Alita - Angelo della battaglia, prime impressioni: un potente adattamento del manga di culto

Le nostre prime impressioni su Alita: L'angelo della battaglia, adattamento di Robert Rodriguez prodotto da James Cameron dello splendido manga di Yukito Kishiro.

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Alita: Angelo della battagli, un primo piano della protagonista Rosa Salazar

Alita - Angelo della battaglia sta finalmente arrivando. Se ne parla dal 2000, da quando la 20th Century Fox ha registrato i domini battleangelalita.com e battleangelmovie.com a nome di James Cameron, perché l'adattamento del manga di culto di Yukito Kishiro è sempre stato ricondotto al nome dell'autore di Aliens, Terminator e Titanic. Dal 2000 si è passati al 2003, poi al 2005 e intanto arrivava la serie di Dark Angel, proprio da Alita così evidentemente influenzata, Aliens of the Deep e l'immane lavoro su Avatar. Il tempo passava ma quel nome restava legato al progetto, tanto da darci un'unica grande sicurezza: James Cameron tiene molto ad Alita.

Ora che Alita - Angelo della battaglia è in uscita per il 14 Febbraio, decisamente meglio per San Valentino del 50 sfumature di grigio della situazione, l'autore di Avatar è ancora lì alla guida del progetto, in veste di co-sceneggiatore e produttore, coinvolto al punto da aprire un account instagram appositamente per lanciare un messaggio rivolto ai tanti potenziali spettatori di un film ambizioso. Cameron è ancora lì al suo posto, accanto alla giovane e letale protagonista, ma alla regia c'è un Robert Rodriguez in gran forma. Noi abbiamo visto il film in anteprima, ne siamo rimasti entusiasti e abbiamo deciso di spendere qualche prima parola per condividere con voi le nostre prime impressioni, sensazioni che mettiamo nero su bianco a caldo, in attesa che la fine dell'embargo ci permetta lasciarvele leggere. Per darvi una prima idea di quel che vi aspetta, in attesa di approfondire il giorno dell'uscita.

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Il mondo di Yukito Kishiro nella trama di Alita - Angelo della battaglia

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Alita - Angelo della battaglia: Rosa Salazar in un momento del film

Il nome Alita è di quelli potenti, evocativi, ma va detto che non è quello scelto inizialmente dall'autore del manga: sulle pagine del fumetto giapponese, infatti, la protagonista risponde al nome di Gally e tutto il titolo Battle Angel Alita è una felice intuizione del primo adattamento americano. Non è da meno il titolo originale nipponico "Ganmu", evocativo con il suoi richiamo a un "sogno della pistola" in cui si concretizza tutta la letale potenza del cyborg protagonista. Il cuore della trama di Alita è infatti una ragazzina cyborg, il cui cervello viene installato in un corpo robotico, che si muove e agisce in Iron City, una città discarica che vive sotto, letteralmente, la città sospesa di Salem. Alita è vittima di amnesia, non ricorda nulla del suo passato, ma la naturale predisposizione alla lotta e alle tecniche marziali del Panzer Kunst lascia intuire qualcosa sul suo passato, oltre a suggerire possibili strade per il suo futuro, tra la selvaggia violenza di uno sport come il Motorball e l'attività come cacciatrice di taglie.

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Non solo la ragazzina cyborg: un gran cast per i personaggi di Alita

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Alita - Angelo della battaglia: Rosa Salazar e Jennifer Connelly in una scena

Nei panni della cibernetica protagonista troviamo la cubana Rosa Salazar, nota per essere apparsa in saghe cinematografiche come Divergent e Maze Runner, ma vista di recente anche nel Bird Box di Netflix, fulcro del film attorno a cui è stato fatto un ottimo lavoro di casting: non sono pochi i nomi di spessore che completano il cast di Alita, a cominciare da Christoph Waltz scelto per impersonare lo scienziato Daisuke Ido, colui che trova, ripara e, in qualche modo, adotta la ragazza. Su di lui è stato fatto un ottimo lavoro di scrittura così come di ricostruzione visiva, tanto che le sequenze che lo vedono aggirarsi nella discarica dove rinverrà Alita richiamano fedelmente le equivalenti del fumetto di Yukito Kishiro. Accanto a lui nomi del calibro di Jennifer Connelly, Michelle Rodriguez, Mahershala Ali, Ed Skrein, Jackie Earle Haley e Keean Johnson. Quest'ultimo interpreta Hugo, l'interesse amoroso della ragazza protagonista, che assicura la componente romantica della storia e aggiunge sfumature e colore alle vicende raccontate.

Che occhi grandi che hai! L'elaborata costruzione visiva di Alita

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Alita - Angelo della battaglia: un primissimo piano di Rosa Salazar

Non si deve fare l'errore, infatti, di considerare Alita - Angelo della battaglia come un mero film action senz'anima: lodevole è il lavoro di adattamento svolto da Cameron e Laeta Kalogridis nel assimilare e riprodurre lo spirito e la sporca ambientazione del manga di partenza, al netto di una inevitabile frettolosa scorciatoia percepibile in alcune situazioni. La storia e i presupposti del manga di Yukito Kishiro sono lì, presenti e percepibili, dall'ambientazione che lascia intendere una complessità di fondo da esplorare in eventuali prossimi progetti (ci sono un paio di accenni anche ai due spin-off del manga, Last Order e Mars Chronichle), a temi e riflessioni sul concetto di umanità e sul rapporto uomo-macchina tanto importante nel mondo cyberpunk. Un adattamento puntuale e intelligente che lascerà sicuramente con la voglia di approfondire il mondo di Alita e recuperare il manga.

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Alita - Angelo della battaglia: Rosa Salazar è Alita, in una scena di lotta

C'è però da spendere almeno qualche parola per sottolineare l'importante lavoro fatto anche dal punto di vista visivo: Alita - Angelo della battaglia è una gioia per gli occhi, a dispetto della perplessità, che ancora manteniamo, sulla scelta di ingrandire gli occhi della protagonista in stile manga. La città in cui si muovono i protagonisti, oppressa sotto la meraviglia di Salem, è ricostruita alla perfezione, ricca di dettagli e brulicante di vita; gli effetti sono di primissimo livello, grazie al lavoro della Weta e di tutti quelli che hanno lavorato al film; l'azione è frenetica ma sempre chiara, fruibile e semplice da seguire.

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Alita - Angelo della battaglia: Rosa Salazar durante una scena del film

La mano di Robert Rodriguez si vede, ma il regista sembra aver fatto un passo indietro per mettersi al servizio del film e della storia, più controllato, misurato e maturo. È evidente l'intenzione di realizzare almeno un altro film, se non due per una compiuta trilogia, sul personaggio di Alita e la sua storia. Lo confermano anche un paio di dettagli che avremo modo di approfondire nelle prossime settimane, una volta che il film sarà nelle sale, ma tutto dipenderà, ovviamente, dal riscontro del pubblico. La palla, cari potenziali spettatori, passa a voi; noi non possiamo far altro che incrociare le dita e sperare di poter tornare nel mondo malato di Alita.