Due ruoli completamente diversi, a rimarcare le sfumature narrative di una serie già diventata cult. Da una parte Alice Arcuri, dall'altra Lavinia Longhi. Sono loro i volti femminili protagonisti de Il clandestino, fiction di Rai1 diretta da Rolando Ravello, nel quale troviamo un Edoardo Leo versione investigatore privato per il ruolo di Luca Travaglia. Una fiction da 4 milioni di spettatori, che ci porta in una Milano metropolitana e multietnica. Alice Arcuri, classe 1984, nello show, interpreta la giornalista Carolina Vernoni, mentre Lavinia Longhi, nata nel 1980, è Kadijha, ragazza araba e grande amore (perso) di Travaglia. Il segreto del successo? Secondo Alice Arcuri, la serie scritta da Renato Sannio e Ugo Ripamonti ha la capacità di "mischiare bene le carte".
Insomma, ne Il clandestino nulla è come sembra: "Una serie in cui tutti hanno una poker face, e in realtà nessuno è come sembra. Inneggia al tentativo di non basarsi sui pregiudizi esteriori, sugli archetipi. Bisogna capire sempre che cosa c'è sotto. Sotto ogni personaggio si svela un'altra persona. E quindi questo è molto interessante, secondo me, sia dal punto dal punto di vista umano, come riflessione, sia dal punto di vista drammaturgico". Le fa eco Lavinia Longhi: "Il tema de Il clandestino è questo. E quindi eccoci a seguire l'ossessione di Luca, che vuole capire cosa sia successo, come sia potuto accadere un dramma tale da portargli vita Kadijha, il suo amore".
Il clandestino: intervista ad Alice Arcuri e Lavinia Longhi
Chiaro, vedendo Il clandestino, in sei episodi disponibili anche su RaiPlay (ultima puntata fissata al 13 maggio), sale forte un altro tema, legato all'evoluzione di Luca Travaglia, costretto a re-inventarsi dopo un dramma. Quanto è difficile re-inventarsi in Italia? "35, 40 anni.. sono età delicate. Viviamo in una società che ti spinge, secondo me, ad aver ben presente che cosa vuoi dalla vita e qual è la tua missione nel mondo", spiega Alice Arcuri, che prima di fare l'attrice era una schermitrice. "Nel senso, c'è qualcosa che riguarda il lavoro e c'è qualcosa che riguarda l'essere umano che vorresti diventare. Una volta che smarchi tutta una serie di cose, soprattutto per le donne, maternità, matrimonio, eccetera, devi affrontare questo principio. Il reinventarsi, secondo me, significa non mollare davanti ai grandi no e alle grandi sconfitte".
Secondo Lavinia Longhi, che ha alle spalle numerosi lavori, sia televisivi che cinematografici, "Bisogna avere anche la libertà di reinventarsi, quindi sicuramente in questo siamo forse dei privilegiati, un po' per il lavoro che facciamo. Per me è un po' così, non c'è solo la recitazione, non c'è solo il lavoro dell'attrice nella mia vita, ma ho potuto scoprire anche altre passioni e le ho coltivate, ora fanno tutte parte della mia vita, in modo pieno. E sono curiosa anche di scoprire cosa arriverà di nuovo. Magari non per forza nel mondo del cinema... non voglio fare la regista come tutti gli attori, adesso. Ho scoperto, per esempio, delle doti manageriali che mi piacciono molto... chi lo sa, potrei approfondirle!".
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Sotto il cielo di Milano
La cornice di Milano, ne Il clandestino, gioca un ruolo cruciale, sia per toni che per svolte, rendendo la fiction un prodotto tanto pop quanto attualmente sociale. A tal proposito, Lavinia Longhi, milanese, spiega così il suo rapporto con la città, nonostante il suo ruolo sia collocato a Roma: "Penso che Milano sia la città perfetta per raccontare questa storia. È un momento molto, molto particolare. Milano è ormai multietnica, ovunque. Giorno e notte. Un mix molto bello, a mio avviso. Io mi sento straniera da sempre, anche se sono nata in Brianza, però ho una madre slava, e quindi diciamo che per me l'elemento della doppia cultura è assolutamente di casa".
Per Alice Arcuri, Milano è "Fantastica perché è una città con dei colori altamente malinconici. Io sono una grande fan di The Killing, dove piove sempre e questo clima esterno sembra il clima interno dei personaggi. Credo che sia affascinante il fatto che sia una città nuova per gli spettatori, perché siamo sempre abituati a vedere l'epicentro romano. Il clandestino è una serie diversa dall'altra, e mi fa pensare a Genova, la mia città, finalmente hanno iniziato a girare anche lì. Tra l'altro Milano con il sole diventa un'altra città ancora, fresca, bella, piena di vita".