All'anagrafe si legge Cataldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Proietti, ma per tutti, da decenni, sono semplicemente e inconfondibilmente Aldo, Giovanni e Giacomo. Un trio comico longevo e saldo, che ama definirsi "un gruppo di artigiani" e rimpiange i tempi in cui i comici andavano a cercarsi i loro locali, anziché "guadagnarsi due minuti in tv". Approdati al Giffoni Film Festival, i tre animano gli incontri con i ragazzi tra battute e riflessioni più serie, e intanto raccontano alla stampa i vari progetti che hanno in cantiere: oltre agli spot della Wind, un film per il cinema e un progetto teatrale. Ma guai a parlar loro di televisione...
Il segreto per resistere, insieme, in tutti questi anni?
Forse il vederci poco. A parte gli scherzi, ovviamente oggi abbiamo un entusiasmo diverso da vent'anni fa, ma le cose vanno bene e questo senz'altro aiuta. Prima di trovare l'idea giusta passano tanti spunti, se si supera il momento di crisi in cui tante volte non si è d'accordo tra noi, alla fine si sviluppa e in genere vengono fuori cose belle. Di sicuro se non funzionassimo non continueremmo, e poi la gente è il nostro vero collante.
Ci è stato chiesto varie volte, a dire la verità anche da persone importanti e influenti, ma abbiamo sempre rifiutato e continueremo a farlo, perché ci sentiremmo spaesati. Per ora la televisione non rientra nei nostri pensieri o progetti, almeno non prima di un paio di anni: volevamo fare un programma con un'idea nostra, avevamo pensato a delle strisce di 10 minuti, ma la cosa non è andata in porto. E poi noi non siamo comici legati all'attualità, siamo liberi: per questo non facciamo satira politica, ma raccontiamo le persone comuni.
Non vi entusiasma più la tv?
Esiste una tv nuova, il vero problema è la scelta della gente: non è vero che non ci sono cose interessanti, forse semplicemente non lo sono per la massa. Anche un programma di Guccini e Benigni tempo fa venne chiuso dopo due puntate. Forse mancano le novità, perché tanto c'è la convinzione che quello che viene mostrato è sempre accettato dalla gente, anche il peggio del peggio.
Di quelle siamo noi gli autori, poi certo ci aiutano altri a realizzarle, noi speriamo di far sorridere la gente, almeno. Come Carosello negli anni '50.
Al cinema tira aria migliore rispetto alla televisione, a giudicare almeno dagli incassi...
Sì, ma per esempio un Benvenuti al sud è un prodotto ben realizzato, ma resta pur sempre il remake di un film francese. E' anche molto divertente, nessuno lo nega, ma è un'operazione commerciale: a quel punto sempre meglio se circolano idee nuove e originali. Ad esempio, non sarebbe più bello se fossimo noi ad esportare dei film in Francia?
Quali progetti avete in cantiere?
Torneremo a breve in teatro, perché noi tre, se un minimo siamo bravi, lo siamo di sicuro sul palcoscenico. Stiamo parlando di un nuovo spettacolo, ma non sappiamo ancora bene cosa faremo. Ci è piaciuta molto una piece, di recente: Favelas di Angelo Raffaele Pisani, del duo Pali e Dispari. Sarebbe bello vederla in tv, ma per entrare nei palinsesti ci vuole molta forza. Chissà, magari questo degrado civile e politico ci stimolerà. Poi abbiamo anche un progetto per il cinema, ne vedrete delle belle.