Il 2013 verrà ricordato come l'anno dell'exploit del cinema friulano. Con le vittorie di Zoran, il mio nipote scemo alla Settimana della Critica veneziana e di Tir di Alberto Fasulo al Festival di Roma nell'estremo nordest si festeggia. E friulano è anche il regista Ferdinando Vicentini Orgnani, costretto a 'emigrare' in Trentino per girare il suo noir Vinodentro con il sostegno dei finanziamenti regionali. Una pellicola intrigante, parte noir, parte giallo, parte commedia, interpretata da un cast ricchissimo. Alle prese con l'enologia e i vigneti trentini troviamo Giovanna Mezzogiorno, Vincenzo Amato, Pietro Sermonti, Daniela Virgilio e il misterioso Lambert Wilson. Il film è impreziosito dai contributi del direttore della fotografia Dante Spinotti e del musicista Paolo Fresu. A raccontarci come un progetto così composito ha preso forma sono il regista Ferdinando Vicentini Orgnani, la bella Daniela Virgilio, il misterioso Lambert Wilson e Dante Spinotti.
Vinodentro nasce da un libro. Parlaci della sua genesi.
Ferdinando Vicentini Orgnani: Da tempo pensavo a un film sul vino anche per ragioni familiari. La mia famiglia ha un'azienda vinicola in Friuli seguita da mio fratello. Ho anche dei parenti in Trentino, quindi per me è stato naturale trasmigrare da una regione all'altra. Il motivo che mi ha spinto a dire la mia riguarda il modo in cui di solito il tema del vino viene trattato. E' un argomento di cui si parla in modo inesatto e molto superficiale, anche da grandi autori come Ridley Scott. Noi ci siamo serviti di esperti che insegnassero a Vincenzo Amato a leggere i vini e abbiamo citato solo vini che avessero un senso nella storia.
Dante Spinotti: Io provengo dalla Carnia quindi conosco bene le zone montuose. Fare film significa cercare il linguaggio giusto, nel mio caso luci, ombre, colori. Abbiamo avuto la fortuna di avere ottimi interni, aggiunti alla grandeur dolomitica degli esterni che, da sola, fornisce un grande contributo visivo. Da un certo punto di vista è stato meglio girare in Trentino perché o paesaggi sono davvero unici. Grazie alla produzione ho avuto la possibilità di avere a disposizione tecnologie avanzate, girando con la Ariflex Alexa con un sensore 3x4, il cui uso non è semplicissimo a causa della pesantezza dei file prodotti. Una macchina di questo tipo richiede un certo impegno, ma aumenta la libertà di azione. Grazie alla Alexa ho usato raramente luci. Una sera Lambert Wilson si è trovato a girare in un vigneto buio e non riusciva a capacitarsi di come si potesse recitare in quel modo, ma il risultato ci è piaciuto.
Lambert, cosa ti ha convinto a girare questo film?
Lambert Wilson: Sono stato attratto da vari ingredienti: il connubio tra genere giallo, presenza del vino e mito di Faust, che mi affascina profondamente. Per la prima volta ho potuto recitare in italiano, che è molto più difficile del parlare in italiano. Mi piaceva da matti questa unione di magia, mistero e realtà e mi piaceva il fatto che il mio personaggio appartenesse al lato oscuro. In più ormai sono assuefatto ai vini trentini e non bevo altro.
E tu Daniela, che esperienza hai vissuto sul set di Vinodentro?
Daniela Virgilio: Io provenivo dall'esperienza della femme fatale di Romanzo criminale - La serie e avevo paura di ripetermi. Poi mi sono resa conto che qui c'è un doppio livello molto interessante perché anche il mio è un personaggio sospeso tra realtà e finzione. Mi sono divertita molto a crearne il look insieme a costumisti e truccatori e con il contributo di Spinotti. Immagino che nessuno indosserebbe un vestito dorato come il suo nella realtà.
Come è nata l'idea della collezione di vini presa in ostaggio da Giovanna Mezzogiorno? Ferdinando Vicentini Orgnani: E' un episodio autobiografico. Quando mi sono separato la mia ex moglie, che compare nel film in un piccolo ruolo, aveva preso davvero in ostaggio la mia collezione di romanzi autografati, tra cui il primo libro di Marcello Fois, a cui tengo moltissimo, e minacciava di strapparli.
Come è stato scelto il cast?Come spesso accade è un frutto di tanti fattori. Daniela Virgilio la conoscevo da Romanzo criminale - La serie e dopo i provini è risultata la persona giusta. Lambert speravo di poterlo avere, ma non ne ero sicuro. Così sono andato in Francia, ci siamo incontrati a un pranzo in cui lui è arrivato in scooter e si è dimostrato entusiasta della sceneggiatura. Con Giovanna Mezzogiorno avevo condiviso un'avventura molto speciale dieci anni fa girando Ilaria Alpi - Il più crudele dei giorni. Il film ha fruttato sette querele a me e quattro a Marcello Fois. Ne abbiamo ancora una in corso. Le querele sono partite tutte dopo la Commissione Parlamentare presieduta dall'Avvocato Taormina e Giovanna ha vissuto tutti i problemi con noi. Nella vita è una persona molto ironica, irruenta e aggressiva. Perciò ho voluto darle un chance per far vedere un lato che il pubblico non conosce.
E Paolo Fresu come è stato coinvolto nella colonna sonora?
Con Paolo Fresu collaboro da una decisa d'anni per i miei documentari. Lui è un musicista jazz, di solito non lavora per il cinema. Stavolta ha composto le musiche incise poi da un'orchestra. Le arie sono state cantate da un tenore, che è anche un grande amico.
In questa sceneggiatura hai fatto cose che non si vedono spesso. Il film è una manifestazione di libertà totale.
Io ho fatto molti documentari e ho prodotto alcuni film. Mi sono costruito l'esperienza per realizzare un film più grosso, che ho anche prodotto. Il budget supera i due milioni di euro, quindi è abbastanza elevato. L'idea iniziare aveva già un lato onirico e il romanzo che abbiamo usato come base è stato unicamente uno spunto. Mentre scrivevamo il film ci rendevamo conto che era molto strano, ma abbiamo seguito l'istinto. Questo è un film coraggioso da tutti i punti di vista.
Alla fine la scelta di girare in Trentino si è rivelata un vantaggio perché le location esterne sono splendide.
Ferdinando Vicentini Orgnani: In questo probabilmente ha ragione Dante. Il Trentino ci ha dato la disponibilità economica e non solo. Abbiamo girato il film in sei settimane. Demtro la città ci stata data la possibilità di usare la vecchia questura di Trento. Abbiamo unificato molte location in questa e questo ci ha permesso di risparmiare soldi e tempo.
Quali sono i riferimenti cinematografici che avevi in mente?
Sicuramente Kubrick, per motivi tematici. Abbiamo usato la musica di Barry Lyndon, ci siamo ispirati ad Eyes Wide Shut per la scena della festa. Inoltre il lotto della bottiglia firmata da Toscanini all'asta è il lotto 237, la camera di Shining.
Forse i sommelier non se ne sono resi conto perché ci hanno aiutato moltissimo. La cosa che volevamo era trasmettere la passione del vino senza dire inesattezze. La storia del vino che sa di tappo l'ho inserita anche per questioni divulgative. Ci siamo anche appoggiati a una rivista celebre di settore come Bibenda perché ci serviva un giornale importante e mostrandolo nel filom abbiamo ottenuto un vantaggio reciproco in termini di visibilità.
Che futuro prevedi per Vinodentro?
La produzione ha deciso di distribuire il film personalmente perché crede molto nel progetto e non vuole gettarlo in pasto al mercato senza un'attenzione precisa. Per ora al mercato di Roma è stato venduto all'estero in Australia, Nuova Zelanda e Taiwan. I primi due paesi sono grandi produttori di vino a loro volta quindi spero sia un buon auspicio.