del killer dei dieci comandamenti e così, grazie ad un flashforward che ci catapulta in un'altra Devil's Night, questa volta nel 2022, gli sceneggiatori ci permettono di scoprire qual è stato il destino di John Lowe e della sua famiglia, chiudendo un altro capitolo con tanto di flashback rivelatore.
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Una puntata, dunque, che abbandona gli eccessi sanguinolenti che hanno tinto di rosso lenzuola, parenti e pavimenti dell'infestato albergo per collocarsi in una dimensione più consolatoria, quasi un post scriptum per immagini nel quale però si passa ad un'esagerazione opposta. Un happy ending dove tutti si ricongiungono con i propri affetti e non c'è spazio per tentativi di vendetta o vinti, come se si fosse accettata la propria condizione senza se e senza ma, in un clima, visto l'evolversi delle precedenti puntate, quasi idilliaco. Per non parlare poi delle domande rimaste irrisolte che vanno dalle conseguenze della morte di Queenie (Gabourey Sidibe) e i presunti poteri acquisiti da Ramona (Angela Bassett) fino al potere esercitato da James Patrick March (Evan Peters) su Sally.
"You were always my fondest creation"
Con questa frase diretta a Liz in procinto di farsi uccidere dai suoi amici/fantasmi per rimanere per sempre al Cortez, La Contessa, fa la sua apparizione nell'ultima puntata di AHS:Hotel, accantonando del tutto la sua sete di vendetta. Una stagione che ha visto Lady Gaga fare il suo ingresso trionfante al fianco del suo amante Donovan (Matt Bomer) in un sontuoso abito rosso, presagio del copioso sangue che avrebbe versato da lì in poi grazie al suo artiglio affilato. Lady Germanotta, fresca vincitrice di un Golden Globe per la sua interpretazione della proprietaria del Cortez afflitta da una forma vampiresca di emofilia (soffiando il premio all'incredibile interpretazione di Felicity Huffman in American Crime) ha dato vita, grazie ai meravigliosi costumi e al trucco ricercato, ad una perfetta creatura in puro stile AHS. Grazie ad una ricca serie di flashback abbiamo conosciuto il suo passato come Elizabeth Johnson, comparsa cinematografica con aspirazioni attoriali nell'Hollywood di inizio '900, con tanto di liaison amorosa intrecciata con Rodolfo Valentino (interpretato sempre da Finn Wittrock), per poi vederla in situazioni differenti nella Los Angeles degli anni '20 o degli anni '90. Uno spirito materno ma soffocante, scaltra manipolatrice mossa dal bisogno di primeggiare e contraddistinta da una fredda calma calcolatrice. Ma spesso guardando questo quinto capitolo si ha avuto l'impressione di assistere ad una versione estesa dei videoclip della cantante, dove ad una perfezione formale sarebbe stato indicato aggiungere una profondità maggiore che non lasciasse il tutto in superficie, finendo per limitare il suo personaggio.
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Il filo rosso si inspessisce
La caratteristica della serie FX risiede, non solo nella sua natura antologica, ma nel fatto che ogni stagione, sebbene ambientata in epoche e zone differenti sia collegata tra di loro. Ne abbiamo avuto un'assaggio nel capitolo precedente che ha tracciato una linea tra il Freak Show e Asylum. Ma è con Hotel che il gioco di rimandi e collegamenti si è fatto più interessante. Già dalla prima puntata abbiamo visto varcare la soglia della hall del Cortez a Marcy (Christine Estabrook), l'agente immobiliare di Murder House che finisce per unirsi alla lunga lista di ospiti dell'albergo. Ma le connessioni proseguono tra flashback e indizi futuri. Abbiamo infatti visto La Contessa recarsi, nel 1926, proprio nella casa protagonista della prima stagione nel periodo in cui Nora Montgomery viveva lì assieme al marito medico Charles, per abortire quella che poi sarà la creatura nascosta nella stanza numero 33. In Battle Royale poi, troviamo un altro legame, questa volta con Coven, grazie al personaggio di Queenie, sfortunata ospite del Cortez, riconosciuta da Liz proprio per la sua natura di strega dell'Accademia di New Orleans gestita dalla Suprema Cordelia Foxx.
Anche l'episodio finale non si è tirato indietro in fatto di collegamenti, annoverando tra i protagonisti Billie Dean Howard, la veggente di Murder House, qui chiamata da Iris per ricongiungere Tristan e Liz e poi ritrovata, nel 2022, come volto noto del piccolo schermo grazie a Lifetime, una sorta di reality sul paranormale che l'ha vista più volte tra i corridoi dell'albergo alla ricerca di fantasmi con i quali mettersi in contatto. La sua invadenza e l'ossessione per John Lowe la porteranno ad essere vittima di uno spaventoso scherzo da parte dei serial killer della celebre Devil's Knight. Ma, stando a quando dichiarato da Murphy e Falchuk, le serie di AHS sono seminate di indizi. E allora la Thatcher School che viene nominata per ben due volte nel corso dell'ultima puntata chissà che non nasconda un riferimento ad un possibile futuro capitolo della serie!
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American Horror Story: Hotel si è contraddistinta come una stagione confusionaria, a tratti noiosa anche nelle reiterate scene di sesso e omicidi, dove l'attenzione a scenografie e costumi è rimasta impeccabile ma che sembra aver perso la bussola fin dal principio, lasciando troppo a lungo aperte parentesi poi chiuse frettolosamente, e che ha mostrato i limiti ormai evidenti già trapelati con Freak Skow. Vedremo se la sesta stagione, con la conferma di Lady Gaga e il presunto ritorno di Jessica Lange, risolleverà le sorti della serie FX.
Movieplayer.it
2.5/5