Se, guardando le immagini di Alita - Angelo della battaglia, vi venisse il dubbio che la protagonista, occhi grandi e sorriso da bambina, sia frutto di un algoritmo e non abbia un cuore umano, vi sbagliate di grosso. Dietro le mille espressioni di Alita e i suoi movimenti aggraziati c'è infatti un'attrice in carne e ossa, Rosa Salazar, che interpretata il personaggio, creato dal mangaka Yukito Kishiro, nel film diretto da Robert Rodriguez e prodotto da James Cameron, in sala dal 14 febbraio.
Grazie a mesi di duri allenamenti, Rosa Salazar è infatti riuscita a dare la giusta fisicità al personaggio, che ha interpretato indossando una tuta con centinaia di sensori, poi ricostruiti al computer, grazie alla tecnica della motion capture. Osservandola dal vivo a Londra, al junket europeo di Alita - Angelo della battaglia, ci ha stupito quanto di lei ci sia in Alita: la particolare piega delle labbra che il cyborg dal cervello umano ha quando sorride è sua, così come il naso arricciato quando pensa intensamente a qualcosa. Se da un lato la motion capture ha raggiunto livelli impressionanti, è anche vero che l'attrice ha messo tutta se stessa nel ruolo.
Come Alita, dal vivo Rosa Salazar è un concentrato di energia: sempre sorridente e con la battuta pronta, si fa prendere dall'entusiasmo ogni volta che vede qualcosa che le piace, così come diventa subito riflessiva con domande più serie. È stata lei a raccontarci, di sua spontanea volontà, un aneddoto interessante: durante la lavorazione del film, impegnata già da mesi sul set di Alita - Angelo della battaglia, voleva vedere anche solo pochi secondi del risultato della sua interpretazione. Supplicando il produttore James Cameron, che si è innamorato del fumetto di Yukito Kishiro venti anni fa, quando glielo regalò l'amico Guillermo del Toro, era quasi riuscita nel suo intento: dopo aver superato sette porte a scorrimento, ognuna con un codice di accesso, è arrivata in una sala senza finestre, dove Cameron revisiona il materiale. Quando il regista e produttore stava finalmente per premere play, è spuntato di corsa l'altro produttore, Jon Landau, che ha bloccato tutto perché in quel momento non era presente il regista, Robert Rodriguez, e non gli sembrava corretto nei suoi confronti. Se da una parte in quel momento l'attrice ci è rimasta male, ha anche capito con quale grande etica del lavoro aveva a che fare.
Leggi anche: Alita - Angelo della battaglia, la recensione: un action all'avanguardia dagli occhi (e il cuore) grande
Alita: tra creazione e distruzione
Ambientato in un futuro distopico, in cui l'umanità è divisa tra gli abitanti della città sospesa in cielo Zalem e quelli della terrena Iron City, usata come discarica dal "mondo di sopra", il film, di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Alita - Angelo della battaglia racconta la storia di un cyborg dal cervello umano, riportato in vita dal dottor Ido (il premio Oscar Christoph Waltz), che le dà il nome di Alita e la tratta come fosse una figlia, ma scopre presto di aver riattivato una potente macchina da guerra. Il passato tragico del dottore, che per trovare pace va a caccia di androidi fuorilegge, sembra più lontano quando ridà la vita ad Alita: creare è meglio di distruggere. Perché le persone, e i nostri leader, non riescono a capirlo? Secondo Rosa Salazar: "Perché è facile distruggere qualcosa: guardiamo cosa succede quando fascisti egomaniaci prendono il potere. Ci vogliono soltanto pochi mesi per demolire un intero paese. Lo so, lo sto vivendo. Ci vuole molto più impegno e tempo a ricostruire, è molto più difficile creare che distruggere qualcosa. Sono stata a Berlino di recente, ho fatto un tour, e ho saputo che quel tipo di fascisti ci ha messo pochissimi mesi a distruggere le persone di un intero paese. Stanno ancora ricostruendo. Questo dovrebbe darci un'idea di quanto rapidamente possa crollare tutto e quanto sia difficile riprendersi."
Leggi anche: Alita - Angelo della Battaglia: scopriamo il manga che ha ispirato il film
Rosa Salazar: da Divergent e Maze Runner a una nuova trilogia?
Rosa Salazar potrà sembrare un volto nuovo al grande pubblico, ma l'attrice lavora ormai quasi da venti anni e ha fatto di tutto, da apparizioni in serie tv come American Horror Story a ruoli secondari in due saghe molto amate dai ragazzi, Divergent e Maze Runner - Il labirinto. Che sia riuscita finalmente a diventare la protagonista della sua saga? Visto il finale aperto di Alita - Angelo della battaglia potrebbe essere. Nel frattempo, tutta questa gavetta ha sicuramente forgiato il suo carattere ed è per questo che capisce il tormento interiore di Alita, che non sa quale sia il suo posto nel mondo ed è alla ricerca della sua vera identità: "Credo che il dolore interiore sia qualcosa che ci rende umani: l'interrogarsi, il dubbio, il bisogno di conferme e di essere connessi con qualcuno. È molto doloroso e ci rende umani."
Leggi anche: Alita - Angelo della battaglia: ecco il romanzo ufficiale del film!