Negli Stati Uniti ha incassato 38 milioni di dollari in sole 72 ore di programmazione e in Italia ha conquistato le vette del box office senza troppe difficoltà; stiamo parlando di Rango,film di animazione diretto da Gore Verbinski , vero miracolo produttivo di questa stagione cinematografica. Un caso che ilFuture Film Festival non poteva ignorare, anche e soprattutto in virtù del fatto che dietro al successo di questa stupefacente animazione si cela il tocco inconfondibile dell'Industrial Light & Magic, una delle più famose e capaci aziende nel campo degli effetti speciali digitali. Prima che la Pixar arrivasse a sconvolgere la natura del classico cartoon, la società fondata da un giovane e promettente George Lucas aveva già contribuito alla creazione di gran parte dell'immaginario cinematografico degli ultimi trent'anni. La trilogia di Guerre Stellari, la saga di Indiana Jones, i dinosauri di Jurassic Park, La guerra dei mondi, Transformers e l'universo fantastico di Harry Potter sono solo alcuni dei progetti cinematografici che portano la firma della ILM. Eppure, dopo tanti successi, 14 premi Oscar e 19 nomination, il desiderio di affrontare nuove sfide non si è ancora esaurito. Questo gruppo creativo, prolifico e instancabile come pochi, ha guardato oltre la fiction live alla ricerca di una nuova terra di conquista chiamata animazione. Il tentativo si è trasformato con successo nelle avventure di Rango, camaleonte eternamente indeciso che si trova a dover vestire suo malgrado la stella di sceriffo della cittadina di Polvere. A giocare un ruolo vincente nella realizzazione di questo primo esperimento è stato l'uso della CG animation, già ampiamente applicato all'interno dei lungometraggi. Il film si distingue infatti per un lavoro eccezionale di texture e di lighting oltre che per le creazione di set virtuali.
A svelare al Future Film Festival alcuni dei segreti di un prodotto assolutamente originale dal punto di vista visivo, registico e narrativo è Maia Kayser, responsabile creativo del personaggio Beans e guida d'eccezione attraverso uno dei making of più pioneristici. Arrivata alla corte di Lucas dieci anni fa, giusto in tempo per assistere alla nascita della seconda trilogia di Star Wars, la Kayser non si sarebbe mai immaginata di finire nel polveroso mondo di un far west animato, ma la volontà di Verbinski è stata più forte di qualsiasi tentennamento. " Avevamo lavorato con Gore per molto tempo sulla produzione dei Pirati dei Caraibi ed eravamo consci di trovarci di fronte ad un uomo determinato . Nessuno di noi aveva la minima esperienza nella creazione di un progetto del genere, ma lui sapeva perfettamente cosa voleva e,a l di sopra di qualsiasi scelta stilistica, c'era il desiderio di non usare assolutamente il 3D." Rinunciando di buon grado alla tecnologia del momento, il regista ha puntato tutto sulla realizzazioni d'immagini uniche nella loro risoluzione. "Gore è stato chiaro fin dall'inizio - continua la Kayser - ciò che desiderava ottenere era un effetto visivo con un livello di dettagli altissimo. Dovevamo puntare tutto sulla tattilità della immagini e staccarci dalla tradizione patinata e liscia dell'animazione tradizionale. " In questo modo la ILM ha scelto uno stile personale e l'ha cavalcato fino in fondo, premiata dal pubblico e dalla critica per la sua buona dose di coraggio. _" La scena iniziale del terrario è incredibilmente esemplificativa di quanto ho detto fino ad ora. In quel suo mondo artificiale c'è un'idea di perfezione patinata ben nota al grande pubblico, ma il panorama cambia radicalmente quando Rango viene catapultato in un mondo sporco e grottesco come non si era mai visto prima." _ A parte le immagini polverose, la luce incredibilmente realista, un set digitale realizzato fin nei minimi dettagli e i 65 personaggi principali il segreto dello stile di Rango si nasconde dietro un particolare piccolissimo; i suoi occhi. "Nelle altre animazioni vediamo sempre personaggi con occhi molto grandi, incredibilmente brillanti, spalancati e facili da interpretare. Con Rango ci siamo trovati nella situazione opposta e non avete idea di quanto sia stato difficile renderlo emozionalmente comunicativo a queste condizioni. Non sapevamo dove appigliarci, poi un giorno Gore è andato in uno zoo e si è letteralmente innamorato di un camaleonte tanto da comprarne uno per lasciarlo vivere nel suo ufficio. Da quel momento tutto è stato più chiaro. In qualche modo, grazie a lui, abbiamo capito di più sulla natura del nostro protagonista e di come avremmo potuto sfruttare i cerchi intorno agli occhi per dare profondità e variabilità al suo sguardo". A completare il viaggio all'interno della ILM e a dare man forte alla Kayser arriva anche Leslie Iwerks, veterana dell'azienda e presentatrice del documentario Industrial Light & Magic: Creating the Impossibile, con il quale si celebra un percorso professionale indubbiamente unico. Così, attraverso la voce guida di Tom Cruise registi come Steven Spielberg, Ron Howard,J.J. Abrams e John Lassnter ringraziano e s'inchinano di fronte ai maestri dell'incredibile.Al Future Film Festival i maestri dell'Industrial Light & Magic
La Lead Animator Maya Kayser e la veterana Leslie Iwerks raccontano in quel di Bologna la ILM, la più grande società d'effetti speciali digitali a cui si deve la creazione di gran parte dell'immaginario cinematografico degli ultimi trent'anni.