"Se ti sentono, ti danno la caccia". Il concept del nuovo film diretto e interpretato da John Krasinski è semplice ma geniale, e proprio per questo di grande efficacia. Perché a volte per realizzare un horror che funzioni basta davvero poco, l'abbiamo già visto tante volte in passato. Qui si è scelto di inserire creature mostruose e apparentemente invincibili, ma quello che fa più paura è in realtà un semplice rumore, come quello di un giocattolo elettronico che parte nel bel mezzo di una strada silenziosa e deserta. Un rumore che i due protagonisti di A Quiet Place - Un posto tranquillo non dimenticheranno mai.
Non sappiamo quello che è successo al resto del mondo, ma possiamo facilmente immaginarlo. Viviamo in una società dominata dal rumore, spesso nemmeno ce ne accorgiamo, ed è facile intuire che in una situazione del genere ogni piccola abitudine, ogni istinto più elementare - piangere, ridere, urlare o anche semplicemente parlare con chi amiamo - possa diventare il peggior ostacolo per la sopravvivenza. Quando il film ha inizio, la famiglia di Lee ed Evelyn, forse anche grazie alla conoscenza del linguaggio dei segni e alla presenza di una figlia non udente, è riuscita finora a sopravvivere 89 giorni e si trova a vagare all'interno di città ed edifici completamente deserti. Ma basta un minimo rumore a fare la differenza, a determinare chi vive e chi muore.
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Il silenzio dei sopravvissuti
Ma è possibile continuare a vivere, crescere una famiglia quando si è perduto tutto? È una domanda che al cinema abbiamo visto declinata tante volte in modo diverso, d'altronde ne abbiamo visti tanti di film post-apocalittici, e sappiamo bene che in questi casi il concetto di famiglia e sopravvivenza vanno sempre a braccetto. Ma quanto è più difficile vivere e sopravvivere in assoluto silenzio? Quando anche un evento gioioso come due bambini che giocano o addirittura mettere al mondo un nuovo figlio, il sentirlo piangere per la prima volta, può mettere in pericolo tutto quello per cui si è combattuto.
Il punto di forza di A Quiet Place è proprio il riuscire a fare emergere la grande umanità dei suoi personaggi in un mondo che non sembra più averla. Un mondo talmente silenzioso e vuoto da apparire abbandonato e privo di ogni speranza, ma che in realtà nasconde l'amore e la forza di chi non può e non vuole arrendersi. Non è un caso che il regista/protagonista abbia scelto al suo fianco quella che è sua moglie anche nella vita reale, la splendida e talentuosa Emily Blunt, perché questa sua terza opera, certamente la più incisiva e memorabile, è anche e soprattutto una splendida storia d'amore. Un amore fatto di sguardo e di frasi non dette; un sentimento talmente forte che permette di superare ogni paura ed affrontare mostri orribili pur di proteggere quello che conta.
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Sussurri e silenzi
Non bisogna però lasciarsi trarre in inganno, perché, nonostante tutto questo, A Quiet Place non è certamente un film per famiglie. Ma innanzitutto un film che emana tensione ed angoscia in ogni singola scena; coinvolge, appassiona e spaventa grazie a personaggi credibili e dei mostri davvero spaventosi. Di cui non sappiamo nulla, così come non sappiamo nulla di quello che è accaduto al mondo nei 95 giorni precedenti, ma è proprio questa scelta di sceneggiatura a rendere ancora più affascinante e scorrevole tutto il film.
Non che nello script manchino difetti: alcune svolte narrative sono fin troppo prevedibili e forzate, ma vale la pena di stare al gioco considerato l'ottimo risultato raggiunto in termini di tensione. Si tratta di un breve viaggio di novanta minuti in cui davvero si è quasi sempre senza respiro, in cui ogni rumore può rappresentare un pericolo e ogni errore o svista da parte dei protagonisti un twist letale. Ed arrivati alla fine, rimane la sensazione non di aver visto semplicemente un film, ma di aver vissuto davvero un'esperienza terrificante ma anche incredibilmente soddisfacente da un punto di vista emotivo.
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Sarà stato solo l'inizio di un nuovo franchise? Saremmo felici di tornare nel mondo silenzioso e terrificante di A Quiet Place? Per una volta non sappiamo trovare, in cuor nostro, una risposta definitiva: da una parte rimane il desiderio di lasciare che un film così particolare rimanga unico nel suo genere, dall'altra la curiosità di continuare ad esplorare questo mondo che ci ha affascinato e coinvolto fin dall'inizio. In attesa di risposte che arriveranno come sempre dal botteghino, ci godiamo il silenzio.
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4.0/5