Coulson e i suoi agenti sono quasi tutti usciti dal Framework e tornati nel mondo reale, ma la minaccia cibernetica non è finita: Ophelia, dotata di un corpo e di emozioni umane, vuole ricreare la distopia virtuale servendosi dei Life Model Decoys per alimentare la paura latente nei confronti degli Inumani e screditare le attività dello S.H.I.E.L.D. dopo la sua recente riabilitazione. Per sconfiggerla sarà necessario ricorrere a metodi poco ortodossi, e in quel reparto potrebbe essere utile l'aiuto di Ghost Rider, tornato a sorpresa dalla sua trasferta in un'altra dimensione...
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Uno e trino
Da un paio d'anni la strategia vincente di Agents of S.H.I.E.L.D. è stata quella di sfruttare appieno l'opportunità offerta dall'imposizione della pausa natalizia nel palinsesto televisivo americano, dividendo la stagione in due archi narrativi distinti ma comunque collegati anziché estendere un'unica trama orizzontale su una ventina di episodi, col rischio di allungare inutilmente solo per aderire alle regole della serialità (questo fu il difetto principale della prima annata, costretta a girare un po' a vuoto in attesa che l'uscita di Captain America: The Winter Soldier consentisse agli showrunner di mostrare tutte le loro carte). Per la quarta stagione è stato deciso di fare un ulteriore passo in avanti e concepire tre storie consecutive destinate ad unirsi nella fase finale: nel periodo autunnale è toccato a Ghost Rider, anello di congiunzione tra la parte televisiva e quella cinematografica della Marvel per quanto riguarda l'introduzione di magia e forze sovrannaturali (nel medesimo arco di tempo è uscito in sala Doctor Strange, omaggiato in questa sede sul piano visivo); in inverno e primavera invece, grazie anche all'assenza di un film con cui fare il consueto crossover (Guardiani della Galassia Vol. 2 è ambientato nello spazio e nel 2014, e di conseguenza non incide sugli eventi attuali del Marvel Cinematic Universe), è toccato prima a LMD, esplorazione della vita sintetica con sprazzi di filosofia ereditati da Avengers: Age of Ultron, e poi a Agents of Hydra, divertente viaggio in una realtà alternativa che strizza l'occhio a Matrix (con una conclusione giustamente agrodolce, corredata dalla dedica finale all'ex-villain Powers Boothe, morto pochi giorni prima della messa in onda americana dell'epilogo di stagione). Ciliegina sulla torta, la miniserie web Agents of S.H.I.E.L.D.: Slingshot, collocata tra le prime due storyline.
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In tutto questo c'è stato anche l'effetto di Captain America: Civil War, con l'ufficializzazione del ritorno in scena dell'organizzazione spionistica dopo la clandestinità delle due stagioni precedenti, e un desiderio apparente di chiudere un cerchio aperto nell'autunno del 2013, rimescolando in modo relativamente inedito le storyline legate all'Hydra, debellata un anno fa, e agli Inumani (in attesa che questi ultimi appaiano nella propria serie, in onda tra alcuni mesi) in modo da portare a termine un capitolo della vita dello show e passare ad altro. Per certi versi siamo arrivati alla fine della Fase Uno - per usare la terminologia cinematografica Marvel - e, a meno che il cambiamento annunciato nella scena finale non sia una modifica provvisoria, si prospetta una seconda parte piuttosto allettante (con potenziale per una chiusura forte qualora la quinta stagione dovesse essere l'ultima), senza dimenticare la possibilità più tangibile del solito di un'apparizione dei personaggi dello show nell'evento cosmico che sarà Avengers: Infinity War, forse il momento migliore per far riapparire al cinema Phil Coulson (ora collocato su una base spaziale, presumibilmente al servizio di S.W.O.R.D., il ramo interplanetario dello S.H.I.E.L.D.).
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Son of Coul
Proprio Coulson, personaggio creato appositamente per il Marvel Cinematic Universe e divenuto un beniamino dei fan nei suoi quasi dieci anni di esistenza, si riconferma l'elemento più interessante di un serial che inizialmente sembrava nato quasi per gioco, solo per soddisfare quegli appassionati che non avevano digerito la morte del personaggio in The Avengers (l'uso dell'hashtag #CoulsonLives in sede di marketing la diceva lunga). Grazie anche all'entrata di scena di Ghost Rider (il cui spirito di vendetta si lega temporaneamente a Coulson nell'episodio finale) e alla realtà alternativa dominata dall'Hydra è stato dato modo a Clark Gregg di esplorare nuove sfaccettature della personalità di colui che involontariamente è diventato il vero cuore umano del franchise della Casa delle Idee, il che rende ancora più potente la decisione di spostarlo in zone ultraterrene per i mesi a venire. Un nuovo inizio per lui e per la serie, che al termine di un percorso durato quattro anni ha saputo abilmente smentire i pregiudizi di chi aveva abbandonato la visione dopo una manciata di episodi.
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4.0/5