Tra teatro, cinema e televisione, Alan Rickman aveva una carriera di tutto rispetto, ricca e variegata, ancora in corso quando un tumore l'ha stroncato alla tenera età di 69 anni (rimangono ancora un'uscita postuma - Alice attraverso lo specchio - e quella generale, fuori festival, di Eye in the Sky). Con quella voce inconfondibile e il volto perennemente impassibile ha regalato tanti bei ricordi cinefili a più di una generazione. Con il presente articolo intendiamo evocarne alcuni, attraverso dieci ruoli indispensabili, più una menzione speciale (il motivo lo capirete una volta arrivati fino in fondo). La classifica è in ordine cronologico.
1. Hans Gruber (Trappola di cristallo)
È ormai entrato nella storia l'aneddoto di come Rickman, allora quarantunenne e appena arrivato a Los Angeles, ottenne nel giro di due giorni il ruolo dell'antagonista in quello che divenne il capostipite di un franchise di non poco conto. L'attore inglese esordì così al cinema, regalando al pubblico di tutto il mondo una performance indelebile nei panni di Hans Gruber, criminale teutonico elegante ma spietato, capace di ispirare omaggi nei luoghi più impensabili, come un episodio di 30 Rock.
Da notare che una delle sequenze più belle del film venne aggiunta a riprese già iniziate, e proprio grazie a Rickman: quando il regista John McTiernan scoprì di avere tra le mani un interprete capace di imitare alla perfezione l'accento americano, si decise di girare la scena in cui Gruber, fingendosi un ostaggio, cerca di ingannare John McClane (Bruce Willis).
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2. Jamie (Il fantasma innamorato)
Un recupero obbligatorio per chi conosce solo Hans Gruber e Severus Piton. Parliamo del primo lungometraggio di Anthony Minghella, dove Rickman interpreta un uomo che, dopo la morte, ritorna come fantasma per consolare la sua compagna. La sua è una performance delicata, toccante e divertente, capace di valergli un BAFTA come migliore attore per quello che Roger Ebert definì "un Ghost - Fantasma per adulti". Una love story di culto che mette in mostra il lato più sensibile e romantico di Rickman, pur combinandolo in maniera brillante con la sua grande bravura nell'interpretare persone poco simpatiche. Vergognosamente inedito in sala da noi, questo piccolo, tenero film merita assolutamente di essere (ri)scoperto.
3. Lo sceriffo di Nottingham (Robin Hood principe dei ladri)
Nelle intenzioni della Warner Bros., Principe dei ladri doveva essere l'ennesima conferma dello star power di Kevin Costner (il cui Robin Hood viene ancora oggi preso in giro in Inghilterra per via della sua parlata palesemente americana). Invece fu l'occasione perfetta per Rickman, che rubò la scena al protagonista nei panni dell'odioso ma irresistibile sceriffo di Nottingham, un personaggio crudele, eccessivo e carismatico, armato di battute esilaranti. Da rivedere in lingua originale per godere appieno della voce di Rickman quando proferisce minacce come "Ti strapperò il cuore con un cucchiaio!".
4. Colonnello Brandon (Ragione e sentimento)
Stando a Stephen Fry (per l'esattezza, lo afferma nel terzo volume della sua spassosissima autobiografia), la prima scelta di Emma Thompson - protagonista e sceneggiatrice di questo adattamento del romanzo di Jane Austen - per il ruolo di Brandon fu l'ex-compagno di università Hugh Laurie (il quale si accontentò poi di una parte minore). Oggi è difficile immaginare qualcun altro al posto di Rickman, che nei panni di Brandon poté mostrare un lato più tenero e gentile, senza la cattiveria supplementare de Il fantasma innamorato. Un'esperienza di cui serbò visibilmente un ottimo ricordo, dato che quasi vent'anni dopo, per il suo secondo film da regista Le Regole del Caos, scelse proprio la sua compagna di finzione austeniana, Kate Winslet.
5. Éamon de Valera (Michael Collins)
Leone d'oro a Venezia nel 1996, questo film di Neil Jordan è finito un po' nel dimenticatoio, merito anche di un soggetto (fortemente romanzato per lo schermo) non proprio facile quale la guerra civile irlandese. Il fulcro della storia è il Michael Collins di Liam Neeson, ma Rickman non è da meno nei panni di de Valera, nonostante una caratterizzazione che si prende tante, forse troppe, libertà rispetto al personaggio storico (cosa che anche lo stesso attore contestò dopo aver visto il film finito). Si tratta comunque di un'ottima prova al servizio di un film che merita di essere rivisto.
6. Metatron (Dogma)
Chi avrebbe mai immaginato un attore come Rickman nell'universo scurrile e demenziale di Kevin Smith? Probabilmente neanche lo stesso Smith, eppure gli offrì il ruolo di Metatron, un angelo inviato sulla Terra per impedire la fine del mondo, dopo aver scoperto che l'attore era un fan di In cerca di Amy. Rickman è semplicemente esilarante nei panni di una creatura celeste sardonica, al quale Smith regala la battuta migliore del film, quando gli viene chiesto se due angeli ribelli furono mandati all'Inferno: "Peggio: nel Wisconsin." L'intesa tra attore e regista fu tale che Smith propose una seconda collaborazione, questa volta in versione animata. Purtroppo Rickman dovette rifiutare per via di altri impegni, e la parte di Leonardo Leonardo in Clerks: The Animated Series fu assegnata ad Alec Baldwin.
7. Alexander Dane (Galaxy Quest)
Un altro ruolo comico, ancora più spassoso, al servizio di quello che è un omaggio scanzonato e sincero al mondo di Star Trek e del fandom annesso. Rickman mette in mostra il proprio senso dell'umorismo, molto autoironico, nei panni di Alexander Dane, un incrocio fra Patrick Stewart (attore dal passato shakespeariano) e Leonard Nimoy (famoso per aver interpretato un alieno in un noto programma di fantascienza). A dimostrazione di quanto si prenda poco sul serio, non si fa mai vedere senza il trucco che lo trasforma in Dr. Lazarus, divertendosi (e divertendoci) con un aspetto a dir poco ridicolo e una volontà costante di far ridere.
8. Severus Piton (Harry Potter e la pietra filosofale)
Approvato personalmente da J.K. Rowling, che gli svelò in anticipo alcuni dettagli sul passato del personaggio, Rickman fece subito suo il ruolo di Severus Piton, imponendosi sottilmente con eleganza e glacialità, sopravvivendo a qualunque umiliazione sullo schermo (e fuori, come ben sa chi ha mai sentito battute sulla somiglianza fisica fra Piton e Renato Zero). Classico personaggio che tutti amano detestare, Piton era l'anima tragica di un franchise in crescita continua (soprattutto a livello anagrafico), tant'è che nell'episodio finale il momento più commovente, a detta di molti, è tutto suo. Una parola sola, rigorosamente in inglese: "Always."
9. Harry (Love Actually - L'amore davvero)
Di nuovo insieme alla carissima amica Emma Thompson, questa volta nei panni di marito e moglie, nella commedia corale natalizia di Richard Curtis. Pur avendo l'onere di apparire in uno degli episodi meno spumeggianti, Rickman non demorde e regala al suo personaggio una profonda umanità capace di trascendere qualunque banalità sul periodo festivo.
E poi si redime, sul piano comico, con uno splendido team-up insieme a Rowan Atkinson. (Ri)vedere per credere.
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10. Il giudice Turpin (Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street)
Un altro grande cattivo alla corte della Warner Bros., dopo lo sceriffo (e, per certi versi, Piton). Rickman presta la sua classica eloquenza letale ad un magistrato che, in nome di una passione non corrisposta, fa condannare ingiustamente il barbiere Benjamin Barker (Johnny Depp), la cui sete di vendetta dà il via ad un musical grandguignolesco diretto da Tim Burton. Da (ri)vedere soprattutto per ammirare le doti canore di Rickman, protagonista di un bellissimo duetto insieme a Depp.
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Menzione speciale: Marvin (Guida galattica per autostoppisti)
Fuori classifica, in quanto difficilmente riconoscibile per chi ha visto il film in versione doppiata, ma anche perché questo personaggio è l'immagine che esprime al meglio come ci sentiamo dopo aver appreso la notizia della morte di Rickman. Parliamo di Marvin, l'androide paranoico e depresso nato dalla fantasia di Douglas Adams, e che in inglese parla con la voce inconfondibile dell'uomo che fu Hans Gruber. A lui spetta la battuta finale del film, quando tutti i protagonisti si dirigono verso il ristorante che si trova alla fine dell'Universo: "Non vorrei fare il guastafeste, ma il ristorante è nella direzione opposta..."