50m2: la recensione della serie crime turca targata Netflix tra serio e faceto

La recensione di 50m2, la serie turca in otto episodi di genere crime thriller, disponibile su Netflix dal 27 gennaio 2021.

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50m2: Engin Öztürk in una scena della serie Netflix

Iniziamo la nostra recensione di 50m2 dalle certezze. La prima stagione della serie turca è disponibile su Netflix dal 27 gennaio 2021 e si svolge in otto episodi. La serie è un crime thriller in cui malavita, personaggi dal passato fumoso, tradimenti e lotte interne si susseguono. Ma è anche una comedy in cui i co-protagonisti danno vita a simpatici siparietti ambientati nel quartiere in cui si svolge la totalità della serie. Intende, quindi, raccogliere due tipologie di pubblico molto diverse: quella che si interessa di conflitti a fuoco, combattimenti e spargimenti di sangue e quella, invece, che vorrebbe un prodotto leggero e divertente con personaggi carismatici e simpatici. Potrete ben capire che si tratta di un'unione complicatissima da raggiungere, forse possibile, ma che richiede una scrittura e un equilibrio perfettamente dosato. La scelta stilistica funzionerà rendendo 50m2 una serie atipica e, di conseguenza, meritevole di essere vista?

Un protagonista dal passato misterioso

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50m2: Engin Öztürk in una foto della serie Netflix

I primi minuti della prima puntata sembrano lasciar presagire una storia capace di riservare sorprese. Le vie buie e sporche di un quartiere, un uomo che fugge, un'ombra che lo insegue fino a metterlo spalle al muro minacciandolo con una pistola. Pochi minuti e siamo già dentro a una dimensione crime, da thriller urbano che non può che far piacere. Il nostro protagonista, di nome Gölge (per l'appunto, ombra) è un sicario di un boss mafioso. Il suo nome è chiaramente fittizio, un nickname non solo per annullare la propria identità, ma anche per evidenziare il grande mistero del suo passato: è un orfano, probabilmente è stato lui stesso a uccidere i suoi genitori quando era bambino; preso sotto l'ala del boss ha vissuto senza ricordare nulla, se non qualche frammento di memoria. Ma questo vuoto identitario ormai inizia a consumarlo e decide di tradire il suo mentore nascondendosi dentro una sartoria abbandonata (i 50m2 del titolo sono quelli del negozietto). Senza nome, in fuga dal suo passato ma anche alla ricerca di risposte, il nostro Gölge verrà accolto dai cittadini del quartiere, ognuno con una propria storia, che lo credono il figlio del sarto morto. Gölge decide di rimanere lì e continuare la farsa, ma si tratterrà di un castello di carte e di bugie che lentamente è destinato a crollare.

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Tra sangue e risate

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50m2: Engin Öztürk nella serie Netflix

C'è una sensazione che, piano piano, si fa sempre più presente (e pressante) nel corso della visione di 50m2 ed è quella di trovarsi di fronte all'ennesima fiction di stampo televisivo dove si cerca di sdrammatizzare il più possibile e divertire lo spettatore, anche attraverso personaggi stereotipati e attori che recitano in modo teatrale ed esagerato. Se il plot dovrebbe indagare il passato del protagonista e se gli intrighi malavitosi portano spesso e volentieri a sequenze violente, appena questa storyline viene messa in pausa si preferisce stemperare la serietà della trama per dare vita a scenette divertenti tra gli abitanti del quartiere abbracciando molto di più il genere della commedia. Non ci sarebbe nulla di male a farlo (anche perché i momenti violenti non mancano e il sangue è ben presente senza censure) se non che i 40 minuti di ogni puntata costringono lo spettatore a una montagna russa che spezza la sospensione dell'incredulità. Se i momenti dedicati alla dimensione crime sono eccessivamente seri, il resto è eccessivamente comico e i due universi non si sposano perfettamente dando la sensazione di un'incertezza di tono. Il risultato è una serie che si dimostra troppo violenta per chi vuole semplicemente sedersi sul divano e "spegnere il cervello" e troppo poco serie per chi, invece, vorrebbe godersi solo la parte crime.

Una seconda stagione in arrivo?

Attraverso episodi che sembrano essere in gran parte autoconclusivi (e per questo motivo vi sconsigliamo il binge-watching, lasciando che la visione sia dosata), la serie procede senza particolari sussulti e colpi di scena fino all'ottavo episodio. Non manca una certa direzione, ma il ritmo narrativo è fin troppo dosato e blando per coinvolgere fin da subito lo spettatore. Basti sapere che i primi due episodi costituiscono un lungo prologo prima che la storia vera e propria possa avere inizio. Non critichiamo la scelta di presentare per bene i personaggi e le relazioni che hanno tra loro, ma non possiamo sottolineare come si dimostri una scelta controproducente proprio alla luce del cambio di tono continuo di cui parlavamo sopra. Fortunatamente l'ultimo episodio, attraverso alcuni colpi di scena, è capace di costruire un finale potente, con un cliffhanger che può catturare l'attenzione dello spettatore e lasciandolo con la voglia di saperne di più, in attesa di una seconda stagione.

Conclusioni

A conclusione della nostra recensione di 50m2 non possiamo premiare la serie turca presente in catalogo su Netflix. L’idea narrativa è buona e intrigante, ma il continuo cambiamento di tono tra serio e faceto la depotenzia rischiando di scontentare entrambe le tipologie di pubblico a cui la serie fa riferimento. Violenta nei momenti crime, troppo leggera nei momenti comedy, 50m2 rimane in un limbo che il ritmo dosato non aiuta. Un colpo di scena finale arriva troppo tardi, ma potrebbe risollevare le attenzioni dello spettatore che, interessato dalle vicende, è arrivato fino all’ultimo episodio.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • L’idea di partenza è intrigante.
  • Alcuni momenti e alcuni personaggi riescono a intrattenere a dovere.

Cosa non va

  • Troppo violenta nella dimensione crime, troppo farsesca nella comedy, la serie non trova equilibrio rischiando di scontentare entrambe le tipologie di pubblico.
  • Il ritmo dilatato richiede allo spettatore pazienza per arrivare alla fine.