Nell'anno del centenario Disney e di un film che celebrandolo celebra anche i desideri, ovvero Wish in uscita il 21 dicembre, non ci sembra affatto casuale che si festeggi anche il 30° anniversario di Aladdin, 31° Classico Disney datato 1992 di cui è stato prodotto anche un live action nel 2017. Co-scritto, prodotto e diretto da Ron Clements e John Musker, una delle coppie di autori più prolifiche dei Walt Disney Animation Studios che presero spunto dalla celebre raccolta Le mille e una notte, nello specifico dal racconto persiano Aladino e la lampada meravigliosa. Un mix di suggestioni orientali per raccontare una storia in una terra lontana lontana, Agrabah, eppure vicina per i temi universali che andava ad affrontare. Protagonista uno straccione che si innamora della principessa del reame e pensa che per conquistarla debba diventare un principe anche lui. E quanto si sbaglia...
A tutto musical
Aladdin fa parte di uno dei periodi più celebri e floridi storicamente non solo della Casa di Topolino, ma di tutta l'animazione: dopo il buio del Medioevo, arriva la luce del Rinascimento Disney, un nomignolo dato dal direttore della sezione cinematografica della compagnia Jeffrey Katzenberg. Dieci i film di quest'epoca, che andavano a ripescare le caratteristiche più fortunate dei Classici: i brani musicali originali, tra i più ricordati (e cantati) nella storia Disney, un protagonista giovane e spesso orfano, una storia d'amore impossibile e i cosiddetti sidekick, gli animali e aiutanti dell'eroe/eroina protagonista (molti di questi aspetti li ritroveremo in Wish, tra l'altro) insieme alle prime sperimentazioni digitali.
Impossibile quindi non canticchiare "Le notti d'Orieeentee", "Non sooono uno stracciooone", "Il Principe Alì! Alì Ababwa" ma soprattutto Il mondo è mio, la canzone che suggella l'amore di Aladdin per la Principessa Jasmine mostrandole il suo vero Io, lontano da riflettori e lusso sfrenato. Una canzone talmente famosa e amata, fin dall'originale A Whole New World, che ne sono state proposte tantissime versioni e cover, complice il fatto che è un duetto romantico. La pellicola infatti vinse numerosi premi, principalmente per la colonna sonora, che dovette passare attraverso varie mani e altrettanti menti - Howard Ashman, Jeffrey Katzenberg, Alan Menken, Tim Rice - prima di produrre quei testi e quelle musiche.
Un genio di Classico
Il vero mattatore del film però è praticamente il terzo co-protagonista (se non l'unico e solo): il Genio della Lampada, doppiato in originale da Robin Williams e in italiano da Gigi Proietti (entrambi devono molto a questo ruolo ed è uno di quelli in cui ci piace ricordarli). Vero mattatore del film (tanto da diventarlo a tutti gli effetti nel live action con Will Smith) ha carisma da vendere, una simpatia travolgente e scopriamo man mano che non è stata facilissima la sua vita costretto in quella Lampada, uscendo solo per realizzare i tre desideri del padrone di turno (con alcune clausole) prima di dovervi tornare prigioniero. Parallelamente ci viene presentato il personaggio di Aladdin, un ladruncolo del mercato in città che sogna di vivere in quel palazzo lussuoso fuori le mura ma allo stesso tempo dona il tozzo di pane che aveva rubato a due bambini più poveri di lui. La generosità albeggia quindi già in lui, senza che se ne renda conto, ma è ancora confuso dalle luci della ricchezza.
Jasmine, la Principessa, è sempre stata confinata a palazzo ma vorrebbe vedere il mondo là fuori e sentirsi libera dalle decisioni del padre, il Sultano, e della legge nei suoi confronti. Lei si finge povera e si imbatte in Aladdin, che si finge ricco per impressionarla. Presto, però, capirà che non è ciò che lei cercava e, in fondo, nemmeno lui stesso, perché il denaro e la ricchezza, sebbene aiutino molto, tendono a cambiarti, a trasformare le persone nella peggiore versione di loro stesse. Sarà alla fine del film e al compimento dell'evoluzione del personaggio, però, che Aladdin confermerà e dimostrerà agli spettatori la propria generosità: con l'ultimo dei tre desideri avrebbe potuto fare qualsiasi cosa e restaurare il proprio status sociale, e invece... libera il Genio, in una delle sequenze più commoventi di tutta la storia Disney. Tutti i personaggi di questa storia sono alla ricerca di libertà, e tutti la troveranno dove meno se la aspettano.
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A tutto sidekick
Fondamentali e altrettanto celebri in Aladdin furono i sidekick: non solo la scimmietta Abù del protagonista, che denotava il carattere malandrino dell'animale come lo rivedremo in altre occasioni - su tutte la saga di Pirati dei Caraibi per rimanere "in casa" - e la tigre "domestica" di Jasmine, Raja. Ma soprattutto il Tappeto Volante, dalla parte del Genio e di Aladdin, e Iago, il pappagallo dalla parte di Jafar, il Gran Visir consigliere del Sultano, uno dei villain che hanno fatto la storia della Disney, vendicativo e assetato di potere (proprio in linea con la tematica principale del film).
Tappeto e Iago divengono assoluti co-protagonisti, pieni di verve comica e pronti ad entrare in azione nel momento del bisogno. Iago, tra l'altro, avrà un percorso di redenzione nei due sequel direct-to-video Il ritorno di Jafar (1994) e Aladdin e il re dei ladri (1996) a formare quindi una trilogia, uno di rari casi Disney, nonché nella serie animata spin-off. Fu anche il film con il maggior incasso del 1992 nonché il film d'animazione con il maggior incasso di tutti i tempi fino a due anni dopo, quando uscì Il Re Leone. Da un Classico all'altro, passò il testimone e soprattutto l'importanza del potere della generosità.