Salvatore - Questa è la vita sbarca alla Festa del Cinema di Roma, e con esso il regista Gian Paolo Cugno e l'interprete Enrico Lo Verso, che hanno risposto alle domande dei cronisti.
Cugno, lei è un regista accreditato nel settore ma ancora agli esordi, come è riuscito a convincere la Disney a finanziare il progetto e ad affidare a lei la regia?
Gian Paolo Cugno: E' stato Pietro Innocenzi. Ho fatto molti cortometraggi in passato e comunque ero conosciuto nel settore sin da ragazzino poi intorno a cinque anni fa ho iniziato a fare film più importanti.
Innocenzi mi propose che se avevo delle belle storie le avrebbe prodotte. Avevo scritto questa storia per me e quando presentai una bozza ad Innocenzi a lui piacque cosi' tanto che mi disse che avrebbe voluto produrre il film.
Riguardo la Sicilia...
Gian Paolo Cugno: Ho voluto caraterizzare la realtà che c'è li, anche perchè il film è tratto da una storia realmente accaduta 18 anni fa, un ragazzo che ha perso suo padre proprio in quel tragico modo e che nello stesso modo di Salvatore continuò a vivere con la famiglia, coltivando la terra e facendo esattamente quello che si vede nel film. Ci fu anche questo problema da risolvercon la scuola anche se in quel caso intervenne la famiglia stessa.
La Sicilia d'estate è bellissima, c'è il mare, ci sono tanti locali ma quando inizia l'Autunno il mondo cambia completamente allora si vede la realtà che rimane bellissima per chi la sa apprezzare.
E' stato difficile trovare un bambino che interpretasse cosi' bene il ruolo di Salvatore?
Gian Paolo Cugno: Abbiamo fatto dei provini perchè fra i professionisti non lo trovavamo, qualcuno poteva andare bene ma non mi davano quell'idea di Siciliano vero.
C'è molto di Salvatore in Alessandro, quello che fa nel film è tutto vero, le scene in cui piange, le scene in cui intreccia i pomodori... Volevamo infatti un bambino cosi'. "Questa è la vita" non esiste nel copione. E' stato lui stesso a dirlo e devo ringraziare la Buena Vista che si è accorta di questa frase dicendo che poteva andare bene come sottotitolo del film.
E' stato difficile gestire il rapporto con Alessandro?
Gian Paolo Cugno: Il bambino va gestito, va fatto giocare sul set ecc... Specialmente se vuoi uno come Alessandro con il quale ho avuto anche dei problemi durante le riprese. Iniziava a capire che lui era il protagonista e quindi se ne approfittava così sono stato anche costretto a cacciarlo, naturalmente il produttore era un pò preoccupato che non tornasse più, poi in realtà tornava e abbracciava tutti.
Insomma, come ho fatto non lo so, è stato faticoso e non credo che sfiderò più il destino in questo modo. Perchè una volta può andar bene, la seconda magari no. C'è stata un pò di incoscienza ma era il bambino che volevamo e abbiamo rischiato.
Inoltre quando non prendi un professionista c'è il rischio che tutto venga moscio, che il bambino non rappresenti la sua anima. In questo film il protagonista non doveva essere solo triste, doveva avere il sapore del suo personaggio con tutte le sue contraddizioni e i suoi umori. Non è stato facile.
Concludo col dire che ho lavorato con due produttori con cui ho sempre sognato di lavorare. Abbiamo avuto il meglio grazie ai produttori e voglio sottolineare che questo film è il risultato non solo del mio lavoro ma del lavoro di tutti. Affinchè il film stesse in piedi c'è stato bisogno dell'aiuto di tutti per cui ognuno con la sua parte ha dato qualcosa e abbiamo cercato di darne un tono autentico
Lo Verso, ha già lavorato in passato con i bambini. Che cosa è cambiato?
Enrico Lo Verso: Prima mi sentivo più coetaneo di adesso...
Devi relazionarti ad ogni film diverso con le persone con cui lavori. E' vero che, come ha detto Gian Paolo, è un lavoro di squadra e che cerchiamo tutti di raggiungere gli stessi obiettivi ma al bambino non interessano assolutamente questi obiettivi per cui c'è il pericolo che tocchi quella corda che non devi toccare e pensi "quello se ne và.." e allora è tutto molto delicato.
Di solito ho sempre cercato di gestire io il rapporto con i bambini, in questo caso Alessandro aveva un rapporto molto forte con Gian Paolo.
Il film sarà visto anche in altri Paesi?
Enrico Lo Verso: Credo che contemporaneamente all'uscita italiana ci sia quella a S.Francisco e a New York. Uscirà anche in Belgio e naturalmente grazie alla rete di contatti della Buena Vista uscirà anche in altri Paesi.
Avete avuto problemi con il dialetto?
Enrico Lo Verso: Non mi pare. Siamo tutti siciliani anche se Gian Paolo è nato a Pachino mentre io sono nato a Palermo, anche se ho vissuto a 50 km da lì.
Il problema era dare un'idea di autenticità ma cercare al tempo stesso di rendere il film comprensibile per tutti perchè non volevamo sottotitolarlo.
Quanto spazio è stato dato all'improvvisazione?
Enrico Lo Verso: Tantissimo. E' importantissimo sul set trovare un regista non tiranno. Gian Paolo è uno che accetta la discussione e secondo me il ruolo dell'attore non è dire la battuta in un certo modo. Il ruolo dell'attore deve essere prima di tutto capire il personaggio, viverlo e proporre delle alternative di modo che dalla pagina scritta si passa alla pagina di vita. Gian paolo ha questa capacità rispetto ad altri sedicenti registi. E' capace di ascoltare e non ti dice nè si nè no per partito preso; con lui è possibile una discussione e si arriva ad un punto comune.
Grazie a questo, ricordo la facilità con cui abbiamo fatto il film perchè nel momento in cui non hai tensioni non è difficile lavorare. Gian Paolo è un regista che rende le cose facili, uno che prima di spiegare ad Alessandro che doveva portare la barca in acqua era lui stesso in acqua a mostrarglielo...