Ahsoka, la nuova serie televisiva facente parte del mondo di Star Wars, si è purtroppo conclusa il 3 ottobre 2023 con l'ottavo episodio (qui la nostra recensione) segnando in modo indelebile il franchise di George Lucas. Lo show, ideato interamente da Dave Filoni, con la sua potenza narrativa ed estetica è riuscito nella difficile impresa di offrire nuove prospettive ai fan di Guerre Stellari, imprigionati, da qualche anno, in uno strano limbo in mezzo a prodotti deludenti (su tutti, la trilogia sequel della saga) e qualche speranza saltuaria (in particolare The Mandalorian ed Andor).
Proprio Ahsoka, grazie ad una notevole completezza e ad una chiarezza d'intenti cristallina, è riuscita ad andare oltre i pochi riusciti titoli live-action della Galassia lontana lontana, preparando delle interessanti basi per il futuro dell'intero franchise che non è apparso mai così promettente. Andiamo a scoprire, quindi, quali sono i 5 elementi che rendono Ahsoka così rivoluzionaria e importante per l'universo sci-fi stesso creato nel lontano 1977.
1. Il ritorno dell'epica
Lo dicevamo già in prospettiva dello sviluppo di Ahsoka su Disney+, quando ancora avevamo tra le mani pochi episodi per giudicare la serie: lo show targato Filoni aveva il compito difficile di tracciare la strada per il futuro, tenendo conto inevitabilmente dei vari errori recenti nella gestione dell'universo di Lucas. Alla fine della corsa, l'opera si è rivelata un successo su tutti i fronti, complice, in primis, un ritorno folgorante e inaspettato a quell'epica che aveva contraddistinto la vecchia trilogia della saga e alcune opere televisive successive, ma che era mancata proprio in Episodio VII, VIII e IX. La fascinazione della scoperta, racconti e leggende che diventano realtà, il potere della Forza e una mitologia sempre più dettagliata e complessa: la serie riesce a tenere alta l'attenzione mettendo in piedi, passo dopo passo, un worldbuilding e un background affascinante sul quale si poggia la narrazione orizzontale del prodotto. Tutto questo era mancato agli appassionati, che in questo modo hanno riscoperto una sensazione familiare ovvero lo stupore dell'ignoto.
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2. Una visione organica e autoriale
Un'altra pesante mancanza della trilogia finale della saga degli Skywalker è stata la totale assenza di una visione organica, come tra l'altro avevamo sottolineato in un articolo. La scarsa gestione produttiva del piano cinematografico aveva portato ad uno sbilanciamento tra i film, che sembrava non seguissero una linea retta prestabilita, non dialogando fra loro. Ancor più che The Mandalorian e Andor, che comunque hanno dimostrato un'ampia prospettiva a lungo termine dal punto di vista contenutistico, Ahsoka ha la fortuna di essere figlia di una mente unica, Dave Filoni, che già con Star Wars Rebels e Clone Wars aveva tessuto delle importanti trame nell'universo di Guerre Stellari. Con questo nuovo prodotto, lo showrunner ha saputo riprendere con continuità tali storie, mostrando l'evoluzione di alcuni personaggi di sua creazione, ma anche portando le varie storylines, sia piccole che grandi, verso direzioni totalmente differenti. L'opera risulta quindi non solo coerente e armonica con il mondo creato dall'autore, ma anche con l'intero macrocosmo di Star Wars, prendendo un posto ben preciso nel vasto panorama fantascientifico di riferimento.
3. Oltre i Jedi e i Sith
Per decenni, nel mondo di Star Wars, siamo stati diretti testimoni di una dicotomia radicale tra bene e male, luce e oscurità, Jedi e Sith. Tale concezione fortemente limitante è parte integrante, in particolar modo, della vecchia trilogia, quando ancora il franchise non aveva espresso il suo pieno potenziale. Con l'avvento dell'universo espanso (purtroppo oramai fuori canone e ricaduto sotto l'etichetta Legends) e con lo sviluppo di nuovi progetti canonici nel corso del tempo, questa visione dualistica ha lasciato sempre più spazio alle sfumature e proprio un personaggio come Ahsoka rappresenta una particolare interpretazione della Forza perché non strettamente legata né al Lato Chiaro che Oscuro della Forza. Su questa linea d'onda, all'interno dello show, si collocano Baylan Skoll e Shin Hati, interpretati rispettivamente da Ray Stevenson ed Ivanna Sakhno, inizialmente inquadrati come Inquisitori imperiali, ma che in realtà sono dei particolari mercenari con uno scopo non meglio identificato che sembra andare oltre l'ordine costituito, perseguendo una particolare rinascita della Galassia.
4. Un racconto che abbraccia l'universo
L'immediata conseguenza di avere una serie come Ahsoka, che si pone come un pilastro fondamentale dell'universo di Lucas, è che l'intera narrazione abbraccia calorosamente il mondo di Star Wars in tutte le sue sfaccettature. Non solo per una questione di coerenza di linguaggio e di temi, ma anche perché lo show incarna, in qualche modo, una sorta di summa perfetta e completa di tutto quello che abbiamo conosciuto di questo franchise fino ad ora (per fortuna riportando alla luce solo il meglio e non il peggio di questi anni). Al di là dell'epica di cui abbiamo fatto già menzione, non mancano frenetici combattimenti stellari, viaggi nello spazio (stavolta andando oltre i confini conosciuti della Galassia), duelli con le spade laser al cardiopalma, incontri sorprendenti, politica, filosofia e molto altro ancora. Dave Filoni è riuscito ad esprimere tutto questo senza rinunciare a nulla, gestendo molto bene il minutaggio a disposizione.
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5. Tornare indietro e guardare avanti
Lo abbiamo detto spesso: nel mondo dell'intrattenimento capita che, per andare avanti nel futuro bisogna necessariamente ripercorrere dei passi fatti in precedenza e anche nel caso di Ahsoka, tornare indietro nel tempo è assolutamente necessario per guardare l'avvenire con più consapevolezza. Proprio l'opera, infatti, da un lato riprende dei punti narrativi insoluti per andare a risolverli e ripartire proprio da questi per sviluppare nuove diramazioni future; dall'altro ripropone alcuni stilemi classici, da alcune finezze stilistiche a palesi richiami al passato della saga, per rileggerli in chiave moderna e aggiornata. In questo modo, lo show rispetta appieno l'eredità importante che hanno lasciato i prodotti precedenti, siano essi film, serie tv, romanzi e anche videogiochi, riscrivendo contemporaneamente un nuovo capitolo di uno dei franchise più importanti di sempre, che, nonostante siano passati ben 46 anni dal suo debutto su schermo, continua ad emozionare sia grandi che piccini.