Ogni giorno, in Africa, la gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più del leone: ma pure la renna in Lapponia non è che batta la fiacca, anzi. Il piccolo Ailo, appena nato, impara a stare in piedi in cinque minuti e dopo dieci già corre e nuota, in mezzo alla natura ghiacciata e selvaggia. La sua storia, che copre l'arco di 16 mesi e quattro stagioni, è al centro del film documentario Ailo - Un'avventura tra i ghiacci.
In sala dal 14 novembre, distribuito da Adler Entertainment, Ailo - Un'avventura tra i ghiacci, diretto da Guillaume Maidatchevsky, nella versione italiana ha la voce narrante di Fabio Volo, che abbiamo incontrato per un'intervista a Roma , dove ci ha subito raccontato che metodo ha utilizzato per calarsi nel clima rigido della tundra: "Ho doppiato il film ad agosto a Milano: con una bella umidità. Però il condizionatore era acceso, quindi come temperatura un po' ci assomigliava."
Seguendo le avventure di Ailo e della mamma - ne abbiamo parlato nella nostra recensione di Ailo - un'avventura tra i ghiacci - è molto facile che gli spettatori più stagionati vengano assaliti da un timore: che le renne facciano la stessa brutta fine della madre di Bambi. Per fortuna è un dubbio infondato, come ci ha detto lo stesso Fabio Volo: "Quando ho conosciuto il regista gli ho chiesto se sapeva se Ailo fosse ancora vivo: che fine ha fatto Ailo? Ho sperato che non ci fossero delle scene in cui l'animale con cui avevo empatizzato morisse: ho sempre paura che i bambini non siano ancora pronti, anche se in realtà lo sono. Questo è un film pulito, da vedere sereni: non come noi, che a ogni film prendevamo una batosta emotiva perché in ogni cartone animato moriva un genitore, il cane, il gatto... Qui sono stati più bravi."