Fabio De Luigi come Mrs. Doubtfire. Succede in 10 giorni senza mamma, il film con cui Alessandro Genovesi in uscita al cinema il 7 febbraio dopo Puoi baciare lo sposo. Lo fa per la seconda volta con un remake - la prima era stata con Ma che bella sorpresa del 2015 basato sul campione di incassi brasiliano A Mulher Invisivel. Qui alla base c'è una commedia argentina, Mamá se fue de viaje. "Dell'originale rimane il nodo principale del racconto: una famiglia con quattro figli e non tre, come è diventato nel nostro adattamento, e una madre che decide di prendersi una vacanza. Lì inoltre, il padre non sa fare le lavatrice o cambiare i pannolini, qui invece tutto sommato se la cava abbastanza bene con la gestione familiare, il problema invece è il lavoro ed è quello che mi interessava", racconta il regista durante la presentazione del film alla stampa.
Una commedia per famiglie sulla interscambiabilità dei ruoli genitoriali, lontana dai cliché: "L'attenzione sia in scrittura, che nella direzione degli attori e nel montaggio era volta a cancellare zuccherosità e retorica, abbastanza in agguato in un racconto come questo. - spiega - È una storia semplice e lineare, con un ritmo che non cede alla noia e con una piccola provocazione finale. Ma è soprattutto la storia di una donna che ha dedicato tredici anni alla propria famiglia ed è felice di averlo fatto".
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Fabio De Luigi, mammo per Alessandro Genovesi
Quando Giulia (Valentina Lodovini) decide di prendersi una vacanza da pappe, chat delle mamme e inserimento all'asilo, papà Carlo (Fabio De Luigi) si ritroverà a fare da 'mammo' ai suoi tre figli e a dover conciliare lavoro e famiglia. "Ci ho messo tutto me stesso. - dice l'attore, che con Alessandro Genovesi aveva già lavorato ne La peggior settimana della mia vita e Il peggior Natale della mia vita - ma come padre sono molto lontano da quello raccontato in 10 giorni senza mamma. Ormai l'evoluzione della famiglia fa sì che i ruoli siano interscambiabili, forse non in modo così radicale, è difficile trovare un padre così in difficoltà come Carlo, anche se esistono".
In suo soccorso arriverà la provvidenziale tata Lucia, una Diana Del Bufalo che abbandona eccentricità e stravaganze per un personaggio mite e mai sopra le righe, ma guai a chiamarla Mary Poppins: "Lei è invincibile, Lucia invece è un po' sfigata, anzi l'hanno appena licenziata", commenta.
Come spieghiamo anche nella nostra recensione di 10 giorni senza mamma, Carlo dovrà ricostruire il rapporto con i propri figli partendo da zero: "È un padre che è sempre stato assente e ora deve imparare a crescere con loro. - spiega Genovesi - E perché la storia potesse intrattenere erano necessari dei conflitti: perciò c'è una ragazzina di tredici anni nel pieno della ribellione e della rabbia adolescenziali, un bambino di otto quasi terrorista e una terza di appena due anni, totalmente libera e ingestibile". È lei, la piccola Bianca Usai, la vera star del film, che il mondo lo vive a gesti e suoni incomprensibili. Il lavoro sul set? "Faticoso, ma loro sono stati molto professionali. Quando abbiamo iniziato a girare, Bianca aveva due anni e doveva aver un linguaggio tutto suo, una specie di grammelot, ma a riprese terminate si esprimeva quasi come Baricco - scherza De Luigi - Ci si piegava alle sue esigenze, per intrattenerla abbiamo fatto di tutto, sembrava un asilo a cielo aperto".
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Una famiglia 'normale'
Un film girato ad altezza bambino, con camera a mano e rocambolesche gag, in cui trova però spazio la riflessione sul rapporto padre-figli e una maternità vissuta senza tabù: "Giulia è una donna stanca, ma non è né depressa, né esaurita, anzi è abbastanza serena. Ho amato il film proprio perché è una commedia pura e semplice, priva di volgarità, colpi di scena o cliché. Io e Carlo non siamo una coppia in crisi, il nostro rapporto è alla pari - precisa Valentina Lodovini - Il mio personaggio ha fatto una scelta, ha deciso di essere madre e moglie, ma prima di avere dei figli era anche un avvocato e ora si ritrova a essere un po' stanca, ha perso la propria individualità, il suo rapporto con se stessa e decide di andarselo a riprendere. Non ha paura di lasciare i figli soli con il marito; nessuno la giudica, anzi continuano ad amarla. Non bisogna avere paura di seguire se stessi".