Dovreste probabilmente tenere conto, nell'avvicinarvi alla nostra recensione di After, di quanto ci abbia intenerito leggere la biografia di Anna Todd, scrittrice improvvisata sulla piattaforma online Wattpad diventata fenomeno grazie alla sua fanfiction dedicata al frontman degli One Direction, Harry Styles, abbastanza da ridurre la diffidenza nei confronti di un progetto che arriva sulla scia di saghe romantiche/young adult come Twilight tanto scialbe dal punto di vista cinematografico quanto incisive da quello di vista commerciale.
Anna Todd non dà l'idea di essere un'autrice con il bernoccolo del marketing come Stephenie Meyer e E.L. James, sembra davvero solo una ragazza che aveva voglia di raccontare le sue fantasie sui suoi idoli (gli One Direction) e che si è vista travolgere dai consensi dei lettori di Wattpad, fino a vedersi recapitare la proposta di pubblicazione da parte di Simon & Schuster. Così, Harry Styles in versione studente britannico trapiantato in USA si è trasformato in Hardin Scott, il giovane bello e dannato che fa tremare le gambe all'innocente e ingenua Tessa Young.
Girl meets Love
A Tessa non manca nessuna delle caratteristiche tipiche delle eroine del fortunato filone: è giovane, studiosa, vergine, e bella senza saperlo e senza curarsene, anche se sembra difficile essere belle come Josephine Langford - australiana e sorella minore di Katherine Langford, la star di Tredici - e non accorgersene. La sua controparte, come nel caso dei vari Edward Cullen e Christian Grey, è Hardin, un esemplare molto ben fatto di maschio ombroso e tormentato, che sembra venuto al mondo per mandare in mille pezzi il cuore della fanciulla, e invece si rivelerà disposto a farsi salvare dal coraggio e dalla forza di lei per viverle accanto la più travolgente e indimenticabile delle storie d'amore.
Una regia attenta
Se siete sopravvissuti alla dose letale di saccarina che vi abbiamo appena rovesciato addosso, sarete felici di sapere che in qualcosa After è superiore ai suoi predecessori: l'intesa tra i due interpreti principali è palpabile, e la regia è caratterizzata da un'attenzione agli stati emotivi e fisici di una ragazza che scopre il desiderio sessuale. Jenny Gage non ha fatto molto nella sua carriera di regista, ma quello che ha fatto (il documentario All This Panic, deicato alla crescita di un gruppo di ragazze adolescenti di Brooklyn) l'ha evidentemente preparata a raccontare in maniera onesta e realistica i turbamenti di una ragazza alle prime esperienze erotiche.
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Siamo solo noi
Una protagonista bella e brava e una regista perfettamente a suo agio nel gestire il cuore emotivo del film fanno quindi sì che After porti a casa il risultato, nonostante la fragilissima costituzione dell'insieme: il contesto universitario non prende mai vita, nemmeno nei suoi risvolti più festaioli; la costruzione narrativa dello script di Susan McMartin, incentrata su un misterioso tradimento/devastante segreto, sorprende nella sua ingenuità, e la cura nella caratterizzazione dei personaggi secondari - ovvero tutti quelli che non sono Tessa e Hardin - è inadeguata. Ci vuole il fascino e il carisma di Selma Blair per portare alla luce il personaggio della madre di Tessa, una donna forte e ben intenzionata che, senza volerlo, ha condizionato la vita alla figlia fino al momento liberatorio dell'incontro con Hardin.
Ma appunto, abbiamo parlato del talento di Jo Langford, parliamo anche di Hero Fiennes Tiffin, che dagli zii Ralph e Joseph Fiennes potrebbe non aver ereditato soltanto lo sguardo magnetico. Lo scopriremo presto se After, come senz'altro si propone di fare, lancerà la sua carriera di idolo delle ragazzine, ma con l'anima; Harry Styles, comincia a scansarti.
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Conclusioni
Concludendo questa recensione di After speriamo di avervi trasmesso l'idea di un film che vive quasi esclusivamente dell'intesa e della bellezza di due giovani attori a cui certamente il talento non manca, soprattutto nel caso di Josephine Langford. Sulla scia di young adult ad alto tasso di romanticismo, della saga di Twilight e di quella delle mortifere Cinquanta sfumature, il film di Jenny Gage tratto dal bestseller di Anna Todd è un'opera dall'impianto esangue, che si concentra sull'infiammarsi di una passione travolgente tra ventenni, si rivolge agli adolescenti in tempesta ormonale e punta all'effetto nostalgia per i più grandi. Il suo punto di forza? La capacità della regista di attaccarsi alla pelle della sua eroina per raccontarne con vividezza i turbamenti erotici.
Perché ci piace
- L'alchimia tra i due protagonisti, la luminosa e delicata Josephine Langford e il tenebroso "nipote d'arte" Hero Fiennes Tiffin.
- La capacità della regista Jenny Gage di mantenere un buon ritmo narrativo e di inquadrare con realismo e onestà i turbamenti di una ragazza alle prime esperienze sessuali.
- Il contributo ridotto eppure pieno di fascino e carattere di Selma Blair.
Cosa non va
- Il disinteresse pressoché totale nei confronti dei personaggi secondari e della verosimiglianza degli ambienti.
- Il finale sospeso, più che aperto, spalancato alla possibilità di un sequel.