Disponibile sulla piattaforma streaming RaiPlay, Abbi fede è il film d'esordio alla regia di Giorgio Pasotti, anche interprete insieme a Claudio Amendola di una commedia folle e a suo modo irriverente, in grado di portare su schermo temi di grande attualità con il piglio della satira. Ispirato al film danese Le mele di Adamo di Anders Thomas Jensen, racconta la storia di Adamo, un neofascista assegnato ad una comunità di recupero del nord Italia gestita da un sacerdote piuttosto particolare, Padre Ivan. Il religioso, animato dalla sua forte fede, non sembra avere però tutte le rotelle a posto, proprio come gli altri ospiti della comunità. Da questo incipit si diramano una serie di situazioni esilaranti e, talvolta, poco politically correct, in grado di far riflettere con efficacia utilizzando i mezzi dell'assurdo e del ridicolo. Abbiamo partecipato alla conferenza di presentazione di questa pellicola (di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Abbi fede) per sapere qualcosa di più su un progetto tanto particolare e uscito in un momento così delicato.
Le grandi contraddizioni dell'animo umano
Giorgio Pasotti ci parla del suo film e del suo adattamento sottolineando l'aderenza con l'attualità italiana: "Il film Le mele di Adamo uscì nel 2005 e me ne innamorai follemente, per l'epoca rappresentava bene quella che era la società scandinava ma meno quella che ara la nostra. Oggi, invece, sembra essere molto attuale e atti di razzismo rientrano nelle nostre notizie di cronaca. Abbiamo colorato il film rendendolo più ironico, più vicino alle nostre cifre, leggero senza togliere spessore, siamo andati verso una commedia grottesca scegliendo un linguaggio a cui il pubblico italiano sembra essere più abituato" Parlando del suo particolare personaggio, quello di Padre Ivan ha spiegato: "Abbiamo cercato di rendere personaggi che racchiudessero al loro interno grandi contraddizioni, il bene e il male. Nel dipingere Ivan volevamo ricordare un po' la gioventù nazista nel modo in cui si veste e si pettina, nel suo rigore in chiesa. È un personaggio che presenta un enorme conflitto, da una parte volevamo pensare a lui come quei preti che danno la vita per le altre persone, dall'altro volevamo evidenziare una sorta di ottusità, volevamo raccontare di persone che nutrissero dei dubbi a cui non sapevano dare risposta."
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Per quelli come Adamo non c'è nessuna redenzione
Claudio Amendola ci ha parlato invece della costruzione del suo personaggio: "È stato un volo strano, partito inizialmente da un approccio fisico, da quel tatuaggio, da quei vestiti che mi hanno dato una consapevolezza. Come immagine ero giusto per il ruolo, avevamo trovato l'impatto visivo che ci avrebbe aiutato. Ma è talmente lontano e incomprensibile quel personaggio che non ho avuto modo di prepararlo, l'ho fatto. Era scritto così, Giorgio mi ha dato indicazioni, linee guida e poi abbiamo iniziato a delinearlo insieme, giorno per giorno sul set." Sempre parlando del suo Adamo ha raccontato un aneddoto sul tatuaggio che lo contraddistingue: "Un giorno abbiamo girato in esterno con un gran sole e mi è venuta l'abbronzatura del tatuaggio che avevo disegnato dietro la nuca, avevo questa sorta di disegno in chiaroscuro di quel simbolo che non si poteva togliere in nessun modo." Queste persone, che il personaggio di Adamo rappresenta, possono veramente avere redenzione? "Per quanto riguarda la redenzione no, in queste persone non c'è voglia di redenzione, c'è una grande linfa che coltiva questo obbrobrio al quale siamo costretti ad assistere. Fateci caso, mentre al Circo Massimo è andato in onda quello scempio, il resto del mondo manifestava per George Floyd; questa è ancora una parte d'Italia che non si riesce a estirpare. "
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L'attualità e le sue conseguenze
Abbi fede è disponibile gratuitamente sulla piattaforma streaming RaiPlay, ma cosa ne pensano regista e attore di questa scelta? "Rai play è una piattaforma completamente gratuita e questo dà la possibilità al film di essere visto da molte persone, persone che magari non sarebbero venute in sala" dice Giorgio Pasotti, mentre Amendola aggiunge: "Le piattaforme stanno iniziando a portare tantissimi soldi nella produzione di film in Italia e all'estero. Da adesso in poi i costi già alti del nostro lavoro diventeranno sempre più insostenibili per i produttori e si aggiunge il problema della copertura assicurativa: so che Netflix e Amazon si assicurano da soli e questo è già un grande passo. Per non parlare della situazione del Cinema America, vi prego di informarvi sull'ostracismo che stanno facendo a quei ragazzi!"
Ovviamente durante la conferenza si è parlato anche di Covid e Pasotti ha espresso un suo pensiero di vicinanza alla popolazione di Bergamo, sua città d'origine: "Ho avutola la fortuna di vivere questo periodo di pandemia a Roma dove la situazione è relativamente tranquilla, ma con testa e cuore a Bergamo dove risiedono i miei genitori, alcuni parenti e molti amici. So che non c'è nessuna persona a Bergamo che non abbia perso qualcuno, io stesso ho perso una zia ed è stata una di quelle vittime caricate nei mezzi militari in un luogo di cui non sapevamo nulla se non dopo giorni. Penso a tutti i miei conterranei che ho visto sopportare questo dolore con dignità e riservatezza che si sono rimboccati le maniche facendo fronte con coraggio al problema. Questo mi ha molto commosso e reso fiero di essere figlio di quella terra."