Ci sono molte cose che possono accadere quando non veniamo ascoltati o presi in considerazione: la nuova serie turca prodotta da Netflix suggerisce che l'essere ignorati possa dar vita ad un desiderio oscuro, generato dall'invidia, che rende le persone capaci di azioni terribili. Con la nostra recensione di Ambizione parleremo di una serie, suddivisa in otto episodi la cui durata varia dai 40 ai 50 minuti, che ha appena debuttato sulla celeberrima piattaforma streaming e che potrebbe rivelarsi essere uno dei titoli "secondari" più interessanti di questa prima parte del 2022.
Lo show è stato prodotto da Ay Yapim e Kerem Çatay e scritto dalla quarantunenne Meriç Acemi, divenuta celebre per aver precedentemente lavorato al copione del dramma turco targato Netflix intitolato Love 101. La serie, nel cui cast figurano Birce Akalay, Miray Daner, Ibrahim Celikkol, Irem Sak e Defne Kayalar, ci sbatte in faccia sin dall'inizio tutte le sue carte vincenti attraverso i primi episodi, diretti da Denis Yorulmazer, relativi alla battaglia sanguinaria tra la Generazione X e la Generazione Z, di cui tutti noi siamo divenuti spettatori negli ultimi anni.
La storia del dramma turco
Il personaggio principale è quello di Asli, una fan accanita della famosa conduttrice giornalistica Lale Kiran, volto del network. Quando l'ambiziosa ventenne riesce ad ottenere con l'inganno un posto come stagista nella redazione del telegiornale "Öteki taraf", che in italiano significa "Dall'altra parte", trova il modo di parlare con la sua eroina facendosi strada nel bagno delle donne.
Purtroppo però, il suo primo incontro con Lale si rivela molto diverso da quello che Asli aveva sempre sognato: la giornalista, apparentemente molto concentrata sul suo lavoro, la scaccia con un modo di fare freddo e diffidente che scava un vero e proprio solco nell'anima della ragazza. La Kiran a malapena le presta attenzione durante il loro primo incontro e dice ad Asli che al fine di avere successo nella vita deve scegliere un'altra direzione e abbracciare un percorso professionale diverso. Asli decide, con spirito vendicativo, di prenderla alla lettera e inizia a farsi strada nella società di produzione televisiva per cui Lale lavora come stagista. Il viaggio che si materializza davanti ai nostri occhi, mentre seguiamo la discesa negli inferi della protagonista, è la manifestazione del lato oscuro di una fan implacabile che si è sentita ignorata e sminuita dal suo idolo.
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Asli decide di attaccare e combattere la giornalista nell'unico ambiente che conosce bene, proprio della sua generazione e non di quella di Lale: la giovane stagista dà vita ad una vera e propria battaglia a colpi di tweet anonimi, utilizzando l'hashtag #reporterbugiarda, al fine di rovinare la reputazione del volto del telegiornale Öteki taraf. Detto ciò, è fondamentale menzionare che c'è un'intrigante componente "thriller" che contraddistingue la prima stagione dello show: all'inizio della serie, ci viene mostrato un flashforward di Lale gravemente ferita e distesa sul pavimento della sua casa. Piantando questa scena nella mente del pubblico gli spettatori non possono fare altro che passare il resto del tempo a chiedersi come la Kiran possa essersi trovata in una situazione simile.
Ambizione: punti di forza e di debolezza
La serie viene percepita come un'ottima rappresentazione della cultura odierna e utilizza il giornalismo per raccontare una storia che tratta tematiche attualissime e anche alcuni aspetti dell'animo umano, come l'ambizione, l'invidia e il desiderio, che sono semplicemente universali e senza tempo. Indubbiamente ben strutturata, con dialoghi potentissimi e protagonisti che calzano alla perfezione i panni dei loro personaggi, come accennato in precedenza lo show ha per protagonisti la generazione X, démodé ma ancora ai vertici del potere, e l'emergente generazione Z, assetata di successo ma riluttante di fronte al duro lavoro.
Ambizione, su Netflix in streaming da oggi
Ambizione è indubbiamente un dramma ben realizzato ed estremamente allettante e ciò che più colpisce lo spettatore attento è che, come nella più alta letteratura, offre una vasta gamma di difetti che caratterizzano tutti i personaggi principali, senza esclusione di colpi: sebbene Asli sia il "villain" della storia, anche Lale ha i suoi demoni, i quali vengono alla luce man mano che la narrazione va avanti. Oltre a tutto questo, ciò che traspare in modo evidente dal copione è la volontà di mettere in guardia il pubblico a proposito dei pericoli che possono nascere dall'abuso dei social media e dalle fake news: la sceneggiatrice ci mostra, ad esempio, quanto possa essere assurdamente facile complottare contro chiunque e riuscire a distruggere la reputazione di una persona attraverso l'utilizzo delle parole e degli hashtag giusti.
Verso la fine la storia si intensifica, diventa più complessa ma rimane costantemente divertente e guardare un personaggio come quello di Asli, ossessionata, affascinante e implacabile, crea dipendenza e ci tiene letteralmente incollati allo schermo. Forse Asli riesce a tirare fuori il lato nascosto di molti di noi, quello che brama potere e riconoscimento, l'ombra junghiana se vogliamo, e che viene fuori soltanto quando ci sentiamo totalmente soli e privi di speranza. Ambizione non sarà la miglior serie dell'anno, ma può comunque essere considerata un must per quanto concerne il catalogo di Netflix.
Conclusioni
Nella nostra recensione della prima stagione di Ambizione abbiamo parlato di uno show impeccabilmente intrigante, ambizioso, coinvolgente e riflessivo: la storyline è soddisfacente proprio come la caratterizzazione dei personaggi ma ciò che più cattura sono le tematiche trattate, al tempo stesso estremamente attuali ma anche universali e senza tempo.
Perché ci piace
- Una storia intrigante.
- I personaggi sono ben costruiti ed approfonditi.
- Le tematiche trattate sono odierne ma, al tempo stesso, senza tempo.
Cosa non va
- La storia è coinvolgente ma a tratti tende ad essere monotona.
- La regia a tratti ha un'aria quasi da "soap opera".