A Quiet Place - Giorno 1, la recensione: quando imparammo a stare in silenzio

A Quiet Place: Giorno 1 ci porta all'inizio dell'invasione in un film essenziale ed asciutto, in linea con una saga che ci ha sempre colpiti per atmosfera e per la forza dell'idea. Protagonista Lupita Nyong'o.

I due protagonisti della storia di A Quiet Place: Giorno 1

C'è un dettaglio, un singolo momento vissuto durante la proiezione stampa di A Quiet Place: Giorno 1 che ci fa capire quanto forte sia l'idea, e quanto il nuovo film riesca a sostenerla a dovere: nel mezzo di una scena di tensione e di caccia delle creature che hanno invaso il nostro pianeta, l'orologio smart di chi vi sta scrivendo ha emesso una notifica e la mano è corsa a coprire il quadrante per zittirlo. È stata la conferma di uno spunto, quello alla base della saga avviata da John Krasinski nel 2018, di grande impatto immaginifico e dalle enormi potenzialità narrative che inevitabilmente la produzione ha l'intenzione di sfruttare ancora (e ancora?). E lo fa proprio Krasinski, qui co-autore della storia con il regista Michael Sarnoski (già autore del buon Pig), riprendendo le stesse suggestioni e spostandole in un momento diverso dell'evoluzione del racconto di A Quiet Place: alle origini di tutto.

La trama che ci porta all'inizio dell'invasione

A Quiet Place Giorno 1 Lupita Nyongo Con Joseph Quinn In Una Sequenza
I protagonisti in strada a New York

E quelle origini, quell'incipit di un'invasione che ben conosciamo, piomba a New York, seguendo la protagonista Sam, malata terminale in gita con altri pazienti dell'istituto in cui è ricoverata nel corso di una escursione in città con lo scopo di assistere ad uno spettacolo teatrale e, soprattutto per la donna, approfittare per mangiare una buona pizza. Ed è proprio mentre sono nelle vie caotiche della città che tutto inizia, in modo suggestivo e drammatico, con scie di fuoco nel cielo e l'arrivo degli esseri che abbiamo conosciuto nei due precedenti film della serie: uno dopo l'altro, i passanti in preda al panico vengono attaccati ed eliminati, lasciando ben poco margine di dubbio: i predatori seguono i rumori che emettono e l'unica salvezza è non produrre suoni.

A Quiet Place Giorno 1 Lupita Nyongo Djimon Hounsou E Michael E Joseph Quinn In Una Foto
Vietato urlane in A Quiet Place: Giorno 1

Dopo un inizio che traspare la nostra rumorosa normalità, le peculiarità della saga prendono il sopravvento e i sopravvissuti devono muoversi e comunicare cercando di non causare alcun tipo di rumore. Vietato parlare, ovviamente, ma anche calpestare qualcosa che possa rompersi, sbattere contro oggetti o qualunque possibile evento che possa attirare l'attenzione dei mostri che stanno invadendo il nostro pianeta.

Enjoy the Silence. La splendida atmosfera di A Quiet Place: Giorno 1

Torna, preponderante e in maniera sempre efficace, lo spunto base della saga di A Quiet Place con quell'atmosfera unica che accompagna la storia che ci viene raccontata. Se da una parte manca, ovviamente, la novità, dall'altra è interessante come la tematica venga introdotto sin dalla didascalia iniziale, che sottolinea come New York produca un quantitativo di decibel costante pari a quello di un essere umano che urla. Una semplice nota introduttiva, mentre il rumore di fondo monta e diventa opprimente, che tratteggia da subito il contesto in cui ci andremo a muovere e del mondo che abbiamo creato e in cui ci troviamo a vivere costantemente, soprattutto se siamo cittadini di una metropoli affollata e caotica. In questo, pur mancando della novità che poteva avere il primo film, A Quiet Place: Giorno 1 riesce ad aggiungere un ulteriore livello di lettura ai presupposti della saga.

A Quiet Place Giorno 1 Lupita Nyongo In Un Immagine
Lupita Nyong'o è Sam nel terzo capitolo della saga

Ma, parallelamente, il film ci coinvolge con una protagonista riuscita e intrigante, ben interpretata da una brava Lupita Nyong'o: la sua Sam è forte, decisa ed emozionante per costruzione e sviluppo, e ben si accompagna al comprimario Eric di Joseph Quinn, che ritroviamo con piacere dopo averlo amato in Stranger Things. Se loro due funzionano e reggono bene la costruzione narrativa ed emotiva del film, accompagnati dal magnifico gatto di Sam che rischia più volte di rubare la scena, è un certo un peccato che le altre figure che ruotano attorno a loro fatichino a trovare spazio e approfondimento, anche nel caso del Henri di Djimon Hounsou, che pure si presenta come personaggio dalle buono potenzialità.

Uno sviluppo essenziale ma efficace

A Quiet Place Giorno 1 Djimon Hounsou In Una Scena Del Film
Djimon Hounsou nel ruolo di Henri

Se possiamo considerare un difetto l'essenzialità della scrittura e la mancanza d'approfondimento, è in realtà la naturale conseguenza di una costruzione narrativa asciutta e diretta, che scende in lungaggini che avrebbero diluito le tempistiche dell'azione e della tensione, annacquandone la resa: A Quiet Place: Giorno 1 non perde tempo a costruire qualcosa che già conosciamo o spiegare dettagli che i suoi stessi personaggi non conoscono, si limita a seguirli nella loro muta lotta per la sopravvivenza, nel cammino verso una salvezza difficile da raggiungere. Michael Sarnoski, dunque, ci guida in questo percorso imbastendo sequenze che trasmettono ansia e tensione, ma anche momenti toccanti in cui è l'emotività a prendere il sopravvento. E in questo il suo film funziona a dovere, senza strafare e con i tempi giusti per non scivolare mai in momenti di stanca o di noia. Per approfondire il mondo di A Quiet Place siamo sicuri che avremo altre occasioni in futuro, perché lo spunto è troppo potente per non riprenderlo in ulteriori capitoli della saga.

Conclusioni

Funziona A Quiet Place: Giorno 1. Funziona perché riprende e sviluppa con coerenza i presupposti della saga di cui è prequel, ma soprattutto perché il regista Michael Sarnoski lo sviluppa con una costruzione narrativa diretta e lucida che non perde tempo in inutili divagazione che avrebbero annacquato la storia. Peccato solo che lo spunto, così potente ed efficace, sia ormai noto e non aggiunga novità di sorta, oltre che per uno sviluppo dei comprimari solo accennato, ma i 99 minuti del film tengono molto bene la tensione e questo basta per giustificare la visione di questo nuovo capitolo della saga.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • La tensione, costante ed efficace, al cospetto di mostri pronti a cogliere ogni piccolo rumore.
  • I personaggi di Sam ed Eric con rispettivi interpreti Lupita Nyong’o e Joseph Quinn.
  • La costruzione narrativa diretta e asciutta, che evita inutili lungaggini e spiegazioni.
  • Lo spunto iniziale, forte e ancora efficace...

Cosa non va

  • ... che però non rappresenta più una novità, come è ovvio per un terzo capitolo.
  • I personaggi secondari sono solo abbozzati.