Un metro e novanta di altezza, lunghi capelli neri, tratti decisamente marcati e un tipo di bellezza piuttosto atipico rispetto agli standard hollywoodiani: insomma, quanto basta per fare di Adam Driver l'antidivo per eccellenza del cinema del 2015, oltre che uno degli attori più discussi tra siti, riviste e social network. Merito, ovviamente, di Star Wars: Il risveglio della Forza, del gigantesco fenomeno legato al ritorno della saga fantascientifica più popolare di tutti i tempi e degli incassi record registrati dal film diretto da J.J. Abrams.
E sull'onda dell'enorme successo di Star Wars oggi vogliamo parlarvi proprio di Adam Driver, trentadue anni compiuti lo scorso 19 novembre, fino a pochi mesi fa un volto noto quasi esclusivamente per i fan della serie TV Girls e per gli estimatori del cinema indipendente e ora travolto da una nuova popolarità, ma anche da qualche "battuta da tastiera" su quel viso un po' irregolare, su cui lui stesso non ha mancato di ironizzare: "Sono come un cartone animato, ho questa faccia veramente grande. [...] Quando ho fatto il provino per Girls, lo script diceva 'bel falegname', perciò qualcun altro avrebbe dovuto ottenere la parte. Avrebbero preso qualcuno molto bello, non me. Voglio dire, non corro alcun rischio di ottenere ruoli da protagonista!".
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Adam, l'ex Marine fra Clint Eastwood e le Girls
Nato a San Diego, cresciuto tra la California e l'Indiana, una passione per la musica frenata dalla mancata ammissione alla prestigiosa scuola Juilliard e subito dopo, in un periodo di confusione personale e di incertezza sul futuro, la scelta di arruolarsi nel corpo dei Marine. Per quasi tre anni Adam Driver presta servizio come Marine, fin quando un incidente in bicicletta lo costringe ad abbandonare la carriera militare; a poco più di vent'anni, e con le idee un po' più chiare, Adam decide così di studiare come attore, si laurea alla Juilliard e inizia la sua gavetta: qualche piccola parte in televisione (fra cui un episodio di Law & Order - I due volti della giustizia) e qualche ruolo più sostanzioso a teatro, dove nel 2010 partecipa con la Signature Theatre Company a un allestimento del capolavoro di Tony Kushner Angels in America. Il 2011 lo vede esordire al cinema con una breve apparizione in J. Edgar di Clint Eastwood, ma è l'anno seguente che si presenta la grande occasione: Girls, nuovo dramedy creato, prodotto e interpretato per la HBO dalla giovane Lena Dunham.
A dispetto dei suoi dubbi sulle proprie chance di essere scritturato, e superando i suoi pregiudizi sulla televisione, Adam Driver viene ingaggiato nella parte di Adam Sackler, l'amico/amante della protagonista Hannah Horvath (Lena Dunham): un ragazzo - e aspirante attore - dall'atteggiamento distaccato, ben lieto di 'vivacizzare' la vita privata di Hannah ma tutt'altro che incline ad accettare un legame più impegnativo. In onda dall'aprile 2012, Girls riscuote un ottimo responso di critica e di pubblico e fa guadagnare ad Adam Driver, e al suo prestante bad boy dal cuore tenero, tre nomination consecutive all'Emmy Award come miglior attore supporter in una serie comica. Nel frattempo, dopo il debutto con Clint Eastwood, Driver compare nel nutrito cast del dramma storico di un altro gigante del cinema americano, Steven Spielberg, ovvero il pluripremiato Lincoln; ma è dal panorama indie che, contemporaneamente, arriveranno le maggiori soddisfazioni in campo cinematografico.
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Il sodalizio con Noah Baumbach e la Coppa Volpi a Venezia
Nel 2013, infatti, Adam Driver recita in vari film, inclusi due dei titoli più apprezzati dell'intera annata. Il primo è Frances Ha, fra gli assoluti vertici della commedia americana dell'ultimo decennio e capolavoro di uno dei più rinomati registi indipendenti, Noah Baumbach: nella cornice di una suggestiva New York in bianco e nero e con una perfetta commistione fra ironia e tenerezza, Frances Ha vede Driver nei panni di Lev Shapiro, fascinoso coinquilino della protagonista Frances Halladay (Greta Gerwig). Nello stesso periodo l'attore compare brevemente anche in A proposito di Davis, l'acclamato film on the road dei fratelli Coen ambientato nell'America dei primi anni Sessanta, in cui affianca Oscar Isaac (altro futuro interprete di Star Wars) e si esibisce insieme a lui e Justin Timberlake nel bizzarro numero musicale Please Mr. Kennedy. Più sostanziosa la sua partecipazione, nel ruolo del fotografo Rick Smolan, a Tracks - Attraverso il deserto di John Curran, altra pellicola on the road, ambientata però del deserto australiano; presentato al Festival di Venezia 2013 e uscito nelle sale un anno più tardi, Tracks lo vede promosso a co-protagonista accanto a Mia Wasikowska.
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Sempre nel 2014, oltre a un'incursione nel cinema mainstream nel cast corale della commedia This Is Where I Leave You, con Jason Bateman, Tina Fey, Rose Byrne e perfino Jane Fonda, Adam Driver torna in concorso al Festival di Venezia con un film di produzione italiana, ma girato a New York: Hungry Hearts, adattamento firmato da Saverio Costanzo del romanzo Il bambino indaco di Marco Franzoso. Dimessi i panni del "ragazzaccio", Driver si cala invece nella parte di Jude, marito amorevole e padre premuroso, in un racconto che si trasforma progressivamente in un thriller claustrofobico e allucinato nello spazio ristretto delle pareti domestiche. Per la prima volta impegnato a cimentarsi sul registro del dramma, Adam Driver viene ricompensato a sorpresa con la Coppa Volpi come miglior attore, insieme alla sua comprimaria Alba Rohrwacher. Intanto il sodalizio con Baumbach prosegue con Giovani si diventa, incontro/scontro generazionale in cui rimane coinvolta una coppia della borghesia intellettuale di New York, John e Cornelia Schrebnick (Ben Stiller e Naomi Watts); nella parte di Jamie Massey, aspirante documentarista con tendenze ed interessi marcatamente hipster, Driver sfodera un grande carisma, regalando una delle sue prove più convincenti.
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Dietro la maschera di Kylo Ren
Fra le new entry del cast di Star Wars: Il risveglio della Forza, Adam Driver ha una responsabilità non indifferente: reggere sulle proprie spalle il peso del principale villain di questa nuova trilogia, attorno alla quale si è addensata la passione di fan vecchi e nuovi. Una responsabilità complicata dal fatto che Kylo Ren, condottiero del famigerato Primo Ordine e braccio destro del Leader Supremo Snoke, non è un semplice antagonista, ma una figura ambigua e tormentata, il cui percorso è ancora in via di definizione. Oltre a darci un'importante informazione sull'identità di Kylo Ren, Il risveglio della Forza ci mostra questo personaggio prima come un canonico villain senza pietà, interamente nascosto dall'armatura e dalla maschera nera; in seguito, dopo aver catturato Rey (Daisy Ridley), Kylo svela per la prima volta le proprie sembianze, introducendo così un'essenziale dicotomia fra la maschera e il volto, simboli rispettivamente del Lato Oscuro e della Forza.
A distinguere Kylo Ren dal suo predecessore Darth Vader, infatti, è proprio la diversa natura di questo nuovo antagonista: un giovane uomo che, ad ogni gesto, lascia trapelare il conflitto interiore fra i residui legami con le proprie origini e la volontà di seguire le orme di Vader e di abbracciare appieno il Lato Oscuro. Dopo lo sconvolgente colpo di scena al cuore de Il risveglio della Forza, l'altro momento clou del film consiste nel furioso duello finale fra Kylo e Rey a colpi di spade laser, nei pressi del quartier generale del Primo Ordine, Starkiller Base: il primo, elettrizzante round di una sfida che, ne siamo certi, caratterizzerà l'intera trilogia, e che potrebbe portare a interessanti sviluppi nella parabola di questo "figlio ribelle" la cui conversione si è già macchiata di sangue.
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Un futuro "stellare" fra Scorsese e Jim Jarmusch
Tuttavia non c'è solo Star Wars nel futuro di Adam Driver, benché ovviamente l'epopea fantascientifica di Rey, Finn e Kylo Ren continui (e continuerà) a catalizzare l'attenzione del pubblico (l'Episodio VIII, attualmente in lavorazione per la regia di Rian Johnson, sarà nelle sale dal 26 maggio 2017). Aspettando di ritrovare Kylo Ren e di scoprire quali fatidiche scelte si profilano sulla strada di questo tenebroso antieroe, nel 2016 vedremo Adam Driver in tre progetti estremamente promettenti, diretti da tre registi di comprovato talento. Partiamo da Silence, pellicola in gestazione da lunghissimo tempo, già rimandata di un anno e in procinto di arrivare al cinema nei prossimi mesi: un dramma storico sullo sfondo del Giappone del diciassettesimo secolo, nel periodo delle persecuzioni religiose e della rivolta di Shimabara. Tratto dall'omonimo romanzo di Shūsaku Endo, Silence segna il ritorno dietro la macchina da presa del grande Martin Scorsese, con un imponente dramma storico che avrà come protagonisti un gruppo di gesuiti portoghesi nella Terra del Sol Levante; nel cast, oltre a Driver, anche Andrew Garfield e Liam Neeson.
Ci spostiamo invece nei territori della fantascienza con Midnight Special, thriller dai contorni paranormali che a febbraio sarà proiettato in concorso al Festival di Berlino. Driver vi compare accanto a Michael Shannon, Kirsten Dunst, Joel Edgerton e Sam Shepard, mentre la regia e la sceneggiatura del film portano la firma di Jeff Nichols, autore già molto apprezzato per i notevolissimi Take Shelter e Mud, e qui per la prima volta al timone di una produzione non indipendente. Infine, sempre nel corso dell'anno dovrebbe debuttare nelle sale (magari con una possibile presentazione a Cannes?) il nuovo film di Jim Jarmusch dopo lo splendido Solo gli amanti sopravvivono, intitolato Patterson, in cui Adam Driver avrà un ruolo da protagonista; finora poche informazioni sulle trama, per quello che si preannuncia comunque come un racconto on the road (un genere molto amato dal regista) costruito intorno all'amicizia fra un conducente di bus e un poeta. Insomma, tre film da tenere d'occhio prima di ripartire per quella galassia lontana lontana.