È finalmente giunto nelle sale cinematografiche italiane No Time To Die, il venticinquesimo capitolo della saga di James Bond e ultimo della cinquina con Daniel Craig protagonista nell'iconico ruolo di 007.
Un film che sta generando ampio dibattito tra gli appassionati della serie e chiude un ciclo che ha riscritto, negli ultimi quindici anni, la storia dell'agente segreto creato da Ian Fleming. No Time To Die avrà tempo e modo per essere valutato nella propria portata complessiva, sia nel raffronto con le quattro pellicole precedenti che con gli altri titoli della saga bondiana la quale, in quasi sessant'anni di storia, annovera molti film entrati nell'immaginario collettivo.
Sean Connery, George Lazenby, Roger Moore, Timothy Dalton, Pierce Brosnan e il già menzionato Daniel Craig: sei attori, ciascuno con il proprio stile, che hanno impersonato James Bond sul grande schermo dal 1962 ad oggi, regalando diverse sfumature. Ma quali sono i migliori film della saga di James Bond 007? Di seguito abbiamo cercato di individuare i dieci più rilevanti, quelli che hanno consegnato 007 al mito e ne conservano ancora oggi l'inossidabile tradizione: speriamo che quest'ultima, anche in futuro, venga pienamente preservata.
10. 007 - Vendetta privata (1989)
Allora credo che sia... un vero e proprio addio alle armi.
Dopo Zona pericolo (1987), Timothy Dalton tornò a interpretare Bond una seconda volta. Diretto da John Glen e scritto da Michael G. Wilson e Richard Maibaum, Vendetta privata (il cui titolo originale, License to kill, in italiano venne reso diversamente per evitare la ripetizione con la traduzione di Dr. No in Licenza di uccidere nel 1962) attinge in minima parte da opere di Fleming, ormai ampiamente adattate nei film precedenti, e introduce elementi originali e inconsueti, come la decisione di 007 di agire per conto suo non seguendo gli ordini impartitegli da M. Alla base della "ribellione" quanto accaduto al collega Felix Leiter, gravemente ferito dagli scagnozzi del narcotrafficante sudamericano Franz Sanchez, da tempo inseguito dalla CIA. Quei criminali, dopo aver attaccato Leiter, hanno anche ucciso sua moglie Della. James, gravemente scosso (aveva fatto da testimone alle nozze) decide di mettersi a caccia di Sanchez e della sua banda, seguendo gli indizi già raccolti dalla CIA e rischiando di provocare un incidente diplomatico tra l'intelligence americana e quella britannica, e scatenando le rimostranze del suo capo. Con l'aiuto di Q e dell'affascinante ex agente Pam Bouvier, Bond andrà avanti nel proprio intento, ma senza dimenticare di essere pur sempre un doppio zero.
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Insieme a Dalton, nel cast di Vendetta privata figurano Robert Davi, Carey Lowell, Talisa Soto, David Hedison, Priscilla Barnes, Robert Brown, Caroline Bliss e un quasi esordiente Benicio Del Toro. Memorabili alcune sequenze d'azione, soprattutto nel finale, che rendono altamente spettacolare un film troppo presto dimenticato rispetto ad altri titoli bondiani. Ad ogni modo, Vendetta privata sarebbe stato l'ultimo capitolo della saga fino al 1995, interrompendo la consuetudine che prevedeva un nuovo Bond in sala in media ogni due anni, come accaduto fin dalle origini.
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9. GoldenEye (1995)
Per l'Inghilterra, James?
No, per me!
L'estenuante attesa venne ripagata con GoldenEye, che avrebbe rappresentato un primo assaggio di futuro della serie. Infatti, i quattro film con Pierce Brosnan protagonista non posseggono la profondità narrativa tipica del successivo ciclo Craig, ma possono vantare alcuni elementi innovativi soprattutto nella scrittura dei personaggi. L'esempio più lampante è il rapporto particolare tra James Bond e M, per la prima volta interpretata da una donna: la straordinaria Judi Dench, che porterà il personaggio sullo schermo in altre sei occasioni (fino a Skyfall). M conosce pregi e difetti di 007, lo richiama quando necessario ma sa che, senza di lui, le missioni più complicate dell'MI6 non potrebbero mai essere portate a termine.
In GoldenEye, Bond deve fermare la minaccia dell'organizzazione Janus, guidata dal collega Alec Trevelyan (un tempo 006), che ha finto la propria uccisione nove anni prima al termine di un incarico concluso insieme a 007 e adesso in cerca di vendetta contro la Gran Bretagna: un crescendo di sequenze mozzafiato fino a un ottimo finale. Diretto da Martin Campbell e scritto da Jeffrey Caine e Bruce Feirstein, già dalle rinnovate animazioni dei titoli d'apertura (accompagnati dal brano principale cantato da Tina Turner) e servendosi di un ottimo connubio tra effetti speciali e visivi, GoldenEye restituì uno straordinario successo alla saga, venendo ampiamente premiato dal botteghino internazionale.
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8. La spia che mi amava (1977)
Forse ho giudicato male Stromberg. Chiunque beva Dom Perignon del '52 non può essere tanto malvagio.
Dopo Vivi e lascia morire (1973) e L'uomo dalla pistola d'oro (1974), Roger Moore tornò per la terza volta nel ruolo di 007 con un film che richiama molto l'epoca conneriana nello stile e nei modi, ed è forse il punto più ravvicinato tra il Bond delle origini e quello degli anni Settanta. La spia che mi amava affianca a 007 il maggiore Anya Amasova (interpretata dalla splendida Barbara Bach): prima avversari e rappresentanti dell'intelligence britannica e di quella sovietica, poi alleati per recuperare un dispositivo attraverso il quale giungere al ritrovamento di due sottomarini nucleari scomparsi e finiti nel mirino di Karl Stromberg, potente magnate del trasporto marittimo intenzionato a distruggere il mondo intero per fondarne uno nuovo negli abissi.
Splendide location, superbe sequenze d'azione, e un iconico "Squalo" (impersonato da Richard Kiel) a tormentare continuamente James e Anya in giro per il mondo. Diretto da Lewis Gilbert, scritto da Christopher Wood e Richard Maibaum, La spia che mi amava ottenne un incasso straordinario e tre candidature agli Oscar. Indimenticabile Nobody does it better, brano d'apertura del film, interpretato dalla cantautrice statunitense Carly Simon.
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7. Agente 007 - Thunderball (Operazione tuono) (1965)
Mio caro colonnello... una signora non si apre da sola la portiera dell'automobile!
L'organizzazione criminale SPECTRE sta progettando il colpo più ambizioso ai danni delle potenze occidentali: impadronirsi di ordigni atomici e scagliarli contro le grandi città. I servizi segreti britannici inviano James Bond sulle tracce di Emilio Largo, il temibile numero due della SPECTRE, per fermare il piano distruttivo. Per riuscire nella missione dovrà affrontare altri temibili membri dell'organizzazione e avvicinare l'affascinante Domino, che Largo tiene sotto scacco nel proprio lussuoso yatch.
Diretto da Terence Young e scritto da John Hopkins e Richard Maibaum (che hanno tratto il film da uno dei romanzi di Fleming più contesi in quanto a ottenimento dei diritti), ancora oggi quello di Thunderball resta tra i maggiori successi al botteghino nella storia della saga (al netto dell'inflazione) e uno dei film più affascinanti, anche per il notevole sforzo produttivo (tra cui le numerose riprese subacquee) e i numerosi personaggi sviluppati. Nel cast, oltre a Sean Connery (qui al quarto film) anche Claudine Auger, Adolfo Celi, Luciana Paluzzi, Rik Van Nutter e gli immancabili Lois Maxwell, Bernard Lee e Desmond Llewelyn.
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6. Agente 007 - Licenza di uccidere (1962)
Dominazione del mondo. Il solito sogno. I manicomi sono pieni di gente che crede di essere Napoleone. O Dio.
James Bond viene inviato in Giamaica per scoprire la verità dietro l'uccisione di John Strangways e della sua segretaria: quell'uomo era entrato in possesso di documenti riguardanti il misterioso Dr. No e i suoi esperimenti nucleari sull'isola di Crab Key. Bond dovrà così scovare il rifugio dello scienziato e rivelare i suoi piani, dietro i quali si nasconde una pericolosa organizzazione criminale, la SPECTRE. Avrà l'aiuto del collega statunitense Felix Leiter, dell'abile collaboratore Quarrel e di una ragazza, Honey Ryder, in cerca di vendetta contro il dottor No.
I tratti distintivi che resero Licenza di uccidere una novità assoluta nel panorama cinematografico (e che andranno a caratterizzare negli anni la serie) erano chiari fin da subito: già dalla sequenza d'apertura, la cosiddetta gunbarrel, alla quale seguirà il prologo e quindi gli iconici titoli di testa (ideati da Maurice Binder e arricchiti dalle animazioni di Trevor Bond). Il primo capitolo, oltre ad introdurre Sean Connery nel ruolo, propose infatti molti degli elementi che saranno ricorrenti nella saga, quali gli abiti in stile british e quelli più esotici (ma sempre eleganti) dell'attore scozzese, le armi in dotazione (tra cui la pistola Walther PPK), la straordinaria abilità negli scontri fisici e nel saper anticipare le mosse dei nemici. In questo capitolo appaiono per la prima volta anche il capo della sezione MI6, M, la splendida Miss Moneypenny, l'amico Felix e uno storico villain, l'oscuro Dr. No di Joseph Wiseman. Infine, le prime due Bond Girl: la meno ricordata Sylvia Trench di Eunice Gayson e l'iconica Honey di Ursula Andress.
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5. A 007, dalla Russia con amore (1963)
Vino rosso con il pesce... dovevo capirlo da questo.
Dopo aver perso i servigi del Dr. No, la SPECTRE medita vendetta nei confronti di James Bond portando avanti i propri piani, che mirano a eludere contemporaneamente i servizi segreti britannici e sovietici. L'organizzazione criminale e il suo Numero Uno intendono mettere le mani sul Lektor, una sofisticata macchina in grado di codificare crittogrammi, attualmente in possesso dell'Unione Sovietica ma ambita anche da MI6 e CIA. Per la missione viene scelto proprio 007, il quale dovrà recarsi a Istanbul e mettersi in contatto con il diplomatico Ali Kerim Bey, per poi avvicinarsi al Lektor tramite l'agente sovietico Tatiana Romanova, inconsapevole pedina in mano alla SPECTRE poiché manovrata dal Numero Tre Rosa Klebb, ex membro del controspionaggio russo.
Diretto da Terence Young e scritto da Johanna Harwood e Richard Maibaum, Dalla Russia con amore amplificò il successo del primo capitolo e consacrò ulteriormente il personaggio di James Bond, anche grazie a un Connery ormai perfettamente a proprio agio nel ruolo e qui accanto a un'interprete femminile perfetta come Daniela Bianchi: la sua Tatiana si innamora davvero di 007, anche se la relazione tra i due agenti sfumerà inevitabilmente in vista dei successivi capitoli. Aumentano i gadget a disposizione di Bond, ma anche i nemici: la SPECTRE si mostra nella sua struttura e, oltre ai già citati Numero Uno e Numero Tre, 007 dovrà affrontare anche Donald "Red" Grant, un abile e imponente agente dai metodi feroci (interpretato da Robert Shaw). Indimenticabile la lunga sequenza in treno a bordo dell'Orient Express, che omaggia Intrigo internazionale di Hitchcock.
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4. Skyfall (2012)
Dove diavolo si era perso?
A godermi la morte. 007 a rapporto, signora.
Caduta, risalita e ritorno in grande stile: Skyfall è una sintesi del James Bond vulnerabile, umano e imperfetto interpretato da Daniel Craig nel ciclo ormai giunto a conclusione con No Time to Die. In esso viene raccontato come mai prima di allora il rapporto quasi materno tra la straordinaria M di Judi Dench e lo stesso Bond, al centro del quale si inserisce con estrema crudeltà un altro "figlio" ma, diversamente da James, respinto e in cerca di vendetta: è Raoul Silva/Tiago Rodriguez, un ex agente dell'MI6 che metterà a fuoco e fiamme l'intera Londra e costringerà 007 a sfidarlo in campo aperto, lì dove ciò che egli è diventato ha avuto origine (ovvero la casa paterna di Bond).
Diretto da Sam Mendes e scritto da Robert Wade, Neal Purvis e John Logan, Skyfall trae spunto da Il cavaliere oscuro e Heat - La sfida e regala diverse sequenze d'antologia, spostando il percorso narrativo intrapreso con Casino Royale e Quantum of Solace su vette estremamente cupe e mai così drammatiche nella storia della saga. Nel cast, a Craig e Dench si aggiunsero, tra gli altri, un formidabile Javier Bardem, Ben Whishaw, Naomie Harris e Ralph Fiennes. Skyfall vinse due Oscar (per la meravigliosa canzone di Adele e Paul Epworth e per il montaggio sonoro) e giunse alla cifra record di oltre 1,108 miliardi di dollari di incasso al botteghino internazionale.
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3. Casino Royale (2006)
Scusatemi: quell'ultima mano stava per uccidermi...
Nel suo primo incarico, l'agente segreto di Sua Maestà James Bond ha dovuto guadagnarsi sul campo la cosiddetta "licenza di uccidere". Nonostante un'indole ribelle e contrasti continui con i vertici dell'intelligence, si dimostrerà subito il migliore: glaciale e spietato. Tanto da decidere di portare avanti la caccia a dei terroristi dietro i quali si nasconde il banchiere Le Chiffre, la cui enigmatica figura cela un'organizzazione criminale le cui trame sono del tutto oscure. Starà proprio a 007 scoprirne di più, e una partita di poker in Montenegro, a cui parteciperà lo stesso Le Chiffre, sarà la chiave di volta dell'intera missione.
Dopo aver finalmente acquisito i diritti sul romanzo Casino Royale, il primo nel quale Fleming raccontava le avventure di James Bond, EON e Metro-Goldwyn-Mayer scelsero gli sceneggiatori Neal Purvis, Robert Wade, Paul Haggis e il regista Martin Campbell per realizzare un film dall'omonimo titolo. Sarebbe stato l'inizio di un ciclo di cinque film, al quale faranno seguito i precedentemente menzionati Quantum Of Solace (2008) e Skyfall (2012), 007 Spectre (2015) e ovviamente No Time To Die. Daniel Craig si dimostrò immediatamente come uno straordinario 007: implacabile, tormentato, fisicamente inscalfibile, dai metodi rudi ma sempre elegante in ogni circostanza. Un Bond contemporaneo che parte dall'ottenimento del doppio zero per poi dedicarsi a inseguimenti, sparatorie, scontri fisici e una partita a poker che farà la storia della saga. Accanto a lui, la donna che rappresenterà l'amore ideale spezzato troppo presto e per questo estremamente doloroso: Vesper Lynd, interpretata magnificamente da Eva Green, diamante di un cast completato da Judi Dench (che donò nuovo slancio alla sua M), Mads Mikkelsen (Le Chiffre), Giancarlo Giannini (Mathis), Jeffrey Wright (Felix Leiter), Jesper Christensen (Mr. White) e Caterina Murino (Solange Dimitrios).
Casino Royale incassò oltre 610 milioni di dollari nel mondo, rilanciando in grande stile la serie: rinnovandola, restituendole profondità narrativa e rafforzando la qualità spettacolare, sfruttando al meglio ogni componente del cinema d'intrattenimento del nuovo secolo (tra cui effetti visivi, effetti speciali, grande dispiegamento di mezzi di scena, stuntman).
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2. Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà (1969)
Questo non era mai successo a quello di prima.
Sulle tracce del capo della SPECTRE, Ernst Stavro Blofeld, James Bond si imbatte fortuitamente in Tracy Di Vincenzo, una giovane e tormentata donna, figlia del magnate Marc-Ange Draco, a capo dell'organizzazione criminale Unione Corsa. Nonostante 007 sappia dei trascorsi quest'ultimo, resta lusingato dai modi gentili di Draco, che gli propone un milione di sterline come dote se riuscirà a conquistare Tracy e a sposarla, ritenendolo l'unico a poter riuscire nell'impresa di domare il carattere irrequieto della ragazza. Bond accetta solo se Draco lo aiuterà, insieme ai suoi uomini, a catturare Blofeld, nel frattempo rifugiatosi in una clinica sulle Alpi Svizzere dove si è stabilito con una nuova identità mentre sta portando avanti l'ennesimo progetto diabolico...
Diretto da Peter R. Hunt e scritto da Richard Maibaum, Al servizio segreto di Sua Maestà rappresenta ancora adesso uno snodo fondamentale nella saga. Giunto dopo i primi cinque capitoli, il film rese omaggio alle pellicole precedenti (citate nei titoli di testa) e affrontò lo sviluppo del personaggio di Bond da una diversa prospettiva, dedicandosi alla sfera personale di 007 e non solo al suo lavoro. Il perfetto equilibrio tra giallo e rosa ricorre per tutta la durata del film: non mancano le sequenze spettacolari e la missione che Bond porta avanti (la fedeltà alla Corona non è mai in discussione), ma l'incontro con quella che diverrà sua moglie diventa il fulcro narrativo, fino al tragico epilogo. Indimenticabili anche le musiche di John Barry e la stupenda We have all the time in the world cantata da Louis Armstrong.
Ma la vera rivoluzione fu certamente il passaggio di testimone tra Sean Connery (che abbandonò a sorpresa il ruolo, per poi ripensarci in seguito e tornare nel successivo Una cascata di diamanti) e George Lazenby: l'attore australiano, ad oggi l'unico protagonista non britannico tra i sei della saga, non è mai stato valutato per quanto avrebbe meritato. Il suo resta un ottimo 007, valorizzato da uno dei film più importanti della serie. Accanto a lui una meravigliosa Diana Rigg (nel ruolo di Tracy), Gabriele Ferzetti, Telly Savalas e gli immancabili già citati interpreti di Moneypenny, M e Q degli anni Sessanta e Settanta.
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1. Agente 007 - Missione Goldfinger (1964)
Figliola, ci sono delle cose che assolutamente non si fanno. Per esempio, bere Dom Perignon del '53 a una temperatura superiore ai 4 gradi centigradi: sarebbe peggio che ascoltare i Beatles senza tappi nelle orecchie.
Al termine di una brillante operazione di intelligence, ma dopo aver involontariamente provocato l'uccisione della giovane Jill Masterson (Shirley Eaton) a causa della ritorsione del multimilionario Auric Goldfinger (Gert Fröbe) nei suoi confronti, James Bond viene richiamato all'ordine dal proprio capo M e inviato in missione per scoprire i loschi traffici dello stesso Goldfinger, la cui passione per l'oro è divenuta un'occasione per nascondere attività criminali che i servizi segreti britannici e americani intendono fermare. Il piano di Goldfinger è folle: impadronirsi della riserva aurea di Fort Knox per farvi esplodere un ordigno nucleare e vendere a cifre decuplicate il proprio oro alle potenze internazionali.
Dapprima a Miami, poi sulle magnifiche Alpi occidentali, poi ancora in Nord America: Missione Goldfinger è primo film della saga a essere ambientato negli Stati Uniti ed è, per varie ragioni, il capitolo perfetto della serie. La tecnologia sviluppata da Q potenzia nettamente l'arsenale a disposizione di 007, ma tra tutti gli oggetti di scena il più iconico è certamente la Aston Martin DB5, formidabile nelle scene ambientate tra le montagne svizzere e dotata di marchingegni incredibili. Un nemico straordinario, una Bond Girl intrigante (la splendida Pussy Galore di Honor Blackman), la bellissima canzone d'apertura cantata da Shirley Bassey e alcune delle sequenze scolpite nella storia della serie. Al terzo film nel ruolo di Bond, Sean Connery divenne un mito irraggiungibile e il suo James Bond un'icona di stile e un personaggio amato in tutto il mondo: sessant'anni fa come adesso.