Alien: Covenant sì? Alien: Covenant no? Mentre il web si divide tra estimatori e detrattori dell'ultimo Ridley Scott, ormai un po' in su con l'età, ma ancora voglioso di arricchire la sua saga horror di nuovi capitoli, un altro alieno si sta facendo largo tra gli scaffali di DVD e Blu-ray. Si tratta di Aglien, pellicola satirica di impronta livornese ispirata al capolavoro di Scott del 1979. Dal titolo si intuisce che, più che spaventare, Aglien punti a far ridere il pubblico. D'altronde la mente creativa del film è il piombinese Andrea Camerini, collaboratore storico del Vernacoliere, celebre rivista satirica livornese, e autore del Troio, uno dei personaggi più esilaranti apparsi sulle pagine del giornale.
Definire Aglien una parodia comica di Alien è riduttivo. Seppur realizzato con un budget minimo, il film ricalca puntualmente la storia del capolavoro di Ridley Scott e ricostruisce in maniera casalinga, ma accurata, ambienti e situazioni "galattiche". Aglien ha perfino la sua Ripley, anzi, Ripli, coraggiosa, ma un po' stordita, interpretata dalla bella Valeria Barreca. Il film, realizzato per divertimento da Andrea Camerini nella torrida estate del 2011 con la sua Grezzofilm, è venuto talmente bene che ha vinto cinque premi al Los Angeles Web Series Festival, dove era stato presentato in forma di web series in 12 puntate da cinque minuti ciascuna. A quattro anni di distanza Camerini e il cast quasi al completo, con amici e parenti a corredo, si è ritrovato nei pressi di Firenze per celebrare l'uscita della versione home video edita da Federal Video e distribuita da CG Entertainment. La proiezione del film, preceduta da un ricchissimo backstage in cui il cast ricorda con dettagli esilaranti il periodo della lavorazione, è stata accompagnata da cori da stadio, sfottò, barzellette e da un'atmosfera da gita scolastica, in linea con la visione scanzonata di Andrea Camerini.
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Gli assalti alieni? Tutta colpa dell'Imu!
Aglien si apre all'interno dell'astronave Nostronzo (nome che evoca la più seriosa Nostromo) mentre gli otto membri dell'equipaggio vengono risvegliati da un sonno criogenetico lungo 66 anni per fare ritorno sulla Terra e pagare l'Imu. I loro piani vengono, però, sconvolti da un messaggio di SOS captato dal computer di bordo, Tu'Mader, che li guida verso lo sconosciuto pianeta LI0586 (prefisso di Livorno) dove rinvengono delle strane uova. Da qui in poi è facile immaginare cosa accadrà ai nostri prodi una volta risaliti sull'astronave. Astronave che Andrea Camerini ha costruito nel garage del padre, naturalmente a sua insaputa, dando il là a questa pazza avventura: "Con Grezzofilm già dal 2000, prima della nascita di YouTube, facevamo parodie che poi pubblicavamo su Grezzofilm.com. Un conto era fare parodie in esterni come Dracula, ambientato nel Castello di Populonia, o Lezioni di piano con Carlo Monni, che abbiamo girato sulla spiaggia di Baratti facendo finta che fosse la Nuova Zelanda. Quando servivano set chiusi, come la galera di Zorro o la tomba della Mummia, li giravamo tutti nello scantinato di mio padre che naturalmente non sapeva nulla. C'è stato un momento di crisi quando il tecnico che veniva a leggere il contatore si è trovato davanti una tomba egiziana e non voleva più entrare in garage perché pensava che portasse male. A un certo punto questi materiali hanno cominciato ad accumularsi nel cortile, arrivava la gente con gli apini pieni di materiali di scarto e li scaricava lì. Mio padre diventava matto, quando mi ha chiesto la ragione gli ho confessato che stavo costruendo un'astronave".
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Aglien è un atto d'amore
Al di là della dimensione comico-parodistica, Aglien nasce da un vero e proprio atto d'amore di Andrea Camerini nei confronti di Ridley Scott e della sua opera e forse è proprio questa la marcia in più che eleva la pellicola dal rango di parodia. Se si aggiunge una buona dose di humor labronico a corredo, ecco spiegato il successo del film. Confessa Camerini: "Il mio rapporto con Ridley Scott sarebbe da psicanalizzare. A parte che siamo amici su Facebook... Aglien è un film serio. E' una versione alternativa per persone come me che amano il vero Alien e l'hanno visto cento volte. Io ho molto rispetto per le parodie, ma questo film è un atto d'amore. Alien è il film che avrei voluto veder girare nel 1978 perché mi è rimasto dentro. Mio padre mi portò a vedere il film a Firenze, alla prima, nel 1979. All'epoca non c'era internet e non so per quale strano motivo si fosse convinto che Alien era il sequel di Guerre stellari. Io avevo sei anni e sono rimasto terrorizzato dall'alieno. Allora ho pensato 'Se Ridley Scott ha traumatizzato la mia infanzia, io voglio traumatizzare la sua vecchiaia. Ogni volta che esce con un film, io lo rifaccio. Il prossimo sarà Blade Runner".
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Il futuro di Alien... e di Aglien!
Ma cosa ne pensa Andrea Camerini della voglia di Ridley Scott di continuare a rimaneggiare la sua saga aliena con nuovi sequel? Come tutti i fan appassionati dello Scott della prima ora, il regista nutre qualche dubbio sulla bontà degli ultimi lavori: "Già con Prometheus, Scott ha rischiato grosso. Alla sua età non hai più voglia di fare film per il botteghino, con tutto quello che ha guadagnato. Lui voleva mettere i puntini sulle i perché i registi che hanno girato i sequel, Cameron e Fincher, non si sono addentrati più di tanto in spiegazioni. Scott ha sentito il bisogno di fare chiarezza, ma l'ha presa un po' larghina. Se riassumi Alien in quattro battute parla di un'astronave che sbarca su un pianeta e un alieno li uccide tutti. In Prometheus su un pianeta arrivano dei tipi siliconati che sembrano bodybuilder pelati, bevono un chinotto su una scogliera, si sentono male, cadono nel dirupo e muoiono. Prima di morire, però, questi che sarebbero i nostri creatori hanno ideato un virus per sterminare non si sa quale razza. Cioè, io mi rifiuto. Allora meglio fare Aglien".
Andrea Camerini si coccola la sua creatura in formato home video, annunciando la presenza di un gustoso easter egg, ma come per ogni "grande produzione" che si rispetti, nelle interviste contenute nel backstage il cast rievoca le sciagure vissute sul set, il caldo patito nel garage di casa Camerini nel torrido luglio piombinese, le notti insonni passate a girare immersi in effluvi non proprio piacevoli tra tutte intrise di sudore e parrucche maleodoranti. Per non parlare del povero Cristo costretto a indossare il costume dell'alieno che, dopo 6 ore al giorno di trucco, si è fatto venire la cervicale a furia di rattrappirsi perché il testone del mostro non entrava nell'astronave. Prima di lasciare Camerini a festeggiare con il suoi team, è obbligo chiedere se anche il Troio prima o poi prenderà la via del cinema. Ecco la sua risposta ironica: "Ma dai, non me l'aveva chiesto nessuno prima. Stiamo lavorando su varie possibilità. Il Troio è una parte di me, ma ormai è indipendente. Io sono solo il suo biografo, è come se fosse un inquilino scomodo. Chi potrebbe interpretarlo? Finora non ci ho mai pensato. Se devo trovare una somiglianza, sarebbe un giovane David Gilmour, ormai David ha un'età...".