Dopo il successo della commedia romantica A Perfect Fit, A World Without rappresenta la seconda pellicola indonesiana prodotta congiuntamente dal gigante dello streaming e dalla casa di produzione locale Kalyana Shira Film. Co-scritto e diretto dalla regista Nia Dinata e disponibile sulla piattaforma Netflix dal 14 ottobre, il film esplora numerose tematiche attuali proiettate in un futuro distopico non troppo lontano; come vedremo nella nostra recensione di A World Without, infatti, la pellicola è ambientata nel 2030, dieci anni dopo l'avvento della pandemia globale. In un mondo messo in ginocchio dalla crisi climatica, con un tasso di natalità pericolosamente in calo, prende piede The Light, un istituto educativo che aiuta i giovani a diventare una versione migliore di se stessi. Ma sarà davvero così? Le tre protagoniste Salina, Ulfah e Tara scopriranno presto che questa facciata di perfezione nasconde, in realtà, un terribile lato oscuro.
The Light
Dieci anni dopo l'avvento della pandemia, nel 2030, il mondo è devastato dalla crisi climatica e invecchia rapidamente, a causa del drastico calo delle nascite. In questo clima di disperazione, Salina (Amanda Rawles), Ulfah (Maizura Maizura) e Tara (Asmara Abigail) vengono selezionate per entrare a far parte di The Light, un istituto educativo pensato per aiutare le giovani generazioni a diventare le migliori versioni di se stesse e a raggiungere i propri obiettivi di vita. Guidato dal leader carismatico Ali Khan (Chicco Jerikho), questo organismo forma i ragazzi e le ragazze secondo rigidi precetti morali, mettendo fuori legge i rapporti tra sessi opposti e programmando i matrimoni degli adepti al compimento dei 17 anni di età. Inizialmente convinte di aver trovato il proprio posto nel mondo, le tre amiche dovranno presto ricredersi: dietro la facciata di perfezione, infatti, si nasconde, in realtà, una vera e propria setta che mira a manipolare le menti dei giovani secondo la propria volontà. Riusciranno Salina, Ulfah e Tara a portare a galla la verità e a realizzarsi come persone e come donne?
Un mondo senza difetti
L'obiettivo di The World Without appare chiaro fin dalla prima mezz'ora del film; l'utopistica realtà offerta da The Light, che si propone come un universo ideale in contrapposizione al mondo esterno, rappresenta, infatti, una palese metafora del ruolo che i media hanno nel manipolare le menti delle giovani generazioni. L'organizzazione ha come obiettivo quello di trasmettere ai ragazzi l'idea che la perfezione assoluta non solo sia un obiettivo raggiungibile ma anche auspicabile. Lo fa insegnando l'uso dei prodotti di bellezza, che rappresentano il modo per nascondere le nostre imperfezioni; creando aspettative irrealistiche sull'amore e sull'ideale di matrimonio, attraverso un sistema di match-making che promette l'unione perfetta tra due individui secondo affinità. E lo fa manipolando le informazioni alle quali gli adepti hanno accesso, in modo da mostrare solo ciò che risulta in linea con i precetti di The Light. Il film di Nia Dinata, tuttavia, non vuole mostrare solo il modo in cui le giovani menti possono essere manipolate ma ci tiene anche a sottolineare l'importanza di saper esprimere le proprie opinioni e di poter scegliere liberamente quale direzione dare alla propria vita.
Emancipazione femminile
Il film esplora numerose tematiche che possono essere considerate attuali, concentrandosi in particolar modo su quello che è il ruolo della donna nella società. Sebbene The Light si ponga l'obiettivo di relegare le ragazze al semplice ruolo di mogli e madri, attraverso l'obbligo di frequentare i corsi di educazione domestica e ai matrimoni combinati, Salina, Tara e Ulfah dimostrano, fin da subito, di possedere una certa indipendenza. Perseguono i propri sogni sostenendosi l'un l'altra e dimostrando che, il loro valore, non solo non necessita di alcuna approvazione esterna ma, soprattutto, non si esaurisce nel ruolo che l'organizzazione vorrebbe attribuire loro. Tre protagoniste che, sebbene in modo completamente differente, rappresentano tutte dei sani esempi di empowerment femminile.
Un'idea sviluppata a metà
Sebbene A World Without voglia trasmettere un forte messaggio di denuncia rispetto al modo in cui la società e i media veicolino un'irrealistica idea di perfezione, la narrazione appare spesso un po' approssimativa e frettolosa, perdendo per strada quelle che sono le sue intenzioni principali. Una delle insidie del film, infatti, è proprio la mancanza di profondità, di motivazioni e di sviluppo dei personaggi, fattori che rendono l'opera di Nia Dinata una bella idea realizzata e metà. Risulta quasi frustrante, in alcuni momenti, il modo in cui lo spettatore sia chiamato a fare un notevole sforzo per comprendere i ragionamenti logici e le intenzioni dietro alle azioni dei personaggi che, talvolta, risultano completamente estraniati dalla storia stessa.
Conclusioni
Come abbiamo visto nella nostra recensione di A World Without, questo dramma distopico indonesiano si pone come obiettivo quello di stimolare una riflessione sul ruolo che i media hanno nel veicolare un'irrealistica idea di perfezione, manipolando la mente delle giovani generazioni. Il film si impegna anche a esplorare alcune tematiche particolarmente attuali, come quella del ruolo della donna nella società e dell'empowerment femminile. Peccato che, in molte occasione, la narrazione manchi di profondità, tralasciando quelle che sono le motivazioni dietro alle scelte dei personaggi principali.
Perché ci piace
- Stimola un'interessante riflessione sul ruolo dei media nella società
- Affronta diverse tematiche attuali come quella dell'empowerment femminile
Cosa non va
- Troppo spesso la narrazione manca di profondità