Il plot
Prosegue la lotta a distanza tra l'Hydra e il nuovo SHIELD guidato da Coulson, e per il momento sembra che l'organizzazione terroristica abbia un vantaggio decisivo. Arrivato per primi all'ex agente SHIELD chiamato "Agente 33", l'ex gerarca nazista Whitehall inizia sulla donna un processo di lavaggio del cervello. Ma il team di Coulson non è rimasto con le mani in mano e, mentre Skye migliora costantemente grazie all'addestramento di Melinda May, il loro asso nella manica viene rivelato: Jemma Simmons. L'allontanamento dal gruppo, e da Fitz, era solo il primo passo di una mossa particolarmente rischiosa: far infiltrare Simmons nell'Hydra, in modo da avere una fonte di informazioni più valida e affidabile delle ambigue risposte di Ward.
L'azzardo sembra pagare: grazie alla Simmons, Coulson scopre che l'Hydra è sulle tracce di una vecchia conoscenza, l'ex recluta SHIELD e attuale supercriminale Danny Gill, che in seguito all'incidente visto nella scorsa stagione ha acquisito un micidiale tocco congelante. La partita si giocherà a Casablanca, con l'Hydra intenzionata a recuperare Blizzrad e lo SHIELD ben deciso a impedirglielo. Nel frattempo, Fitz scopre che è proprio Grant Ward la persona prigioniera nei sotterranei della base, ed è seriamente intenzionato a ripagare l'ex compagno con la stessa moneta. Ma Ward è in possesso di un'informazione che potrebbe salvare la vita del gruppo in missione...
Cosa ci è piaciuto
- Fitz, again: ormai il "damaged" Fitz è diventato il fulcro principale attorno a cui ruota tutta la storia. Il dramma personale del personaggio, il tentativo disperato di recupero grazie al supporto di Mack, la sua fragilità e, nonostante tutto, la dignità sul finale, quando alla domanda di Coulson: "Perché non hai ucciso Ward?" risponde con disarmante semplicità: "Non sono un assassino".
- Not half bad: c'era da reggere all'urto della premiere di The Flash e Arrow, c'era da recuperare la rotta (parzialmente) fuori direzione della scorsa puntata e questa volta ha funzionato tutto a puntino. Pur senza sobbalzi di sorta o particolari picchi, la puntata mantiene quanto promette: buone battute, intreccio e occasionali superpoteri. La serie ha ormai trovato la sua dimensione naturale e si può procedere a un progressivo e costante miglioramento "Whedon style"
- I'll shoot you: la tensione tra May e Lance Hunter, dopo gli eventi della scorsa puntata, risulta uno dei momenti meglio riusciti della puntata. Più in generale, l'integrazione della new entry con il resto del gruppo pare procedere decisamente bene.
- Heart beat: attenzione, Skye: ricorda che l'abilità di Ward è scoprire le vulnerabilità degli altri... e usarle contro di loro.
Cosa non ci è piaciuto
- Whitehall, and that's all?: per essere una delle figure più pericolose e autorevoli dell'Hydra, il Daniel Whitehall del Cinematic Universe è, almeno per il momento, alquanto deludente. Probabilmente una recitazione non particolarmente incisiva o una sceneggiatura che ancora non si è concentrata a sufficienza sul villain di turno.
Trivia
Daniel Whitehall, alias Kraken, è uno dei principali esponenti dell'organizzazione terroristica Hydra. Specializzato nell'operare nella più completa segretezza, è il responsabile dell'addestramento dei migliori agenti Hydra, inclusa la micidiale Viper. La sua arma principale è un elmo mistico: una volta indossato l'elmo, tutto il corpo viene coperto da un'armatura tecno-magica, dotata di armi mortali. Vecchio e ormai gravemente malato, Whitehall fu avvicinato da Jacob Fury, fratello minore di Nick Fury, che gli rubò l'elmo mistico e lo uccise per prendere il suo posto nell'Hydra come nuovo Kraken.
What's Next
Piccoli aggiustamenti in positivi danno un minimo di fiato alla serie, ma adesso la competizione è serratissima. Per fortuna lo show è ormai assestato, certo, ma la mancanza di un forte richiamo cinematografico (almeno fino all'uscita di Avengers: Age of Ultron) potrebbe essere un serio handicap. Ma se le prossime puntate mantengono il ritmo di questa, siamo sulla strada giusta.
Movieplayer.it
3.5/5