Mentre ci accingiamo a scrivere la recensione dell'ottava puntata di Adrian la serie, la graphic novel animata di Adriano Celentano, ci rendiamo conto che tutto possiamo dire del Molleggiato, tranne che non sappia scegliere gli ospiti giusti per il suo show (intendiamo Adrian Live, che anticipa la graphic novel animata Adrian), almeno da quando è ripartito con altra vena questo autunno.
Restando ai cantanti, dopo Ligabue, Brunori Sas, Gianni Morandi, Biagio Antonacci, in questa ottava puntava Celentano ha invitato Morgan, ex leader dei Bluvertigo, ex giudice di X Factor, Amici, The Voice, ma soprattutto cantautore sopraffino, grande conoscitore della cultura musicale, e quindi anche di Celentano, e persona fuori dagli schemi. Quando abbiamo saputo, dalle pagine social di Morgan, che sarebbe stato ospite, abbiamo avuto la certezza che non ci saremmo annoiati. Quello di Morgan è stato un momento veramente toccante. Ma lo è stato anche il riferimento a Ilaria Cucchi. Ma ve ne parleremo fra poco.
Gli inesistenti: ecco il loro manifesto
Adriano Celentano torna a parlare degli "inesistenti", quel movimento ideale di cui ha parlato nella scorsa puntata. Gli inesistenti sono esseri ridenti in missione per conto di Dio. Quando ti accingi a chiedere un'informazione a un inesistente, ti accorgi che è uno di loro perché ti sorride prima ancora di aprire la bocca. Gli inesistenti non si arrabbiano neanche quando si incazzano ma quando si arrabbiano non lo fanno mai in modo caramelloso, ma sempre in maniera sorprendente. Gli inesistenti non chiedono aiuto, sono loro a darlo. Non aspettano un uomo forte, ma nel caso dovesse arrivare lo portano a giocare a biliardo, così si stanca.
Una lettera d'amore a Ilaria Cucchi
Adriano Celentano continua il suo discorso, e parla di Ilaria Cucchi. "Quelli che ti augurano la morte, o minacciano di morte la sorella di Stefano Cucchi, non si rendono conto di quello che fanno" dice. "_Siete voi che state vendendo la vostra vita, non quella di Ilaria. Lei è comunque salva, voi no. Il vostro vero nemico non è lei, o chi invoca la giustizia. Il vostro vero nemico è l'odio
che vi sta divorando. Dio esiste davvero, non è uno scherzo, e quando saremo di fronte a lui sarà troppo tardi se non avremo sistemato le cose sulla Terra. Non sapete la gioia che potreste provare se scriveste una lettera a Ilaria, una lettera d'amore. Forse bastano quattro parole.:Ciao Ilaria, lettera d'amore_". E inizia Io non so parlar d'amore, cantata in coro dal pubblico.
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Morgan: Celentano ha fatto il rock'n'roll, non un'imitazione, quello vero
Entra in scena Morgan. Sceglie di cantare Un bimbo in un Leone, quella canzone che recita "Quanti bei colori in quella nuvola e quanta gente allegra, sopra un leone c'è un bimbo che invita anche me a cavalcare tutti gli animali che san parlare come noi e ridendo han ragione di pensare che le bestie siamo noi!" Vestito di nero, pantaloni e giubba di stampo militare, un foulard al collo, Morgan è stato accolto da un boato. Ha scelto un brano non banale, com'è nelle sue corde, un brano rock'n'roll sfrenato del 1968. Morgan si muove tra palco e piano, balla.
"Mi hai sorpreso: pensavo che di fronte a me ci fosse Celentano. Ti sei mosso benissimo" gli dice Celentano."C'è una cosa che devi insegnarmi". "Stento a credere che c'è una cosa che tu non abbia ancora fatto" risponde Morgan. "Come fai a fare tutto quello che fai, soprattutto a dire tutto quello che pensi?" "Io sono convinto che tu ci sei, sei esistente, non sei inesistente" continua Morgan. "È la prima volta che ti tocco. Pensavo fossi un sogno. Ma sei anche un sogno. Pasolini, Ungaretti, i grandi della nostra cultura non ci sono più: Celentano c'è". E poi il cantautore racconta una grande verità, a proposito di musica. "Negli anni Sessanta tutti pendevano dalle labbra di Elvis Presley, ma tutti imitavano il vestito, le mossette, nessuno coglieva il messaggio. L'unico che lo ha fatto è stato Celentano: ha fatto il rock'n'roll. Ma non un'imitazione. Quello vero".
Morgan: Conto su di te, dedica al padre e a Celentano
Morgan ha raccontato come il padre un giorno gli abbia fatto sentire una canzone di Adriano Celentano, una canzone abbastanza commovente, Conto su di te. "Questa canzone vorrei suonartela perché è come se la suonassi a mio padre" dice Morgan. "Quella canzone mi rattristava" commenta il Molleggiato. "Non è tristezza, è tenerezza" precisa Morgan. Ed è vero. Il testo, la dedica di un padre a un figlio, è toccante. "Conto su di te, perché tu sei mio figlio, non pretendo e non voglio che diventi un re, né un campione sul miglio, ma che tu faccia sempre del tuo meglio. Conto su di te, perché studi e lavori, oltre che per te, perché il mondo migliori. E se avrai di più non nasconder tesori, pensa che c'è un Dio nei tuoi fratelli chiusi fuori". Morgan la canta, voce e piano, visibilmente commosso e commovente. È un grande momento.
Celentano: se alla Rai invece di politici ci fossero persone normali non ci sarebbero i baratti
Morgan riesce anche a dare una bella definizione del Molleggiato. "Celentano è uno smontatore" riflette. "Lui smonta. Smonta la macchina dello spettacolo perché fa entrare la verità. Come David Bowie ha smontato il rock, Woody Allen ha smontato il cinema, Celentano ha smontato la televisione italiana. Ora bisogna rimontarla". "Se alla Rai invece di politici ci fossero persone normali non ci sarebbero i baratti" è la frase, netta e caustica, di Celentano.
Adriano Celentano: mai bisogna lasciare una persona su una barca per 10 giorni
Alle domande di alcuni giornalisti, il Molleggiato risponde. Ecco una summa del Celentano pensiero. Le piacciono le sardine? "Mi piacciono le sardine perché vanno controcorrente. E oggi forse bisogna andare controcorrente". Le piace il capitone? "Mi poteva piacere all'inizio quando aveva risposto a quel sentimento di paura". "Dovrebbero mettere delle guardie per andare incontro a chi arriva e aiutarli, portarli sulla terra. La colpa è dell'Europa che non prende provvedimenti. Mai bisogna lasciare della gente sulla barca per 10-12 giorni". Si parla anche di musica trap. "La musica trap non la conosco veramente, forse perché ho perso gli ultimi 10 anni a lavorare ad Adrian". In cosa ha fallito il femminismo e in cosa è riuscito? "Il femminismo non è fallito per niente. Sono gli altri che hanno fallito, quelli che fanno quelle cose che fanno".
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La trama: Adrian riacquista la memoria, Darian ritorna, la terra trema
Ma ecco il momento di Adrian La Serie. Darian, cioè Adrian, è fuggito. La gente si è stretta intorno a lui: il governo parla di cellula di terroristi, e di misure che non limitano la libertà personale, ma vogliono solo limitare l'attività di questi terroristi. Adrian, che ha perso la memoria, pian piano la sta riprendendo. Nella chiesa dove si trova, accudito da un prete, arrivano dei malviventi, ma Adrian, nei panni del supereroe La Volpe, riesce a sventare un furto. I seguaci di Darian scendono nelle strade, e il governo pensa sempre più ad atti repressivi. In un decreto che ricorda tanto il "decreto sicurezza" viene inserita anche una misura per cui in Italia si potrà edificare senza alcun vincolo paesaggistico.
Adrian è sempre più cupa e apocalittica
Adrian assume toni sempre più cupi e violenti. Mentre l'animazione dei personaggi svela la sua natura ingenua, lontana dai canoni a cui siamo abituati oggi, una natura artigianale, grezza, non si può negare che le immagini siano suggestive, evocative, apocalittiche. Nella sequenza chiave, di indubbio effetto, c'è una antica chiesa circondata da quattro grattacieli in cemento armato di trenta piani. Nel terremoto che fa crollare i grattacieli e lascia intatta la chiesa c'è, chiaro ed evidente, il messaggio che Celentano va cantando da Il ragazzo della via Gluck, contro il cemento e l'avidità. Così come la partita di calcio tra Nord è Sud è una metafora fin troppo chiare del suo fastidio per chi vuole l'Italia divisa.
La partita di calcio e lo sciopero dei consumi
Alle immagini suggestive, e a quella sincera aria libertaria che aleggia in Adrian, fanno da contraltare, però, nei dialoghi, sempre più sermoni, monologhi, prediche che appesantiscono il racconto, già dal ritmo non altissimo. Le prediche di Celentano parlano della paura, da parte del governo, che la gente possa tornare a sognare, ad apprezzare una bellezza a cui non è più abituata. Anche la partita di calcio è una metafora: secondo Celentano, quando siamo allo stadio si risveglia in noi la grande felicità di un bambino che giocava a palla su un prato. Il finale della puntata è suggestivo, ed evoca qualcosa che sarebbe veramente rivoluzionario: uno sciopero dei consumi contro chi pensa solo al profitto. Tra digressioni, ingenuità e una sceneggiatura farraginosa, Adrian è una serie che continua a dare molti spunti, e non lascia indifferenti.
Conclusioni
Dalla recensione dell'ottava puntata di Adrian la serie avrete capito che la serie tv di Adriano Celentano alterna una struttura narrativa farraginosa a spunti interessanti. Stavolta Adriano Celentano ci parla di un "decreto sicurezza", che dentro ha una norma che permette di costruire ovunque senza alcun vincolo, e di uno sciopero dei consumi, che sarebbe qualcosa di veramente rivoluzionario.
Perché ci piace
- La serie è ricca di spunti interessanti, immagini sensuali, accattivanti, o inquietanti.
- C'è un desiderio genuino di controcultura, di informazione libera, non omologata, non asservita al potere.
- I riferimenti a un "decreto sicurezza" sono profetici e quelli allo sciopero dei consumi illuminanti.
Cosa non va
- La sceneggiatura è piuttosto farraginosa.
- Alcuni dialoghi, o monologhi, sono piuttosto pomposi.
- L'animazione è piuttosto ingenua e grezza per gli standard a cui siamo abituati.