Era un titolo molto atteso, questo tratto da un romanzo di Patricia Highsmith. Lo era per vari motivi. È stato il film che ha consacrato una breve relazione, anche fuori dallo schermo, tra i due protagonisti, Ben Affleck e Ana de Armas. Ha segnato il ritorno dietro la macchina da presa, dopo una pausa di vent'anni, di Adrian Lyne, regista dalla filmografia composta da opere cult (Flashdance, 9 settimane e mezzo) e osservatore di un certo tipo di cinema legato al corpo, all'erotismo e alle passioni (Attrazione fatale, Proposta indecente). Era salutato come un film che riportava un genere che, soprattutto negli anni Novanta, aveva fatto la fortuna nel cinema per adulti: il thriller di stampo erotico. Ma come vedremo nella nostra recensione di Acque profonde, le aspettative dell'attesa sono state spazzate via da una tempesta di quasi due ore dando vita a un'opera che, come il celebre Balto, sa soltanto quello che non è. Non è né un thriller particolarmente riuscito, né un film che stimola lo sguardo voyeuristico nei confronti del corpo dei protagonisti. Cosa rimane, allora, di quest'opera disponibile in catalogo su Prime Video?
Storia di un matrimonio
La trama ruota intorno alle vicende di una coppia sposata, Vic Van Allen (Ben Affleck) e sua moglie Melinda (Ana de Armas). Sembrano una coppia felice e innamorata, genitori di una vivace bambina di nome Trixie a cui vogliono bene. Presto, però, si percepisce che qualcosa nella loro relazione non funziona a dovere. I due danno vita, oltre la facciata di coppia solida, a una serie di torture psicologiche nei confronti dell'altro. Melinda mette alla prova la gelosia di Vic flirtando continuamente con ragazzi più giovani, senza nascondersi e rendendo consapevole il marito dei suoi amanti. Nel suo silenzio, soprattutto emotivo, Vic accetta la situazione, senza riuscire a lasciare Melinda, anche se si percepisce un desiderio ribollente. Le cose cambiano quando alcuni amanti della moglie iniziano a morire in circostanze misteriose, senza che venga trovato un colpevole. I sospetti ricadono su Vic, ma sarà davvero così?
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Uno sguardo datato
Non vogliamo raccontare altro di questo thriller che sembra decollare solamente nella seconda parte, troppo tardi rispetto alle attese e le aspettative di un pubblico abituato a ben altro nel 2022. Il primo grande difetto del film si nota proprio all'inizio, mentre i titoli di testa compaiono in sovrimpressione e un montaggio a ritmo di musica sembrano catapultare l'opera a un cinema di circa vent'anni fa. Persino il montaggio è incapace di donare un ritmo avvincente al racconto, a tratti così poco centrato da sembrare amatoriale (spesso si ha l'impressione che il film abbia parecchie scene tagliate). È passata solo una manciata di minuti e Acque Profonde sembra essersi già svelato al proprio pubblico, denotando uno sguardo che non solo si dimostra bloccato in un tempo trascorso, ma anche invecchiato. Adrian Lyne è un regista di culto che, all'apice della propria carriera, era riuscito a creare film di forti atmosfere, torbidi e capaci di provocare una platea di adulti. Vent'anni sono passati dal suo ultimo L'amore infedele - Unfaithful e, nel frattempo, è cambiato tutto. È cambiato il pubblico, è cambiato il modo in cui l'erotismo viene sdoganato e rappresentato sul grande e sul piccolo schermo, è cambiata la sensibilità culturale e, ultimo ma non per importanza, è cambiato anche il modo di raccontare una storia, di metterla in scena. Lyne ora di anni ne ha ottanta e il suo sguardo è più stanco del previsto, quasi disinteressato alla materia. Il risultato è un film che non riesce a intrattenere a dovere, che crolla sotto le sue esili ambizioni, incapace di parlare davvero allo spettatore.
Una coppia che non infiamma
Spogliato dell'erotismo (relegato a brevissime sequenze che non si soffermano sui corpi), questo thriller non ha dalla sua parte nemmeno una sceneggiatura capace di costruire una coppia tridimensionale. Il risultato è un film che obbliga Ben Affleck a risultare monoespressivo e quasi costantemente svogliato, rompendo un legame empatico con lo spettatore ,che dovrebbe comprendere il suo turbinio emotivo. Se la cava meglio Ana de Armas, grazie alla presenza scenica e al fascino magnetico che non manca all'attrice, anche se - ancora una volta - il film appare sin troppo freddo nella sua narrazione per far percepire le emozioni che spingono i protagonisti ad agire. Acque profonde si risolleva nella seconda metà, quando gli eventi si fanno leggermente più movimentati, ma sotto la superficie rimane poco altro. In questo thriller che si fa via via sempre più scontato, che non si concede uno sguardo voyeuristico come richiederebbe la storia (depotenziandone le caratteristiche di conseguenza) si rimane in balia di acque già attraversate.
Conclusioni
A conclusione della nostra recensione di Acque Profonde si fa fatica a trovare qualche motivo di soddisfazione in questo thriller che non coinvolge a dovere e che dovrebbe sottolineare un erotismo praticamente assente. Una sceneggiatura sin troppo superficiale, unita a uno sguardo di un regista ormai fuori tempo massimo, non riesce a trasmettere le emozioni che la coppia formata da Ben Affleck e Ana de Armas dovrebbero provare. Il risultato è un film che sa di già visto, poco coinvolgente, appartenente a un passato che oggi appare davvero superato.
Perché ci piace
- La seconda metà del film risulta più coinvolgente della prima.
Cosa non va
- La sceneggiatura rinchiude i protagonisti in maschere senza emotività.
- Regia e montaggio non donano profondità agli eventi, lasciando tutto in superficie.
- Senza tensione ed erotismo, il film risulta fuori tempo massimo.