Una brutta giornata. C'è un fumetto seminale, ovvero The Killing Joke di Alan Moore e Brian Bolland, che nel 1988 attraverso le parole del Joker espresse la propria condizione mentale a Batman: a volte basta una brutta giornata per portare alla follia anche la persona più equilibrata del pianeta. Avviene qualcosa di simile al protagonista di A Bloody Lucky Day, la nuova serie sudcoreana dal 1° febbraio su Paramount+. Un thriller mescolato a un dramma familiare che parla della società, come spesso capita nel genere e che, come spiegheremo nella recensione, racconta di coincidenze e casualità nel quotidiano di una persona qualunque, che si ritroverà coinvolta in qualcosa di straordinario e molto più grande - e sanguinolento, come da titolo - di lui.
Una serie di (s)fortunati eventi
Oh Taek (Lee Sung-min, Reborn Rich) è un uomo la cui vita è stata caratterizzata dalla sfortuna quando un bel giorno viene arrestato per frode mentre si trova in spiaggia insieme alla propria famiglia. Anni dopo aver scontato la pena e il debito con la società, si ritrova ad essere un tassista sempre gentile e cordiale, che preferisce assecondare le offese del prossimo, colleghi compresi, pur di non far nascere discussioni o peggio risse, cercando di vivere la propria vita in tranquillità ed essere lasciato in pace.
La trama di A Bloody Lucky Day parte da qui: dalla brutta giornata di cui parlavano e di cui parla anche il titolo della miniserie, un ragazzo misterioso di nome Geum Hyuk-soo (Yoo Yeon-Seok, Narco-Saints) gli chiede di essere eccezionalmente accompagnato fuori città, quindi per una tratta lunga, ad una tariffa esorbitante. Il protagonista, che ancora deve ripagare i debiti di quando fu accusato e vorrebbe contribuire alle spese scolastiche dei figli per dimostrare all'ex moglie quanto sia cambiato, accetta. Nel mettersi in viaggio, presto scoprirà che potrebbe essere un percorso di sola andata dato che quel ragazzo dallo sguardo vacuo e glaciale è una persona molto poco raccomandabile che si è lasciata una scia di sangue dietro di sé e potrebbe fare lo stesso in autostrada.
Gioco d'astuzia
A quel punto il tassista deve riuscire a giocare d'astuzia per sopravvivere e non destare sospetti nel ragazzo, mentre la sua vita (e quella dei suoi cari) diviene continuamente appesa ad un filo. La tensione narrativa si percepisce lungo tutti i dieci episodi che compongono il serial, sebbene il genere sia oramai abusato soprattutto a quelle latitudini e finisca negli archetipi visti e stravisti oramai in quel tipo di racconto e nonostante qualche allungamento di troppo. Per l'ennesima volta ci viene mostrato come un uomo qualunque e buono possa iniziare la discesa nell'abisso e diventare tutto il contrario (Breaking Bad docet), anche per colpa dell'influenza di altre persone e dell'assetto e pressione sociale in cui vive.
Proprio come il Joker fumettistico, esiste un'attitudine di base e una propensione per andare fuori controllo o è qualcosa insito in ognuno di noi che può scattare all'improvviso? Basata sul webtoon Naver A Day of Bad Luck di Aporia, la miniserie è diretta da Pil Gam-seong (Hostage: Missing Celebrity) e scritta da Kim Min-sung e Song Han-na, che provano a trasporre in dialoghi e immagini uniti da un montaggio che si prende il proprio tempo, l'oscurità d'animo che pervade i personaggi, e rientra nell'accordo tra la piattaforma e TVING attraverso una partnership tra Paramount e la potenza coreana dell'intrattenimento CJ ENM, per continuare il filone iniziato con Bargain, vincitrice a Canneseries e disponibile sul servizio streaming.
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Una storia di vendetta
Quella di A Bloody Lucky Day è in fondo una storia di vendetta, che sembra dalla seconda metà in poi seguire non più e non solo la "filosofia del Joker" bensì la Legge del Taglione biblica in cui due persone (o famiglie) continuano a perpetrare un certo tipo di violenza per rispondere con "occhio per occhio, dente per dente" all'offesa o danno subiti. Una scelta che rischia di aprire un circolo vizioso che non vedrà mai la fine, e che spesso accomuna le storie di criminalità e di mafia, nonostante fosse stata istituita per frenare le vendette private e l'incorrere in una faida senza fine e senza tempo. Eppure Oh Taek e Geum Hyuk-soo iniziano proprio un gioco al massacro che sembra non vedere la luce in fondo al tunnel, ma la serie saprà sorprendere anche nell'epilogo e nel finale, che provano ad alzare un velo di speranza sull'umanità.
Parallelamente viene raccontata la storia di Hwang Soon-gyu (Lee Jung-eun, Parasite), una madre devastata e disperata per la perdita del figlio, ma determinata a trovare giustizia per la sua morte. Giustizia che non sembra interessare del tutto la polizia, persa nei propri meandri burocratici, e che ricorda ancora una volta come spesso sia sempre la società stessa a portare alcune persone a cercarsela da soli, piuttosto che affidarsi alle autorità e alla legge, e quanto a volte un evento casuale abbia il potere di modificare un'intera esistenza: ma si tratta davvero di coincidenze? Esistono il fato e il destino o noi uomini siamo padroni - e quindi colpevoli e responsabili - delle nostre azioni? Una serie che offre uno sguardo amaro, truculento e realistico sulla società contemporanea e, sebbene non porti qualcosa di nuovo al genere, ha tutti i crismi per appassionare gli spettatori habitué dei thriller coreani.
Conclusioni
Concludiamo la recensione di A Bloody Lucky Day come l’avevamo iniziata, ovvero sottolineando come una brutta giornata possa cambiare per sempre la vita di una persona. Una miniserie thriller sudcoreana che entra perfettamente negli archetipi del genere per portare in scena un dramma umano e familiare, che prova a mettere a confronto due uomini che sono due facce della stessa medaglia, ovvero la società e ciò che ci porta ad essere e a fare, non dimenticando di analizzare il rapporto con il caso e con una sedicente entità superiore.
Perché ci piace
- Lee Sung-min e Yoo Yeon-seok funzionano insieme, e il secondo risulta parecchio inquietante.
- Il percorso dei personaggi.
- La discesa nell’abisso e le tematiche universali affrontate.
- La tensione si mantiene abbastanza costante…
Cosa non va
- …ma una durata minore e meno episodi forse avrebbero fatto bene alla trama.
- È tutto già visto e raccontato nel genere.