Zero, come ground zero e come il punto di partenza per le indagini sull'attacco alle torri gemelle. Zero per esprimere la volontà di ripartire da zero nel pensare alle cause e alle motivazioni della strage dell'11 settembre. Queste sono le volontà espresse nel proprio documentario da Franco Fracassi (con la collaborazione di Davide Marengoe Paolo Bianchi): cominciare a fare quel discorso e quelle indagini che l'FBI non ha voluto o potuto fare.
Per fare questo sono state necessarie molte interviste a personaggi delle istituzioni, a personaggi che hanno indagato autonomamente e anche a semplici operatori che stavano nelle torri al momento dell'impatto e si sono miracolosamente salvati.
Ma per evitare le accuse di mostrare solo una versione dei fatti ed essere quindi smaccatamente di parte, il documentario inizia con una sigla in cui Dario Fo fa il punto sulla versione ufficiale, quella del governo americano e solo poi prosegue per le proprie strade personali, con filmati inediti e ricostruzioni in 3D.
Una lavorazione molto difficile insomma quella di Zero - Indagine sull'11 settembre, e non solo dal punto di vista organizzativo. Il film è stato infatti finanziato totalmente dagli autori e da quanti hanno voluto donare qualcosa (acquistando una quota dei diritti sull'opera) dal sito durante la lavorazione. Lavorazione che ancora non è ultimata (lo sarà tra un paio di mesi): al momento si stanno definendo gli ultimi dettagli, concludendo gli accordi con distributori italiani ma soprattutto stranieri, perchè l'intento è diffondere in tutto il mondo la consapevolezza delle possibili versioni alternative degli eventi dell'11 settembre 2001. A questo scopo Fracassi sta cercando un attore inglese che possa fare da voce narrante per la versione internazionale.
Molte le interviste importanti del documentario. C'è uno dei portieri di una torre che al momento dell'impatto era nei sotterranei e ha sentito distintamente delle esplosioni che hanno preceduto l'arrivo dell'aereo (tetimonianza questa omessa dai verbali ufficiali), c'è poi l'incaricato per la perizia ufficiale sul crollo delle torri, licenziato dopo aver rivelato come si procedeva alla suddetta perizia. Ma oltre a queste persone ci sono anche scienziati e eminenti studiosi come Steve Jones, l'inventore del concetto di fusione fredda, che ha lavorato 5 anni allo studio del crollo delle torri arrivando a conclusioni diverse dalla versione ufficiale, anch'egli lavorava per il governo ed è stato licenziato. C'è anche l'addetto all'ufficio stampa del pentagono che ha avuto modo di fare indagini in proprio intervistando tutti quelli che poteva ed è disposto a raccontare cosa sia successo nel Pentagono premettendo che è più importante capire cosa sia successo dentro l'edificio piuttosto che capire cosa l'abbia colpito. Insomma un fiorire di gole profonde, spioni, soffiate, filmati amatoriali alternativi, reporter improvvisati, agenti segreti internazionali e uomini che sapevano tutto già molto prima dell'11 settembre.
Eppure ci tiene Giulietto Chiesa (coautore della sceneggiatura) a respingere ogni accusa di complottismo: "L'obiettivo è riaprire la commissione di inchiesta! E se non lo fanno gli americani lo deve fare qualcun altro".