Tracker, la recensione: l’altro volto di Justin Hartley in un procedurale itinerante

La recensione di Tracker: Justin Hartley interpreta un mercenario che si guadagna da vivere salvando le persone nel procedurale in streaming su Disney+.

Tracker, la recensione: l’altro volto di Justin Hartley in un procedurale itinerante

Dimenticatevi Kevin Pearson. Ma anche del primo Oliver Queen (quello di Smallville). D'ora in poi imparerete a conoscere Justin Hartley, che con la serie di Dan Fogelman ha dimostrato di essere più di un bel faccino, con un nuovo alter ego televisivo. Ovvero Colton Shaw, il protagonista al centro della recensione di Tracker, la nuova serie che arriva dal 24 aprile su Disney+ con appuntamento settimanale e già rinnovata per una seconda stagione.

Tracker Justin Hartley 6
L'altro volto di Justin Hartley in Tracker

La serie prende idealmente spunto dal personaggio letterario creato da Jeffrey Deaver a partire dal primo romanzo The Never Game, inedito in Italia e adattato da Ben H. Winters, showrunner insieme a Hilary Weisman Graham: inizialmente, infatti, il titolo dello show era lo stesso del libro ma poi è stato modificato in seguito al successo di brand con "eroi" moderni protagonisti come Reacher e Walker. Anche Disney+ ora ha il suo, Tracker.

La trama di Tracker

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Tracker: Justin Hartley nella roulotte di Colton Shaw

Tracker non deve il suo nuovo titolo al cognome del protagonista, Colton Shaw, ma alla sua professione: lui è una sorta di "mercenario", quindi un nomade che vive in una roulotte -quasi come Reacher- che si fa assoldare per ritrovare le persone scomparse alle quali la polizia non riesce ad arrivare. Un "ricompensista" come gli piace farsi chiamare, che prende il denaro solamente se ha portato a termine la missione; uno che sa sopravvivere nei boschi come gli ha insegnato il padre, ed è infatti così che lo conosciamo nell'episodio pilota. Il genitore, insieme ai fratelli e alla madre, racchiude il trauma del suo passato che si porta sempre dietro e dentro di sé, mentre le due sue agenti gli trovano un nuovo caso su cui poter guadagnare. La differenza, come scopriamo ben presto, è che per lui non è solo lavoro: si affeziona alle famiglie delle persone scomparse e fa di tutto per riportarle a casa. Ci tiene. Nonostante diventi (solo in apparenza) freddo e calcolatore non appena si presenta il pericolo, entrando nel survival mood.

Un classico procedurale

Tracker Scena
Tracker: parte del "villaggio" di Colton sono Robin Weigert e Abby McEnany

Tracker segue lo schema da classico procedurale con il protagonista carismatico, appunto un convincente Justin Hartley, che deve parte della sua fortuna all'importante precedente di Kevin Pearson e parte alla sua performance nello show, per la quale sicuramente non gli manca il fisico. C'è il caso della settimana e c'è il "villaggio" che gli permette di continuare il proprio lavoro, visto con sospetto e diffidenza dalle autorità: Teddi (Robin Weigert) e la moglie Velma Bruin (Abby McEnany), ovvero le sue agenti lavorative che gli trovano i casi da seguire e lo assistono a distanza; Bob Exley (Eric Graise), un ragazzo con gambe artificiali a cui Shaw ha salvato la vita e che da quel momento è divenuto il suo esperto di tecnologia al telefono; infine Reenie Greene (Fiona Rene), un'avvocatessa molto in gamba con cui ha dei trascorsi e che lo aiuta suo malgrado, con cui battibecca spesso. Tutti personaggi caratterizzati fin da subito ma che sembrano volti a riempire alcune quote (disabilità/LGBTQIA+) piuttosto che ad aiutare il protagonista a reggere il peso della serie, che è praticamente tutta sulle sue spalle (larghe).

La traccia è nel passato

Tracker Justin Hartley Sofia Pernas
Tracker: Sofia Pernas nel sesto episodio col marito Justin Hartley

Ovviamente non poteva mancare una storyline orizzontale che facesse parte dell'origin story di Colton: il suo passato familiare non facile, proprio come in This Is Us, legato ad un incidente accaduto quand'era adolescente. Un nucleo composto da un padre mentalmente instabile (Lee Tergesen), una madre dolce ma dura e misteriosa (Wendy Crewson), un fratello maggiore estraniato (Mathew Nelson-Mahood), una sorella minore che ricompare nella sua vita (Melissa Roxburgh di Manifest). Altra forza della serie è non avere una location fissa ma viaggiare insieme al protagonista lungo gli Stati Uniti d'America: ogni puntata ha infatti il titolo del luogo che si ritrova a visitare e ci sono anche alcune guest star ad impreziosire gli episodi: oltre alla già citata Roxburgh, ad esempio, Sofia Pernas, moglie di Hartley nella vita reale arriva nel sesto episodio nel ruolo di Billie. Il merito del successo è sicuramente da attribuire al volto conosciuto del protagonista, al setting nomade del serial, all'action mai esagerato, con montaggio e regia dinamici ma non eccessivamente serrati e alle persone che incontra di volta in volta, oltre all'essere partito nell'ambito slot post-Super Bowl, l'evento più importante della tv americana. Lunga vita a Tracker!

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Tracker confermando come Justin Hartley abbia imparato a volare da solo eppure abbia sempre una famiglia che lo accompagna dopo This Is Us, sia nel lavoro che nella vita privata del suo nuovo personaggio, Colton Shaw, che prova a fare pace col proprio passato traumatico. Un anti-eroe letterario duro e puro ma dal cuore d’oro, che deve sostenere il peso dell’intera serie sulle proprie spalle e che si sposta ogni settimana in un posto nuovo, per rendere sempre dinamica e fresca la storia raccontata.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • Justin Hartley.
  • I casi della settimana e le location sempre diverse.
  • Il ritmo veloce.
  • La storyline familiare orizzontale di Colton…

Cosa non va

  • …che potrebbe non catturarvi da subito.
  • Il resto del cast non viene valorizzato abbastanza.
  • Ci mette qualche episodio a far affezionare al protagonista e al suo “villaggio”.