Scrivere la recensione dell'ultima puntata di Adrian la serie di Adriano Celentano, vuol dire essere arrivati alla fine di un viaggio che è iniziato nel gennaio scorso. Come sapete la serie animata e lo show che le fa da cornice erano stati sospesi per scarsi ascolti, e sono tornati dopo l'estate completamente ripensati. Adrian Live, lo show che accompagna la serie, dopo la pausa ha visto un Celentano nuovo, rilassato, divertito. Stasera ha ballato il rock'n'roll con accenni di tip tap, ha incitato il pubblico a fare i cori su Shake, Rattle and Roll, ha raccontato un vecchio aneddoto su Miky Del Prete. La settimana scorsa avevamo vissuto uno dei momenti più alti del programma, con l'esibizione commossa e commovente di Morgan sulle note di Conto su di te. Curioso che l'ospite musicale di stasera sia Marco Mengoni, che proprio Morgan aveva lanciato nella terza edizione di X Factor. Lo show, stasera, è più leggero, per lasciare spazio prima al gran finale della serie.
Adriano Celentano dice la sua su Venezia
"A Venezia questa settimana si è tenuto un referendum dal quorum malato" esordisce Adriano Celentano nel suo primo monologo. Ce l'ha con alcuni politici che hanno invitato i veneziani a non votare per il referendum. "Venezia è in vendita, palazzi, isole, monumenti artistici e, cari veneziani, venderanno anche voi se non tenete gli occhi aperti" dice il Molleggiato. "Venezia è una delle sette meraviglie del mondo, ed è esposta alle sfide del cambiamento climatico: potrebbe essere la sede di un centro mondiale per il cambiamento climatico". E poi viene al punto. "Ciò che vogliono i pochi veneziani è avere un loro comune, non dividerlo con altri sei: chi comanda sono i paesi limitrofi, Marghera, Campalto, Mestre. È il quinto referendum che i veneziani perdono. Perché non vanno a votare. Ma sono convinto che se ne farà un altro. Io credo che la prossima volta avrà un comune suo, indipendente e non diviso in sei paesi".
Marco Mengoni: io, Re Matto, sono al cospetto del Re indiscusso
È il momento di Marco Mengoni che canta La casa azul con Celentano, che gli lascia quasi completamente la scena. "Questa canzone ha tantissime parole e tanti significati" spiega Mengoni a Celentano. "Ecco, sono i significati che mi fregano" risponde a modo suo il Molleggiato. "È una canzone dedicata a Frida Kahlo, alla sensibilità e alla bellezza. Qualcuno diceva che la bellezza salverà il mondo e io ne sono convinto". "In Adrian si parla solo della bellezza. Senza la bellezza diventiamo seri, e ci arrabbiamo" risponde Celentano. "Nella mia carriera ho cantato il Re Matto, oggi mi trovo qui con il Re incontrastato, il Re del rock e della musica italiana" dice Mengoni. "Io penso che tu mi stia già sostituendo" scherza Celentano. "Cantiamo insieme, questa stata un successo, magari la conosci..." dice Mengoni prima di attaccare Si è spento il sole, hit di Celentano. Marco Mengoni ha anche parlato del suo lavoro, della sua attività di doppiatore in occasione del film Klaus su Netflix).
E ha chiuso raccontando dei suoi tour. "Ogni volta che vado all'estero mi chiedono: conosci Adriano Celentano?" racconta. "Mi chiedono solo di te... mi sono un po' stufato" scherza il cantante di Ronciglione. Che è in partenza per Amsterdam. "Mi accompagni a fare la valigia?" chiede al Molleggiato. Ed escono insieme. Ma le sorprese non sono finite. Entra un coro e Celentano canta con loro Tu scendi dalle stelle, seguita da Il forestiero.
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La trama: accusare Darian di terrorismo per fermarlo
Inizia Adrian La Serie. Il popolo sta per sollevarsi e vuole un referendum per distruggere il nuovo Palazzo del Potere. Il sindaco di Milano ha deciso di stare dalla parte di Darian e del popolo. Drangestein, il potente capo Mafia, e il capo del governo vogliono fermare Darian, cioè Adrian, mettendolo in cattiva luce, mettendo in atto delle stragi e accusandolo di terrorismo. Delle vite umane saranno sacrificate. Nel frattempo gli agenti speciali Orso e Carbone, che sono dalla parte di Darian, vengono scoperti. Ma, a questo punto, accade qualcosa di sorprendente...
La macchina del fango
La strategia con cui la Mafia e il Governo vogliono affossare Darian, il nuovo leader del popolo, è molto attuale: è la macchina del fango dei nostri giorni, è la diffamazione, la paura usata ad arte per tenere sotto controllo le persone, le fake news per dare ai fatti una direzione precisa e portare il pubblico dalla propria parte. È storia odierna del nostro paese (e in questo senso potremmo dire che Adrian, scritta qualche anno fa, è una serie profetica) ma anche la storia del nostro passato recente. Ci fa pensare alla strategia del terrore e le stragi degli anni Settanta, che non abbiamo mai dimenticato.
Che cosa fare quando il mondo è in fiamme
L'escalation di soprusi e di violenza continua, e lo scenario di Adrian si fa ancora più cupo. È un mondo inquietante, perché è opprimente, plumbeo, violento. Guardarlo è qualcosa che disturba, perché dentro ci sono già tutti gli elementi del mondo di oggi. Ma non dimentichiamo che siamo comunque in un prodotto di Adriano Celentano. E allora i toni si mescolano, la tensione si spezza con momenti di sensualità e citazioni. Pensiamo al reggiseno della ragazza che cade mentre scoppia una bomba, o il sindaco e l'assistente che si baciano mentre il municipio prende fuoco, come Rossella O'Hara e Rhett Butler con Tara in fiamme sullo sfondo, come in Via col vento (con tanto di colonna sonora). La voce, e il volto, di Luciano Pavarotti che canta Torna a Surriento (prima avevamo sentito la versione di Elvis Presley). Non sappiamo se criticare il cattivo gusto di certe situazioni e certi accostamenti, o sentirci sollevati perché questi intermezzi spezzano l'oscurità del racconto.
Immagini potenti: una nave si schianta a Piazza San Marco
Adrian continua a colpire con immagini potenti. Non è un caso che Adriano Celentano abbia parlato di Venezia in apertura. L'immagine delle enormi navi da crociera che passano sul Canal Grande a Venezia le abbiamo viste decine di volte, ma vedere una di queste navi che si schianta a Piazza San Marco fa chiaramente un altro effetto. Così come sono molto forti le immagini di violenza sulle donne che Drangestein sta per mettere in atto. L'ultima scena ad effetto non ve la raccontiamo, ma farà sicuramente discutere.
Il finale: Adrian è ancora Il ragazzo della via Gluck
Il finale è immaginifico, delirante, enfatico, spettacolare (anche se, va detto, Adrian ha più finali de Il signore degli anelli - Il ritorno del re), E richiama, lo vedrete, quello di un suo famoso film degli anni Ottanta. Adriano Celentano ci dice chiaramente che crede nelle donne, e nella loro forza, crede nella bellezza. Crede che la natura possa riprendersi la sua rivincita. "Il pianeta è come un foglio bianco, una lettera dove viene scritta giorno dopo giorno la storia del mondo". Conosce la vanità dell'uomo, e sa quanto sia pericoloso il potere. "I governi sono nemici del popolo? Sì, anche se il nemico del popolo è il popolo stesso. Il potere è come una droga". Mentre nel finale sentiamo anche Fuoco nel vento, Adrian chiude il discorso che Adriano Celentano aveva iniziato tanti anni fa con Il ragazzo della Via Gluck. "Là dove c'era l'erba ora c'è una città. E quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà" cantava. Adrian era già tutto in quei versi. Adriano ora sogna la città del futuro, dove ci sono i palazzi, ma c'è anche l'erba. E dove c'è spazio per la bellezza.
Conclusioni
Dalla recensione dell'ultima puntata di Adrian la serie avrete capito che la serie tv di Adriano Celentano alterna una struttura narrativa farraginosa a spunti interessanti e immagini potenti. Il finale è immaginifico, delirante, enfatico. E richiama quello di un suo famoso film degli anni Ottanta. Adriano Celentano crede nelle donne, e nella loro forza, crede nella bellezza. Crede che la natura possa riprendersi la sua rivincita.
Perché ci piace
- La serie è ricca di spunti interessanti, immagini sensuali, accattivanti, o inquietanti.
- C'è un desiderio genuino di controcultura, di informazione libera, non omologata, non asservita al potere.
- Il discorso sulla paura, la macchina del fango e la strategia del terrore è doloroso e vero.
Cosa non va
- Alcuni dialoghi, o monologhi, sono piuttosto pomposi.
- Alcuni accostamenti sono arditi e di cattivo gusto, ma servono ad alleggerire la durezza del racconto.