Agents of S.H.I.E.L.D. 7, recensione del primo episodio: l’importanza del passato

Recensione della premiere della settima stagione di Agents of S.H.I.E.L.D., l'annata finale della serie spionistica della Marvel.

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Agents of S.H.I.E.L.D. - un'immagine della settima stagione

Scrivere la recensione del primo episodio di Agents of S.H.I.E.L.D. 7 significa fare i conti con l'inizio della fine di un'era: si tratta infatti del primo di tredici episodi che chiudono definitivamente lo show spionistico del Marvel Cinematic Universe e, con esso, tutta una fase (o Fase?) del meccanismo produttivo della Casa delle Idee, che da quest'anno avrà Disney+ come dimora privilegiata per le sue produzioni seriali. Nello specifico, la serie incentrata su Phil Coulson e la sua squadra all'interno dell'agenzia capitanata da Nick Fury aveva debuttato su ABC, il canale generalista della Disney, ed è lì che dal 27 maggio (5 giugno per l'Italia, grazie a Fox) si sta concludendo il viaggio catodico di Coulson e soci, questa volta alle prese con una minaccia che attraversa le epoche, a cominciare dagli anni Trenta.

Ritorno alle origini

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Agents of S.H.I.E.L.D. - una foto di scena della stagione 7

Avevamo lasciato i protagonisti di Agents of S.H.I.E.L.D. nel bel mezzo di un nuovo conflitto con una razza non terrestre nota come i Chronicom, il cui leader aveva le fattezze del defunto Phil Coulson (Clark Gregg). Dopo aver acquisito tutte le conoscenze dell'agenzia, i villain di turno si erano recati nel passato, per l'esattezza negli anni Trenta. Ed è lì che si reca la squadra, capitanata per l'occasione da un LMD (Life Model Decoy) che ha l'aspetto e i ricordi di Coulson. Arrivati anche loro nella New York del 1931, devono sventare il piano dei Chronicom, che sembra ruotare attorno alla creazione dello stesso S.H.I.E.L.D., e scoprono ben presto di doversi spingere oltre quello che immaginavano: per preservare il presente, infatti, devono far sì che possa nascere l'Hydra, storica nemica degli eroi Marvel, e così inizia una missione che porterà Coulson e gli altri dove non erano mai stati prima, nei luoghi dove tutto ebbe inizio.

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S.H.I.E.L.D.: Endgame

Avengers: Infinity War - Thanos in un'immagine del primo trailer
Avengers: Infinity War - Thanos in un'immagine del primo trailer

Dopo una prima stagione parzialmente appesantita dai legami con gli eventi dei film del MCU (nella fattispecie Captain America: The Winter Soldier), la serie si è gradualmente ritagliata un proprio angolo, pur non disdegnando allusioni all'universo più vasto. Poi, lo scorso anno, per evitare complicazioni a causa di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, la sesta annata scelse sostanzialmente di ignorare entrambi i film, portando alla teoria che si svolgesse in una linea temporale alternativa dove Thanos non aveva annientato metà delle forme di vita nel cosmo (gli showrunner non hanno mai confermato o smentito la cosa, forse in vista di una risposta definitiva nelle settimane a venire, poiché le ultime due stagioni sono state pianificate in tandem). C'era però un accostamento tematico, legato al lutto per la morte di Phil Coulson al termine della quinta stagione, e qui il legame si fa più esplicito, tirando in ballo i viaggi nel tempo. Una scelta logica, poiché sia al cinema che sul piccolo schermo tale strategia narrativa era dovuta alla chiusura di un ciclo e omaggiava quanto venuto prima.

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Avengers: Endgame, l'armatura di Thanos

In questo caso, però, viene il legittimo dubbio su quanto lo show sia effettivamente ancora legato all'universo cinematografico, poiché la premessa della settima stagione ruota attorno al tentativo di riscrivere il presente alterando il passato, cosa teoricamente non possibile nel MCU come spiegato lo scorso anno. Già in altre occasioni la canonicità della serie era stata messa in discussione dai fan (e una dichiarazione fraintendibile di Joss Whedon sulla questione di Coulson non aiutò in tal senso), soprattutto per l'assenza di crossover espliciti che però erano dovuti a ragioni puramente pratiche (i film sono scritti con almeno un paio d'anni di anticipo, mentre gli episodi della serie sono realizzati da zero a pochi mesi prima della messa in onda). È anche possibile che l'avventura attuale di Coulson chiarisca alcuni aspetti poco chiari di quanto visto al cinema, poiché la stessa spiegazione fu aggiunta durante i reshoot in seguito a una proiezione test che creava un po' di confusione in merito. Comunque vada, lo show si è già sufficientemente allontanato dal genitore cinematografico da potersi permettere delle libertà in più, e chiudere il cerchio in questo modo è, almeno sulla carta, una decisione molto intelligente, così come lo era far morire il protagonista al termine della quinta annata, che inizialmente doveva essere quella finale.

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Il ritorno del Figlio di Coul

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Agents of S.H.I.E.L.D. - Clark Greg nella stagione 7

Oltre alla dimensione temporale, l'aspetto più interessante di questo primo capitolo dell'annata conclusiva è il secondo (o terzo, a seconda dei punti di vista) ritorno di Phil Coulson, questa volta sotto forma di entità artificiale, un LMD. Opzione che molti fan avevano già suggerito ai tempi dell'annuncio dello show, che trasformò in strumento di marketing l'hashtag #CoulsonLives che spopolava sul web dopo l'uscita di The Avengers, e che ora si è fatta concreta. Una strategia che per certi versi rimanda alla prima stagione, dove Coulson redivivo si opponeva a qualunque forma di resurrezione (motivo per cui ha accettato senza esitazioni il decesso definitivo due anni fa), e conferisce a questa nuova incarnazione del protagonista una dimensione metafisica molto apprezzabile, simile alle disquisizioni spirituali dei robot asimoviani o dell'androide Data in Star Trek: The Next Generation. Questo nuovo personaggio è e al contempo non è Coulson, e questo paradosso si annuncia già come uno degli elementi fondamentali di questo ultimo, breve viaggio insieme agli agenti che hanno dominato i nostri piccolo schermi dall'autunno del 2013.

Conclusioni

Arriviamo in fondo alla recensione del primo episodio di Agents of S.H.I.E.L.D. 7 con un misto di entusiasmo e malinconia, perché se da un lato sarà un po' triste dire addio alla serie che ha portato il Marvel Cinematic Universe sul piccolo schermo, dall'altro è intrigante il modo che hanno scelto per salutarci (per scelta loro, senza pressioni del network). E il ritorno di Phil Coulson, in una veste inedita, non lascia indifferenti.

Movieplayer.it
4.0/5

Perché ci piace

  • Clark Gregg trova nuove sfumature recitative per il ruolo di Phil Coulson.
  • La componente temporale è molto intrigante.
  • Il ritorno al passato è ricco di spunti affascinanti.

Cosa non va

  • L'apparente contraddizione di quanto visto in Avengers: Endgame non andrà giù a tutti.